Oggi, 4 maggio 2014, è il sessantaquattresimo anniversario della tragedia di Superga. Nel 1949 l’aereo del Grande Torino, una delle squadre di calcio più forti di tutti i tempi, si schiantò contro il muraglione della Basilica di Superga, simbolo della famiglia reale dei Savoia e di tutto il Piemonte. Pochi minuti dopo le ore 17:03 il trimotore Fiat G.212, di ritorno da Lisbona, perse quota a causa delle pessime condizioni meteorologiche ed andò a sbattere contro la parte posteriore dell’edificio, che non è stata più ricostruita in memoria delle vittime. Che furono 31 tra cui quasi tutti i giocatori del Torino: i portieri Valerio Bacigalupo e Dino Ballarin, i difensori Aldo Ballarin, Danilo Martelli, Mario Rigamonti (cui è intitolato lo stadio di Brescia), Virgilio Maroso e Piero Oberto, i centrocampisti Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Ezio Loik, Romeo Menti (due stadi dedicati a lui: a Vicenza e Castellammare di Stabia) Valentino Mazzola e Julius Schubert e gli attaccanti Emile Bongiorni, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava e Franco Ossola (cui è intitolato lo stadio di Varese). A bordo dell’aereo erano anche i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Ippolito Civalleri ed Andrea Bonaiuti, i tecnici Egri Erbstein, Leslie Lievesley e il massaggiatore Osvaldo Cortina, oltre ai giornalisti Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport), Renato Tosatti (padre di Giorgio) e Luigi Cavallero. Per un incredibile richiamo del destino il pilota del volo si chiamava Meroni (Pierluigi), come il grande campione granata degli anni ’60 che morì prematuramente il 15 ottobre 1967. Il Grande Torino era di ritorno dall’amichevole disputata in Portogallo contro il Benfica, persa per 4-3: in gol Ossola, Bongiorni e Menti su calcio di rigore. Non era il primo appuntamento internazionale per lo squadrone granata, che nei mesi precedenti aveva ad esempio vissuto una tournée in Brasile e giocato un’amichevole in Argentina, per l’inaugurazione del nuovo stadio del Racing Avallaneda. Il Grande Torino dominò il campionato italiano dal 1942 al 1949, vincendo cinque scudetti consecutivi (in mezzo la pausa per la seconda guerra mondiale) ed arrivando, nella stagione 1947-48, a segnare 125 gol in Serie A, con una media di oltre 3 a partita. Un gruppo che ancora vive nei ricordi dei tifosi granata e non solo, tramandati di generazione in generazione. 



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