Manny Pacquiao è tornato a essere il campione che tutti conoscevamo. Si è ripreso la corona dei welter Wbo contro l’imbattuto pugile statunitense Timothy Bradley che sullo stesso ring della MGM Grand Gardena Arena lo aveva sconfitto due anni fa. Questo significa che il massimo idolo sportivo delle Filippine ha ancora grandi qualità, tecniche e mentali, anche alla non più giovanissima età di 35 anni. Per parlare della performance di Pacquiao, che ha battuto il rivale ai punti con un verdetto unanime ed indiscutibile, abbiamo sentito il giornalista Rino Tommasi, uno dei più noti esperti di boxe in Italia. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Un Pacquiao ancora sorprendente in questo incontro vinto con Bradley… Non l’ho visto personalmente, ma si può dire senz’altro che Pacquiao ha dimostrato di essere ancora un grande pugile, molto dotato tecnicamente e in possesso di grandi qualità.
Gli anni non passano mai per lui? Sembrerebbe proprio così, visto che a trentacinque anni riesce ancora ad essere competitivo e a vincere un titolo mondiale.
E’ uno dei più grandi pugili della storia della boxe? Di certo Pacquaio è molto particolare. Ha avuto una carriera molto diversa dai pugili del passato. Ha comunque fatto cose molto importanti.
Qual è la sua forza, il suo segreto? Non lo conosco molto bene, dato che ho visto solo due incontri della sua carriera. Una cosa che potrebbe averlo aiutato è la sua forza mentale, il suo atteggiamento e il modo di affrontare i suoi match.
Si può paragonare a qualche pugile del passato? Di solito è meglio non fare paragoni, perché ogni pugile è figlio della sua epoca.
Lo vedrebbe bene un incontro con Mayweather? Perché no, si potrebbero confrontare due grandi pugili. Sarebbe veramente un match di grande interesse, ed entrambi guadagnerebbero tanti soldi.
Perché secondo lei è l’atleta più amato delle Filippine, quasi un simbolo di questo paese? Forse perché Pacquiao è il personaggio che richiama più persone attorno a sé, quindi è l’atleta più amato e il simbolo delle Filippine. (Franco Vittadini)