Ha scritto una autobiografia dal titolo “Il pallone lo porto io”, con Andrea Ligabue. Libro nel quale il celebre e discusso ex dirigente della Juventus racconta la propria verità su anni turbolenti del calcio italiano, quelli che si sono chiusi con Calciopoli, la retrocessione in serie B dei bianconeri e la condanna per Big Luciano da parte della giustizia sportiva, mentre il processo davanti alla giustizia ordinaria è ancora in corso. Interessanti i giudizi su Alessandro Del Piero e Zinedine Zidane, due giocatori che hanno fatto la storia della squadra bianconera, ma per i quali Moggi non spende belle parole. Su Del Piero: “Le bandiere non prendono palate di euro a stagione, con la firma sul contratto che arriva solo dopo trattative estenuanti”. Su Zidane: “Un genio, non un leader. Alla Juventus, in campo e negli spogliatoi, il faro era Antonio Conte”. Parole che faranno molto piacere all’attuale allenatore. Di sicuro però faranno discutere soprattutto le parti sugli episodi più controversi di quegli anni, a partire dal rigore non concesso dall’arbitro Ceccarini per il fallo commesso da Mark Iuliano ai danni di Ronaldo nel famigerato Juventus-Inter del 26 aprile 1998: “Riguardandolo, a distanza di tanti anni, lo avrei fischiato”. I rapporti con l’Inter, inevitabilmente, non possono essere molto buoni, eppure Moggi rivela che proprio pochi mesi dopo quell’episodio, nell’autunno 1998, tutto era già pronto per il passaggio di Moggi alla società del presidente Massimo Moratti: addirittura c’era già un contratto firmato, come aveva detto per primo Sandro Mazzola. “La carta, ovviamente, è intestata, e ci sono timbro e firma del presidente Moratti”, scrive Moggi nel suo libro: il prezioso documento oggi è custodito nella cassaforte di casa Moggi. Curioso il motivo per cui quell’accordo saltò. Moggi aveva già piazzato Francesco Moriero al Middlesbrough, ma Moratti fece firmare il rinnovo al giocatore: “Non verrò mai a lavorare per lei”, disse quindi Moggi a Moratti. Chissà come sarebbe andata la storia… Invece, qualche anno dopo ecco Calciopoli. Il dirigente di Monticiano è stato condannato anche in appello: “Ma non mollo. Ora andremo in Cassazione”. Moggi rivisita anche la celebre Perugia-Juventus del 14 maggio 2000, la partita giocata sotto il diluvio che vide la sconfitta dei bianconeri e lo scudetto che così andò alla Lazio: “Una delle più vergognose pagine del nostro calcio. Ma quel giorno sbagliai io. Avrei dovuto ritirare la squadra: prenderla e riportarla a casa”. L’arbitro quel giorno era Collina, e il giudizio di Moggi sul celebre direttore di gara è decisamente negativo: “Era palese l’amicizia tra il fischietto viareggino e i dirigenti milanisti”.