La maratona è una gara di grande fascino da oltre un secolo, ma il suo fascino è dovuto anche al fatto che si tratta di una prova estrema. L’ennesima conferma è arrivata alla Maratona di Padova, che si è tenuta domenica 27 aprile. Il protagonista del dramma della corsa patavina è stato l’atleta keniano Eliud Magut, che ha cercato in ogni modo di concludere i 42,195 km del percorso, ma si è dovuto arrendere definitivamente alla crisi ipoglicemica che l’ha colpito nel corso della gara: Magut ha dovuto alzare bandiera bianca quando mancavano solo 200 metri all’arrivo, è stato soccorso ed è stato trasportato subito in ospedale. “E’ uscito con le sue gambe, sta bene ed è già tornato in Kenya”, fanno sapere gli organizzatori della maratona veneta. Il reporter Tiziano Biasioli, che ha ripreso la scena che vi proponiamo nel video allegato a questo articolo, afferma che il calvario dell’atleta è iniziato almeno un chilometro prima dall’arrivo: “Era in lotta per il terzo posto e non voleva mollare – dice – Va tenuto conto anche del fatto che questi atleti guadagnano poco, e la terza piazza vuol dire comunque soldi”. Il premio in denaro per la medaglia di bronzo, per la cronaca, era 600 euro: non molto, ma per chi non è un grande campione e non può puntare ai premi ben più ricchi delle principali maratone internazionali, avrebbero comunque fatto comodo. Niente da fare, ma chissà se la raggiunta celebrità, molto più grande di quella che avrebbe ottenuto salendo sul podio, non lo possa aiutare in tal senso. Anche sul web si parla molto dell’ultimo erede di Dorando Pietri. I navigatori virtuali sono divisi tra chi considera Magut un ‘eroe’ e chi, invece, consiglia a chi si trova in simili condizioni di fermarsi in tempo per non rischiare la vita. Ma il fascino della maratona, che piaccia o no, è anche questo…