“Queste cose ti fanno passare la voglia. Da questo mondo me ne vado se la situazione non si chiarisce. Me ne vado per sempre”. Le parole di Tommaso Ghirardi, presidente del Parma, sono cariche di rabbia per la vicenda della licenza Uefa che mette in serio dubbio la partecipazione della squadra emiliana alla prossima edizione della Europa League. La gioia di domenica sera per la rocambolesca qualificazione sembra già lontanssima. Il Parma al momento sarebbe fuori dalle Coppe per una mancanza formale che fa imbufalire il presidente Ghirardi: “E’ una vergogna quello che sta accadendo: ho versato 13 milioni e non partecipo alle coppe per 300mila euro“, ha dichiarato il massimo dirigente gialloblù alla Gazzetta dello Sport. Il nocciolo della questione è un pagamento Irpef che secondo i giudici doveva essere effettuato entro il 31 marzo e per il Parma invece era da pagare (come ha già fatto) entro il 30 giugno. I 13 milioni sono invece l’ammontare delle spese effettuate per adempiere a tutte le richieste della Uefa. Il 28 maggio si esprimerà sul ricorso degli emiliani l’Alta Corte del Coni, terzo e ultimo grado di giudizio. Il verdetto sarà definitivo: dentro o fuori. Continua Ghirardi: “Sto vivendo male questa situazione, non riesco a capire cosa sia successo. In sette anni di presidenza del Parma non sono stato ripreso nemmeno una volta dagli organi di controllo, stiamo vivendo giorni terribili per una vicenda paradossale. Ho interpellato giuristi e fiscalisti di fama, che mi hanno detto che quando viene effettuato un prestito non si devono pagare le ritenute“. Su questo si baserà il ricorso, ma Ghirardi sottolinea la differenza tra la vicenda del Parma e quelle di colossi come Psg e Manchester City, nel mirino del fair-play finanziario: “Per irregolarità da 200 milioni hanno evitato l’esclusione dalla Champions pagando una multa, allora qualcuno mi spieghi come sia possibile escludere un club per 300.000 euro”.



Il Parma ha conquistato sul campo l’ultimo posto a disposizione per l’Europa League, al termine di una palpitante e sportivamente drammatica volata con il Torino. Eppure, l’anno prossimo in Europa potremmo trovare i granata al posto dei gialloblù. Questo perché al momento il Parma non è in regola con la licenza Uefa, che tutte le squadre devono richiedere per procedere poi all’iscrizione alle Coppe europee. La richiesta della società emiliana è stata però rigettata a causa di 300.000 euro di pagamenti Irpef. Una questione di piccolo conto, visto che il Parma per il resto è in regola con tutti i parametri, anche quelli ben più gravosi dal punto di vista economico, eppure potrebbe essere determinante, visto che la richiesta di licenza Uefa del Parma è stata rigettata sia in primo sia in secondo grado dalla Figc (è ogni singola Federazione nazionale a rilasciare le licenze per conto della Uefa) e ora resta solo il terzo e ultimo grado di giudizio, l’Alta Corte di giustizia presso il Coni, che si esprimerà il prossimo 28 maggio alle ore 18.00 sul ricorso del club emiliano. Ricorso che si basa sul fatto che questi famosi 300.000 euro sono “anticipi finanziari in attesa di formalizzare il 30 giugno il conguaglio definitivo”, come ha spiegato l’a.d. del Parma Pietro Leonardi. Il problema è che quella data è la scadenza fiscale, mentre la scadenza dei pagamenti per le licenze Uefa è fissata al 31 marzo. Ecco perché il Parma, che pure nel frattempo ha pagato (con ampio anticipo sul 30 giugno) non risulta in regola con le richieste della Uefa. L’ultima parola spetta all’ente presieduto dall’ex ministro Franco Frattini: se anche l’Alta Corte rigetterà il ricorso, a quel punto in Europa League ci andrà il Torino, squadra che segue il Parma in classifica e che è in regola con la licenza Uefa. Sarebbe una beffa per i gialloblù, mentre in casa granata ecco che il rigore sbagliato all’ultimo minuto da Alessio Cerci diventerebbe solo un brutto ricordo che ha reso drammatica una sera, ma non avrebbe ulteriori conseguenze. Per i granata ci sarebbe pure un precedente ben augurante: l’anno scorso in Spagna furono escluse dall’Europa League sia il Malaga (per il fair-play finanziario) sia il Rayo Vallecano, non in regola proprio con la licenza Uefa. Fu così ripescato il Siviglia, addirittura nono a fine campionato (il Torino ha chiuso settimo), che dovette naturalmente cominciare la sua lunga marcia dal terzo turno preliminare di fine luglio-inizio agosto, proprio quello in cui entreranno in scena il Parma oppure il Torino quest’anno. E tutti si ricordano chi ha vinto l’Europa League lo scorso 14 maggio, proprio a Torino…

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