E’ una svolta epocale nell’era del calciomercato in Italia: il Consiglio Federale della FIGC ha abolito l’uso della comproprietà. Lo ha annunciato il presidente Giancarlo Abete, che ha specificato anche che “quelle ancora in essere potranno essere rinnovate per un altro anno, ma la norma è transitoria; l’istituto verrà meno fino ad esaurimento”. Soprattutto, già da questa finestra di calciomercato non sarà più possibile utilizzarlo. Si tratta di un ribaltone che in Italia rischia di provocare non pochi scossoni: la comproprietà infatti è una formula che nelle trattative è usatissima, forse persino abusata. Si tratta della possibilità di acquistare un calciatore a metà: due squadre ne posseggono ciascuna il 50% del cartellino, al termine della stagione possono rinnovare oppure risolvere, tramite l’acquisto della seconda metà da parte di una delle due squadre, che arriva così a detenere l’intero cartellino, oppure tramite le buste qualora non ci sia accordo. Ovvero, le due società scrivono la cifra che vogliono spendere per il riscatto, all’apertura delle buste chi ha proposto la somma più alta si aggiudica il calciatore. Tutto questo non ci sarà più: si capisce che è una vera e propria rivoluzione. Anche perchè, la metà di un calciatore può essere venduta ad un’altra squadra, solo la metà; per esempio, la Juventus potrebbe decidere – per assurdo – di cedere il 50% di Ciro Immobile al Borussia Dortmund, lasciando poi che i gialloneri trattino con il Torino. Si eviteranno casi complicati (questo, ma anche quello di Juan Cuadrado per il quale comunque Fiorentina e Udinese possono prolungare la comproprietà fino a giugno 2015): ricorderete certo quanto era stata complicata la trattativa che infine aveva portato Mattia Destro – all’epoca a metà tra Genoa e Siena – alla Roma. E’ chiaro che a questo punto le società di Serie A (e non solo) dovranno cambiare molte delle loro strategie; in un’epoca in cui i soldi sono sempre meno la compartecipazione risultava una formula piuttosto utile per abbattere i costi, ma anche per ritardare la risoluzione di un accordo. Adesso invece si potranno solo cedere calciatori in prestito, fatta salva la formula del diritto di riscatto che è sempre più un voga; i vari direttori sportivi ne tengano conto, così come i procuratori che stanno acquistando sempre più importanza nel panorama del calciomercato italiano e non.



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