Due settimane di stop. Il bicipite femorale di Cristiano Ronaldo è un problema: lo ha costretto a saltare le ultime due partite e lo terrà lontano dai campi per quindici giorni, salvo recuperi miracolosi. Tradotto in termini di calendario: il portoghese non sarà disponibile per la finale di Copa del Rey contro il Barcellona (mercoledi prossimo) e con tutta probabilità anche la semifinale di andata di Champions League, con rientro per il ritorno in condizioni tutte da verificare. Se in campionato, dove le merengues affronteranno Almeria (in casa) e Valladolid (in trasferta) la cosa non è un problema perchè la squadra di Carlo Ancelotti è comunque nettamente superiore, nelle partite sopra citate il Real Madrid rischia di pagare dazio. Intanto parlano i numeri: 49 gol in 43 partite, 14 di questi in Champions League che sono già record assoluto pareggiato per una stagione. In più c’è l’effetto “carisma”: con Ronaldo in campo, i compagni si sentono più sicuri e sono più portati a tentare la giocata rischiosa ma di maggior efficacia, tanto c’è lui che prende palla e segna. Si è visto benissimo contro il Borussia Dortmund: Ancelotti avrebbe mandato in campo il suo numero 7 se solo fosse stato al 60-70%, perchè la squadra senza di lui stava affondando tra errori macroscopici (quelli che hanno portato ai due gol avversari) e un’insicurezza tremenda, rischiando di venire eliminati dopo il 3-0 dell’andata. Al termine di quella gara si disse che il Real avrebbe dovuto cambiare atteggiamento per vincere la tanto agognata decima Champions League; adesso, con CR7 fuori dai giochi e gli squadroni che sono rimasti, la partita di andata delle semifinali si trasforma in un punto di domanda. Con Benzema leggermente in crisi dal punto di vista realizzativo e un Gareth Bale sul quale le difese avversarie possono concentrarsi maggiormente non avendo un altro fenomeno dall’altro lato del campo, i blancos devono studiare delle alternative e, innanzitutto, salire di colpi collettivamente e come individualità. Innanzitutto però bisogna battere il Barcellona nella finale di Valencia: accadde tre anni fa, sempre al Mestalla. Allora il gol decisivo lo segnò Cristiano Ronaldo, e in panchina c’era José Mourinho: il rischio di chiudere la stagione con “zeru tituli” mentre, diciamo, il Chelsea solleva la coppa dalle grandi orecchie è dietro l’angolo.



(Claudio Franceschini)

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