Parole significative da parte di Enrico Gasparotto dopo il traguardo della tappa di ieri al Giro d’Italia 2014. Il corridore della Astana faceva parte della fuga di giornata, ma non è riuscito ad ottenere risultati concreti a Vittorio Veneto, con un anonimo diciassettesimo posto sui 26 fuggitivi che hanno animato la frazione. Le sue dichiarazioni tornano però ancora a quanto era successo martedì, nella tappa con arrivo in Val Martello: “C’è chi l’ha fatta con le proprie gambe e chi non l’ha fatta con le proprie gambe e alla fine conta anche quello. Nella vita è inutile arrabbiarsi perché la vita è una e bisogna godere dei piaceri che i nostri genitori ci hanno permesso di avere – ha provato a minimizzare -. Ma sono convinto che quello che è usccesso ieri (martedì, ndR) era evitabile. Bastava fare la tappa alternativa (con Tonale e Castrin, ndR) e tutto questo non succedeva. Fare una tappa con Gavia e Stelvio in una giornata come quella è stata una forzatura. La confusione che è venuta fuori nella discesa dello Stelvio doveva accadere come ‘punizione’ per averci portato dove non era il caso di andare”. Insomma, per l’ex campione italiano l’errore dell’organizzazione è stato ancora prima dello Stelvio, quando cioè si è deciso di far disputare la tappa secondo il percorso originario… Ma adesso c’è da pensare a oggi: sulla salita verso il Rifugio Panarotta saranno ancora grandi emozioni.
Finisce anzitempo il Giro d’Italia di Diego Ulissi. Il corridore toscano della Lampre-Merida, splendido protagonista della prima parte della corsa grazie alle vittorie conquistate a Viggiano e Montecopiolo ma anche all’inatteso secondo posto nella cronometro di Barolo, deve alzare bandiera bianca a causa della febbre. Già da alcuni giorni Ulissi sta male, e si ipotizzava per lui un possibile ritiro, che è stato ufficializzato nella tarda serata di ieri dalla sua squadra con un comunicato. Ecco le parole di Ulissi: “Non riesco a continuare, tra mal di gola, febbre e antibiotici oggi (ieri, ndR) ho sofferto troppo. Ho tenuto duro per finire la tappa, ma domani (oggi, ndR) non ripartirò, lasciando questo Giro che mi ha dato tante soddisfazioni e mi ha mostrato l’affetto di moltissimi appassionati di ciclismo. La stagione è ancora lunga, ci sono altri appuntamenti importanti a partire dal campionato italiano: mi metterò al lavoro il prima possibile per dare la caccia alla maglia tricolore“. In effetti, affrontare ancora tre tappe di alta montagna in queste condizioni sarebbe stato un rischio inutile per Ulissi, che ha già vinto il suo Giro…
La giornata del Giro d’Italia 2014 ieri si è chiusa con la decisione di non apportare nessuna modifica a tavolino alla classifica generale. Ieri mattina a Sarnonico si era tenuta una riunione tra le squadre, seguita dal summit con Giuria e Direzione di corsa, che alla fine hanno deciso di non penalizzare in alcun modo Nairo Quintana, che resta dunque in maglia rosa con i vantaggi maturati sul traguardo della tappa di Val Martello dopo la contestata discesa dello Stelvio (1’41” su Rigoberto Uran e 3’21” su Cadel Evans). In un comunicato l’Associazione internazionale dei gruppi ciclisti professionistici () ha spiegato: “Dopo la riunione di questa mattina (ieri, ndr) a Sarnonico, una delegazione dell’AIGCP ha incontrato gli organizzatori della e i commissari . A nome di tutte le squadre, la AIGCP ha specificatamente richiesto una neutralizzazione del vantaggio guadagnato da Nairo Quintana lungo la discesa dello Stelvio. L’UCI ha respinto questa richiesta e ha dichiarato che i risultati rimarranno invariati. Per rispetto dei tifosi e del mondo del ciclismo, le squadre hanno deciso di disputare comunque la tappa odierna”. Il presidente di Giuria Roberto Ariznavarreta ha spiegato perché la richiesta di cancellare la parte di vantaggio accumulata da Quintana in discesa (avrebbe invece conservato vittoria di tappa con il distacco inflitto sull’ultima salita) non è stata accettata: “Non possiamo cambiare il risultato della tappa. La corsa si è svolta regolarmente e non c’erano elementi per la neutralizzazione. Nessuno ha mai parlato di questo: se fosse successo, il comunicato non sarebbe stato solo della direzione di organizzazione, ma congiunto con la Giuria”.
Ha vinto la diciassettesima tappa del Giro d’Italia, che si è tenuta da Sarnonico a Vittorio Veneto. Dopo aver tagliato il traguardo il corridore romano si è lasciato andare in un gesto dell’ombrello esibito ai quattro venti, prima di piangere commosso. Subito dopo ha spiegato: “Dopo 5 anni di critiche da parte di tutti oggi finalmente ho potuto esultare, aspettavo questo momento da troppo tempo, mi sono sfogato. Ringrazio i compagni di squadra per l’aiuto ricevuto, sono stati grandi. sentivo che le gambe erano in crescendo, sono riuscito a entrare nella prima fuga dei 26. Piu’ tardi ho visto il belga De Gendt che partiva e ho pensato che poteva arrivare al traguardo, quindi l’ho seguito. Sui sono poi uniti altri. All’ultimo km ho cercato il tutto per tutto, volevo questa vittoria, e ce l’ho fatta. Dedico questa vittoria alla mia famiglia e a tutta Fiuggi che mi ha sempre supportato. Dopo 5 anni di critiche finalmente ho potuto esultare“.
Dopo le fatiche e le polemiche di ieri, nell’indimenticabile tappa con arrivo in Val Martello, il Giro d’Italia 2014 riparte oggi con la Sarnonico-Vittorio Veneto, ma il gruppo sarà meno folto. Infatti sul traguardo ieri sono arrivati 160 corridori, mentre si sono registrati ben sette ritiri, oltre all’abbandono del norvegese Edvald Boasson Hagen che non aveva nemmeno preso il via. Tra i ritirati spiccano i nomi di due campioni come Michele Scarponi e Alessandro Petacchi. Per il marchigiano dell’Astana è stato l’ultimo atto di un Giro difficilissimo, condizionato da cadute e problemi fisici: in assenza di Vincenzo Nibali, Scarponi doveva essere il capitano della squadra kazaka, invece ben presto si è dovuto accontentare di fare gregario a Fabio Aru, ma ieri ha dovuto alzare bandiera bianca. Anche Petacchi non ha superato la tappa di Gavia e Stelvio: una brutta giornata in casa Omega Pharma-Quick Step, visto che il capitano Rigoberto Uran ha perso la maglia rosa. Petacchi sognava di vincere un Giro, ma adesso l’impresa appare molto più difficile. Ritirato anche il tedesco figlio d’arte Bjorn Thurau (Europcar), che comunque si era messo in evidenza in molte tappe di questo Giro, mentre la giornata è stata pessima per la Neri Sottoli, che ha dovuto registrare gli abbandoni di Daniele Colli e Mauro Finetto. Chiudono l’elenco dei sette ritirati di ieri il francese Arnaud Courteille (Fdj.fr) e l’olandese Thomas Dekker (Garmin-Sharp). I 160 superstiti arriveranno tutti a Trieste?
La tappa di ieri, Ponte di Legno-Val Martello, entrerà sicuramente nella storia del Giro d’Italia per tanti motivi: la prima volta di Gavia e Stelvio insieme, il grande attacco di Nairo Quintana (che potrebbe valere alla Colombia il primo successo finale al Giro) e purtroppo anche le polemiche sulla presunta neutralizzazione della discesa giù dalla Cima Coppi, che in realtà mai c’è stata. C’è stato piuttosto qualche difetto nella comunicazione delle intenzioni della direzione gara, o per lo meno un equivoco con alcuni direttori sportivi. A fine tappa, ecco la precisazione di Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia: “Mi dispiace che ci sia stato un equivoco, ma nessuno ha mai parlato di neutralizzazione. Per proteggere i corridori, in condizioni di scarsa visibilità abbiamo pensato di piazzare delle moto che potessero segnalare la traiettoria. Le condizioni erano difficili, ma non terribili: non ho mai neutralizzato la corsa nemmeno per un metro. La comunicazione è stata data via radio, probabilmente è stata fraintesa da alcune squadre”. In serata poi è arrivato anche un comunicato ufficiale: “Preso atto delle ulteriori registrazioni audio relative alle indicazioni trasmesse da radio corsa ai direttori sportivi durante la tappa odierna (di ieri, ndR), la Direzione del Giro d’Italia tiene a precisare che è stata data una non corretta interpretazione rispetto a quanto indicato dalla Direzione stessa. Si precisa e ribadisce che l’intenzione era di garantire la massima sicurezza dei concorrenti, durante il primo tratto di discesa (6 tornanti pari a circa 1500 metri) del Passo dello Stelvio, che presentava tratti con nuvole basse e nebbia che limitavano la visibilità e quindi la sicurezza. Si precisa inoltre che ne Radio Corsa ne tanto meno la Direzione del Giro si sono mai espresse in termini di neutralizzazione della discesa o parte di essa”. Probabilmente non sapremo mai se Quintana ha semplicemente sfruttato il rallentamento altrui inconsapevole del caos o se c’è stata anche della malizia nel suo allungo in discesa: di certo è stato nettamente il più forte sull’ultima salita, e in questo senso la sua vittoria è più che meritata. Peccato però che una tappa epica verrà ricordata soprattutto per queste polemiche. La fatica dei corridori avrebbe meritato altro…
“Eroi”. “Meravigliosi”. Sono solo alcune delle parole utilizzate dagli appassionati per descrivere i protagonisti del Giro d’Italia 2014. La corsa rosa ha un nuovo leader: si chiama Nairo Quintana, è colombiano come quel Rigoberto Uran al quale ha sfilato la maglia di capoclassifica e ieri ha vinto una tappa caratterizzata dalla forte polemica per una comunicazione arrivata da Radio Corse e che avrebbe “fermato” alcuni corridori sulla discesa dello Stelvio, pensando a una neutralizzazione di quel tratto. Al di là di questo, ampiamente trattato ieri (clicca qui per il parere esclusivo di Francesco Moser), va fatto un grande applauso a tutti i ciclisti: la sedicesima tappa, la Ponte di Legno-Val Martello, si è corsa in condizioni che definire impervie è dire poco. Neve, ghiaccio, folate di vento e temperature polari: non si può ridurre il tutto a una comunicazione confusa o a una bandiera rossa che sarebbe dovuta esserci e non c’era. Anche il popolo del web, per una volta, ha lasciato da parte le dietrologie e le polemiche, e ha celebrato compatto i corridori. Basta fare un giro su Twitter, digitare l’hashtag #Giro, o #stelvio, per avere accesso a tutti i complimenti fioccati ieri. Una ricompensa per chi dal 9 maggio scorso pedala per le strade d’Italia (e d’Irlanda, per i primi tre giorni) e affronta pianure, salite e discese con qualunque condizione climatica. Oggi la corsa rosa parte da Sarnonico per arrivare a Vittorio Veneto (clicca qui per seguire la diretta della tappa), un altro luogo storico: riuscirà Nairo Quintana a difendere la maglia rosa, e chi si aggiudicherà la frazione odierna?