Stanno per scattare i primi verdetti dell’UEFA relativamente al fair play finanziario, il sistema di regole che l’UEFA ha stabilito per regolare i conti delle squadre di calcio, di modo che ognuna possa essere autosufficiente nel giro di pochi anni. L’idea è quella di arrivare a poter investire solo quello che si incassa, per evitare le spese folli dei magnati e valorizzare il lavoro più tecnico e sul campo. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport il Paris Saint-Germain e il Manchester City hanno superato il tetto massimo di deficit consentito ovvero 45 milioni di euro, nelle ultime due stagioni (si considerano i conti a partire dal 2011-2012). Solo l’estate scorsa la società parigina ha speso circa 110 milioni di euro per l’acquisto di Cavani, Marquinhos e Digne, incassandone 26 e “spiccioli” dalle cessioni di Sakho al Liverpool e Gameiro al Siviglia. Il presidente Nasser Al Khelaifi ha coperto il gap di tasca propria ma con il Fair Play finanziario attivo non potrà più farlo, e ai dirigenti non sarà più possibile condurre campagne acquisti di questo tipo. Sempre rimanendo all’estate 2013 il Manchester City ha speso circa 116 milioni per la Manuel Pellegrini revolution, con l’ingaggio dei vari Fernandinho, Jovetic, Negredo, Navas e Demichelis; di contro solo Carlos Tevez e Scott Sinclair (al West Bromwich) sono stati ceduti a cifre rilevanti, per un incasso totale di circa 11 milioni. Le sanzioni previste dall’UEFA per gli inadempimenti vanno dalla penalizzazione di punti fino all’esclusione dalle competizioni europee. Questo per le squadre che in entrambe le stagioni interessate hanno preso parte alle coppe: non è il caso dell’Inter che però dovrà regolarsi avendo superato di molto il deficit massimo. Il nuovo presidente Erick Thohir si è già adoperato per ripianare i debiti accumulati da Massimo Moratti, e sta proseguendo su questa strada anche in vista del prossimo calciomercato. Le altre italiane sono per adesso ok, dalla Juventus alla Fiorentina passando per Roma e Milan. I giallorossi in particolare rientrano nei parametri richiesti grazie alla “clausola stipendi”, che esclude dai conteggi economici i contratti dei giocatori firmati prima dell’1 giugno 2010. La stessa situazione del Liverpool in Inghilterra. Sempre secondo la Gazzetta tutte le altre grandi del calcio europeo risultano a posto dalle prime verifiche UEFA, anche le due spagnole Barcellona e Real Madrid che recentemente hanno fatto discutere, per l’appoggio alle banche e l’incasso dei diritti televisivi nazionali, spropositato rispetto a quelli delle altre squadre della Liga.



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