La Juventus non va oltre lo 0-0 contro il Benfica in casa e saluta il sogno di poter giocare la finale di coppa Uefa nel suo stadio davanti ai suoi tifosi. L’atmosfera è bellissima; si gioca in una cornice bianconera pronta a sostenere per novanta minuti i suoi beniamini. Conte, che deve recuperare il risultato dell’andata, punta sul solito modulo 3-5-2 con in attacco i titolarissimi Tevez (che si è sbloccato la settimana scorsa dopo un grosso digiuno in Europa) e Fernando Llorente. Jorge Jesus dopo le parole alla vigilia schiera una formazione a trazione offensiva 4-3-3 con Garay, Lima e Markovic pronti a impensierire la retroguardia avversaria con la loro tecnica e velocità.
Il primo tempo sembra una partita a scacchi : entrambe le squadre hanno una strategia, ma aspettano che sia l’altro a fare la prima mossa per poter contrattaccare. Inizialmente sono i portoghesi che fanno la partita invadendo la metà campo avversaria giocando un calcio spettacolare e veloce. Agli uomini di Conte bastano pochi minuti per cambiare rotta e prendere in mano il timone del gioco; le migliori occasioni prima dell’intervallo sono tutte bianconere firmate Bonucci e Vidal: a cinque dal termine il difensore della nazionale devia in porta un pallone velenosissimo sul quale Tevez non ci arriva ed esce di millimetri. Sulla stessa azione Pogba inventa in area per Asamah che lancia un missile in area per Vidal abile a deviare di testa, portiere battuto e Luisao fenomenale a deviare sulla linea. Si torna negli spogliatoi consapevoli che questo Benfica è battibile.
La ripresa comincia sulla falsariga del primo ma con Llorente e Tevez che non riescono a trovare le giuste misure per potersi girare e supportare la manovra. Il Match cambia al 76esimo quando Perez già ammonito entra in ritardo su Vidal: per l’arbitro non ci sono dubbi, doppio giallo e Benfica in dieci. L’assalto della Juve si fa sempre più incisivo anche se manovrato con un velo di confusione. L’ultima vera occasione capita sulla testa di Caceres, ma Oblak si scopre fenomeno e allontana con un miracolo. Il triplice fischio manda il Benfica in finale e la Juve deve rassegnarsi al giocare una finale in casa davanti ai suoi tifosi. (Francesco Ballerini)
A Torino la partita è finita: Juventus 0 Benfica 0 e, in virtù del 2-1 lusitano dalla gara di andata, sono le Super Aquile che raggiungono la finale di Europa League 2013-2014, che giocheranno sempre qui allo Juventus Stadium tra 13 giorni. Per i bianconeri è una maledizione: ancora una volta, come già successo nel 2005 e 2006, in una partita casalinga da dentro fuori (e ampiamente ribaltabile) non riesce a segnare (ed era sempre finita 0-0, contro Liverpool e Arsenal), e dovremmo aggiungerci anche lo 0-2 subito lo scorso anno dal Bayern Monaco. Un peccato per la Juventus, che ha creato tante occasioni ma non ha mai avuto una vera lucidità per fare le cose migliori ai sedici metri. Nonostante abbia giocato in superiorità numerica dal 67′ (espulso Enzo Perez) e in 11 contro 9 nel lunghissimo recupero (fuori Garay per infortunio con le sostituzioni già esaurite), la squadra di Antonio Conte non è riuscita a bucare Oblak, che è risultato anzi decisivo quando al 97′ è volato a respingere un colpo di testa di Caceres. Finisce così con l’eliminazione della Juventus: proprio all’ultimo. La finale sarà dunque Siviglia-Benfica: gli andalusi, sotto 3-0 e con il Valencia alle soglie del completamento di un’altra incredibile rimonta, hanno segnato il gol utile con Mbia, che aveva già realizzato nella partita di andata. Il Benfica ad ogni modo è nei guai per la finale: giocherà senza Enzo Perez, Salvio (ammonito, era diffidato) e Lazar Markovic che è stato espulso dalla panchina insieme a Vucinic, quando si è acceso un diverbio tra i due schieramenti a bordo campo.
La Juventus segna… ma il gol viene annullato. Giustamente: azione splendida con grande intuizione di Marchisio che apre per Pogba, acrobazia del francese per mettere al centro e Osvaldo di prima intenzione infila sotto la traversa, ma il francese è in posizione di fuorigioco e giustamente il guardalinee va su con la bandierina. In precedenza altra genialata di Marchisio, ma Lichtsteiner solo davanti ad Oblak non riesce a stoppare sul terreno zuppo di pioggia.
Si sblocca la situazione? Juventus 0 Benfica 0, ma i lusitani al 67′ minuto restano in dieci uomini: espulso Enzo Perez, proprio l’uomo della discordia alla vigilia. Doppio giallo per il centrocampista, nel giro di pochi minuti: il secondo arriva per un’entrataccia su Arturo Vidal. Jorge Jesus corre subito ai ripari: dentro Andre Almeida per Rodrigo, e il Benfica gioca sostanzialmente con il 4-4-1. Si aspetta la contromossa di Antonio Conte: Giovinco e Osvaldo si scaldano, ma ancora non si cambia.
E’ iniziato il secondo tempo allo Juventus Stadium, il punteggio non è cambiato: Juventus 0 Benfica 0. I bianconeri rischiano per la prima volta nel corso della partita al 51′: respinta corta della difesa e Rodrigo spara un sinistro da dentro l’area di rigore con Buffon immobile, il pallone non si abbassa e finisce alto di pochissimo. Ma l’occasione ha l’effetto di svegliare il Benfica e mettere un po’ di timore alla Juventus, che però continua a fare possesso palla e provarci.
Intervallo allo Juventus Stadium: nella semifinale di ritorno di Europa League, Juventus 0 Benfica 0. La squadra di Antonio Conte cresce direttamente con il passare dei minuti, come se sentisse l’urgenza di dover mettere pressione al Benfica ogni minuto che passa. Nel finale di primo tempo l’azione dei bianconeri si intensifica e i lusitani vengono schiacciati nella loro trequarti; ma si difendono molto bene e con ordine, riuscendo quasi sempre a tenere lontano l’avversario. Ma la Juventus costruisce comunque tre grandi occasioni: la prima quando un cross di Pogba viene impattato di testa da Vidal che per questione di centimetri non trova l’angolo lontano, con Tevez in ritardo nel tap-in. La seconda con l’Apache che prende palla da sinistra e si accentra, non tira ma serve invece in verticale per Lichtsteiner tagliando fuori la difesa; lo svizzero però arriva dopo Oblak, attentissimo nell’uscita bassa. La terza occasione è anche la più pericolosa, proprio nel finale: azione avvolgente con Pogba che trova Asamoah a sinistra, il ghanese crossa forte (troppo) e teso, sul secondo palo Vidal si avvita come può facendo impattare il pallone a terra. Oblak questa volta è superato dalla traiettoria, ma sul secondo palo Luisao manda in calcio d’angolo di testa, proprio sulla riga di porta. Per la ripresa la speranza è che questo atteggiamento aggressivo da parte della Juventus non si plachi, e che arrivi anche il gol.
Quando ci avviciniamo al 30′ minuto di gioco, Juventus 0 Benfica 0. I bianconeri tengono ancora in mano il pallino del gioco, ma le Super Aquile rispondono direttamente colpo su colpo; ne sta venendo fuori una partita bloccata, con ritmo alto e capovolgimenti di fronte ma senza occasioni enormi. Ak 29′ ci prova Lichtsteiner, che ha campo sulla destr: lo svizzero però sceglie la conclusione da 20 metri e Oblak blocca senza troppi problemi.
Siamo intorno al decimo minuto allo Juventus Stadium: Juventus 0 Benfica 0. Diretta ed efficace la pressione della Juventus, che crea subito un paio di occasioni interessanti. Pogba entra in area ma Maxi Pereira lo sposta con il fisico appena prima che il francese possa aggirarlo, poi è Pirlo che riceve una sponda di Llorente e tira di prima intenzione, con il pallone che non si abbassa a sufficienza e finisce sopra la traversa. Il Benfica però è vivo: crea qualche situazione potenzialmente pericolosa, non si avvicina mai dalle parti di Buffon ma riesce a spezzare le trame della Juventus con buona reattività.
Juventus-Benfica comincerà tra pochi minuti in diretta allo Juventus Stadium, dove il clima è molto caldo. Modulo 3-5-2 per i bianconeri che schierano Vidal a centrocampo e Marchisio in panchina, davanti la coppia Tevez-Llorente. 4-2-3-1 per il Benfica che propone in porta il ventunenne sloveno Jan Oblak, secondo del brasiliano ex Roma Artur che parte dalla panchina. A centrocampo Ruben Amorim sostituisce lo squalificato Andre Gomez, in attacco parte Lima come punta di riferimento. Il “miracolato” Eduardo Salvio va in panchina assieme al paraguaiano Cardozo Juventus (3-5-2): 1 Buffon; 4 M.Caceres, 19 Bonucci, 3 Chiellini; 26 Lichtsteiner, 23 Vidal, 21 Pirlo, 6 Pogba, 22 Asamoah; 10 Tevez, 14 Llorente In panchina: 30 Storari, 15 Barzagli, 20 Padoin, 8 Marchisio, 9 Vucinic, 12 Giovinco Allenatore: Antonio Conte Benfica (4-2-3-1): 41 Oblak; 14 M.Pereira, 24 Garay, 4 Luisao, 16 Siqueira; 6 R.Amorim, 35 E.Perez; 50 Markovic, 19 Rodrigo, 21 Gaitan; 11 Lima In panchina: 1 Artur, 33 Jardel, 34 A.Almeida, 18 Salvio, 8 Sulejmani, 90 Cavaleiro, 7 Cardozo Allenatore: Jorge Jesus
Chi arriverà a giocarsi la finale di Torino? Juventus-Benfica è ancora in equilibrio: i bianconeri possono rimanere direttamente allo Stadium, passando dalla semifinale di ritorno all’ultimo atto europeo che si gioca nel loro stadio, ma devono vincere per farlo. Basta nu 1-0: eventualità che secondo i pronostici Snai ufficiali paga 6 volte la posta in palio. Naturalmente vanno bene anche più gol di scarto: il 2-0 paga sempre 6, il 3-0 12 e attenzione a questa quota, perchè con quel risultato i bianconeri avevano ribaltato la sconfitta di Lisbona nei quarti di Coppa UEFA 1993, e al Da Luz era finita 2-1 per i lusitani. Al Benfica serve invece un pareggio: lo 0-0 vale 11, un 1-1 porta in dote 7 volte la somma giocata, il 2-2 18. I più arditi possono giocarsi il 3-3: vale 100. Con il 2-1 a favore della Juventus si va ai supplementari: paga 8. Invece, la squadra di Antonio Conte deve stare attenta a non subire troppi gol: vincere 3-2 significherebbe consegnare la finale al Benfica per il conto delle reti in trasferta, con questo risultato si vincono 300 euro giocandone 10. Il blitz portoghese è ovviamente contemplato: 0-1 da 14, 0-2 da 33, 1-2 da 18. Per quanto riguarda il finale, il segno 1 chiama 1,55 mentre il 2 paga 6 volte la posta in palio, il segno X è da 4. Si capisce che la Juventus è favorita, ma non bisogna sottovalutare le Super Aquile.
Antonio Conte e Jorge Jesus non si erano mai incontrati, da allenatori, prima della partita di andata; a dire il vero lo avevano fatto in un’amichevole estiva nel 2012, a Ginevra. Era finita 1-1: rete del vantaggio lusitano di Oscar Cardozo, pareggio nel finale di Milos Krasic che di lì a pochi giorni sarebbe stato venduto. In gare ufficiali dunque è in vantaggio il tecnico portoghese; che ha 15 anni in più di Conte, dunque ha iniziato molto prima ad allenare, precisamente nel 1989 con l’Amora. A quell’epoca il salentino aveva 20 anni e giocava con il Lecce; sarebbe arrivato alla Juventus nel 1991. Dunque questa sera Conte ha la possibilità di portare il bilancio in parità con il suo collega; si tratta di due allenatori ancora giovani (in particolare quello bianconero), le due squadre sono competitive ed è dunque probabile che nel corso delle prossime stagioni avranno modo di incontrarsi ancora, magari già il prossimo anno in Champions League.
Per presentare Juventus-Benfica, semifinale di ritorno di Europa League che sarà diretta dall’arbitro inglese Mark Clattenburg, abbiamo contattato l’ex difensore bianconero Antonello Cuccureddu, uno dei protagonisti della prima Coppa UEFA vinta dalla squadra piemontese, nel 1977 nella doppia sfida finale contro l’Athletic Bilbao (clicca qui per l’intervista completa). Per lui a fare la differenza potrebbe essere Carlos Tevez, soprattutto in virtù del fatto che grazie al gol dell’andata si è sbloccato dopo cinque anni di astinenza in Europa; e anche il tifo dello Juventus Stadium, che sarà naturalmente pieno, darà il suo apporto decisivo. Attenzione però al fraseggio del Benfica, che porta alla sublimazione una delle principali caratteristiche del calcio lusitano; non sarà per niente facile sfidare la formazione di Jorge Jesus.
Alle ore 21,05 di questa sera lo Juventus Stadium ospita la semifinale di ritorno di Europa League 2013-2014: Juventus-Benfica diretta da Mark Clattenburg, 39 anni inglese. I bianconeri hanno perso 2-1 una settimana fa al Da Luz. Reti di Garay, Tevez e Lima; il gol dell’Apache permette alla squadra di Antonio Conte di vincere anche solo 1-0 per andare in finale, ma per contro i lusitani hanno a disposizione due risultati su tre potendo anche pareggiare. Qualunque vittoria dai due gol di scarto in su qualifica i bianconeri, con il 2-1 si va ai tempi supplementari ed eventualmente ai calci di rigore, se il Benfica dovesse perdere con un gol di scarto ma segnarne almeno due sarebbe in finale. La Juventus spera ovviamente che questa sia solo la prima di due partite consecutive da giocare nel proprio stadio in Europa: come noto la finale si gioca allo Stadium, il prossimo 14 maggio. Intanto però bisogna superare lo scoglio Benfica, una squadra che lo scorso anno ha raggiunto l’ultimo atto del torneo perdendolo ad un passo dai supplementari. La vigilia è stata infuocata dalle polemiche giunte da Lisbona: le Super Aquile hanno accusato la UEFA di voler favorire la finale casalinga alla Juventus, anticipando l’inchiesta sulla presunta gomitata di Enzo Perez ai danni di Chiellini. Già prima dell’andata si erano avute schermaglie dialettiche tra Pirlo e Jorge Jesus; segno che la tensione c’è e che entrambe vogliono la coppa perchè entrambe possono realizzare l’accoppiata campionato-Europa League e perchè in campo internazionale non vincono da una vita (il Benfica addirittura dal 1962, la Juventus dal 1997). Per i bianconeri il precedente da avere negli occhi è quello dei quarti di finale di Coppa UEFA 1992-1993: vinsero la coppa, e in quel turno eliminarono le Super Aquile con un 3-0 nel ritorno firmato Kohler, Dino Baggio e Ravanelli, dopo che a Lisbona avevano perso 2-1 con l’esatta successione dei gol di una settimana fa, e con il Benfica che curiosamente segnò la seconda rete all’80’ minuto (lo scorso giovedi all’81’). Antonio Conte quel giorno era in campo: sicuramente avrà parlato ai suoi giocatori di quel precedente, positivo a differenza di quello del 1968 quando, nella semifinale di Coppa dei Campioni, i lusitani vinsero 2-0 a Lisbona e 1-0 a Torino, qualificandosi. Al di là della cabala e dei ricorsi storici, è chiaro che la Juventus deve affrontare la partita come una finale, perchè di fatto questa è una finale: vinci e ti qualifichi, non vinci e sei fuori. I bianconeri sono pronti, ma lo è anche il Benfica che negli ultimi anni ha imparato a gestire queste situazioni. L’arbitro è l’inglese Mark Clattenburg: qui il precedente non è favorevole, perchè fu lo 0-2 subito all’Allianz Arena dal Bayern Monaco, andata dei quarti di finale di finale di Champions League 2012-2013. La Juventus arriva a questo appuntamento con il vento in poppa; finalmente, per di più, può concentrarsi interamente sull’Europa League. Lo scudetto è ormai cosa fatta: se prima restava un po’ di tensione per un possibile passo falso che avrebbe potuto rilanciare una Roma in forma stratosferica, la vittoria di Reggio Emilia contro il Sassuolo ha tolto ogni dubbio. Servono due punti: già battendo in casa l’Atalanta nel posticipo di lunedi sera festeggerebbe il terzo scudetto consecutivo. L’Europa League non era un obiettivo dichiarato: anzi, dopo l’eliminazione dal girone di Champions c’era come il vago sentore che Antonio Conte la vedesse come un peso. La svolta è stata la qualificazione contro la Fiorentina dopo aver pareggiato in casa: la vittoria del Franchi, unita alla corsa senza freni in campionato, ha dato la consapevolezza di poter vincere la competizione, di mettere un trofeo comunque importante in bacheca e di seguire anche l’entusiasmo dei tifosi, che il desiderio di vincere l’Europa League lo hanno manifestato da subito. Il bilancio casalingo della squadra bianconera è impressionante: 17 vittorie su 17 in campionato, due vittorie e un pareggio in Europa League. La difesa è tornata quella titolare, attenzione a Carlos Tevez: diffidato, potrebbe tristemente emulare Pavel Nedved che nel 2003 fu ammonito nella semifinale di ritorno e saltò la finale di Champions League contro il Milan. Il Benfica ha già vinto il campionato e dunque sta già pensando da tempo all’Europa League. E’ ancora in corsa per vincere quattro trofei: ci sono anche le finali di Coppa del Portogallo e Coppa di Lega, dove curiosamente le Super Aquile hanno eliminato il Porto in semifinale in entrambe le competizioni e sfideranno per due volte il Rio Ave, che a sua volta ha fatto fuori in entrambe le coppe lo Sporting Braga. Jorge Jesus deve fare a meno di Silvio, Salvio e dello squalificato André Gomes, autore del gol decisivo nella semifinale di Coppa del Portogallo; ha però una rosa che può sopperire ampiamente alla sua mancanza, pur se sono da verificare le condizioni di Nico Gaitan che ha saltato l’andata. In Europa League hanno tre vittorie esterne: 0-1 a Salonicco, 3-1 a White Hart Lane contro il Tottenham, 1-0 in casa dell’AZ Alkmaar. Ecco perchè non sarà facile per la Juventus fare risultato, anche perchè come detto i lusitani sanno difendersi molto bene perchè sono organizzati, e come hanno dimostrato nella partita di andata sono letali quando possono ripartire palla al piede. Per questo motivo la Juventus dovrà impostare una partita accorta: certo con il possesso palla e la ricerca del gol, ma senza alzare eccessivamente il baricentro e soprattutto senza perdere palloni sanguinosi a centrocampo. Ci sono tutte le possibilità di arrivare in finale perchè basta un solo gol, ma se il Benfica dovesse segnare le cose si complicherebbero non poco. Allora, non ci resta che metterci comodi, dare la parola al campo e stare a vedere come finirà questa partita: la diretta di Juventus-Benfica, semifinale di ritorno di Europa League, sta per cominciare…
Il tabellino
Juventus (3-5-2): Buffon; M.Caceres, Bonucci (73’Giovinco), Chiellini; Lichtsteiner, Vidal (78’Marchisio), Pirlo, Pogba, Asamoah; Tevez, Llorente (78’Osvaldo) (Storari, Barzagli, Padoin, Vucinic). All.Conte.
Benfica (4-2-3-1): Oblak; M.Pereira, Luisao, Garay, Siqueira; Amorim, E.Perez; Markovic (86’Sulejmani), Rodrigo (69’A.Almeida), Gaitan (76’Salvio) (Artur, Jardel, Cavaleiro, Cardozo). All.J.Jesus.
Arbitro: Mark Clattenburg (Inghilterra)
Ammoniti: Asamoah (J), Ridrigo (B), Oblak (B), Salvio (B)
Espulsi: 67’E.Perez (B) per somma d’ammonizioni, 89’Vucinic (J) e Markovic (B) per comportamento non regolamentare