Il Bari è, ufficialmente o quasi, di Gianluca Paparesta. L’ex arbitro, che era già entrato nella vecchia società in qualità di club manager, salva la squadra pugliese: si chiamerà Football Club Bari 1908 e il suo acquisto, dietro al quale dovrebbe comunque esserci un gruppo straniero (si dice irlandese), arriva grazie a una cordata alla testa della quale Paparesta si è aggiudicato la terza asta al Tribunale fallimentare. L’offerta giusta vale 4 milioni e 800mila euro; battuto così il gruppo rappresentato da Cipollone che aveva offerto 3,6 milioni, e Antonio Rosati che aveva già ricoperto i ruoli di presidente del Varese e vicepresidente del Genoa (incarico dal quale si è appena dimesso) che si è fermato a 2 milioni, mentre Izzo (“La Bari 2014 srl”) è arrivato a 3,2 milioni. Paparesta ha tempo fino a venerdi per presentarsi davanti al notaio Francesco Petrera per formalizzare l’acquisto; in caso contrario la sua cauzione andrà persa. “Un grande progetto per una grande piazza e una grande tifoseria”, queste le prime parole di Paparesta che come noto è lui stesso figlio di questa città. Dunque, il Bari rinasce. Con grande gioia dei tifosi, che fuori dal Tribunale hanno espresso la loro felicità intonando cori. Un entusiasmo ritrovato, dentro e fuori dal campo; dall’addio dei Matarrese (nel 2011, dopo la retrocessione in Serie B; ma al 90% il club era rimasto sotto la stessa gestione) il popolo biancorosso è tornato in massa allo stadio, ieri ce n’erano 35.000 al San Nicola per assistere alla vittoria sul Latina che ha proiettato la squadra al sesto posto in classifica, cioè in piena zona playoff (senza la penalizzazione il Bari sarebbe quarto). Nei giorni scorsi aveva fatto tendenza su Twitter l’hashtag #compratelabari, che era stato lanciato da Daniele Sciaudone (centrocampista classe ’88 che gioca in Puglia dal 2012) ed era stato ripreso da personaggi dello spettacolo come l’attore comico Checco Zalone, il celeberrimo Lino Banfi e poi anche Fiorello, Emilio Solfrizzi e tanti altri; personaggi legati alla città di Bari e non solo. I Galletti sono salvi e sognano la Serie A: vi mancano come detto dal 2011, ma non sono presenza fissa dalla stagione 2000-2001, quando Arcangelo Sciannimanico – subentrato alla ventinovesima giornata a Eugenio Fascetti – non riuscì a evitare l’ultimo posto in classifica. Di quella squadra facevano parte Philemon Masinga, Yksel Osmanovski, Daniel Andersson, Rachid Neqrouz e soprattutto un diciottenne Antonio Cassano, nato in città e cresciuto nel club; quel Cassano che, chissà, con il Bari nella massima serie potrebbe anche pensare ad un clamoroso ritorno.



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