Si era avvolto quasi da un mistero il caso Arturo Vidal. Il centrocampista della Juventus era apparso senza fiducia per le sue condizioni dopo l’allenamento di due giorni fa col suo Cile. Il ginocchio operato a fine maggio (al menisco) faceva ancora male e lo costringeva ieri a saltare la seduta con i compagni, facendo addirittura mettere in allerta il CT Jorge Sampaoli che meditava di inserire al suo posto Rodrigo Millar, cioè una delle riserve al seguito della Nazionale. Sono buone però le notizie che arrivano dal ritiro della nazionale cilena. Oggi Arturo Vidal si è allenato con il gruppo, dimostrando che quello che era un allarme è rientrato. Si era parlato di un “consulto” del curandero cubano José Ernesto Amador come ultima ratio; non sappiamo se sia stato questo a far migliorare le condizioni del centrocampista, fatto sta che oggi si è rimesso in piedi. Difficile capire se ci sarà per il debutto (venerdi contro l’Australia), ma il numero 23 della Juventus ha svolto tutta la preparazione, palleggiando e svolgendo esercizi di stretching. Non è stata ovviamente sollecitata la zona dell’operazione, ma gli indizi portano a possibilità senza dubbio positive.



Torna a parlare con la casacca azzurra sulle spalle e lo fa in un giorno particolare, quello del rinnovo di contratto biennale con la Juventus. Parole importanti quelle del regista della Nazionale che conferma di voler lasciare l’Italia dopo il Mondiale: “Lascerò la Nazionale dopo il Brasile. Darò spazio ad altri, sarebbe inutile continuare. Poi se non gioco mi incasso, quindi meglio restare a casa”. Andrea però sembra aver già scelto il suo erede: “Verratti è giovane, ma ha già tanta esperienza internazionale. Siamo differenti, lui gioca più nello stretto e io in profondità. Può diventare uno dei più forti in Europa”. Poi si parla anche di Inghilterra: “Paura del caldo? Ci sarà anche per loro, non solo per noi. Ora è importante curare l’alimentazione e l’idratazione. Ancora il cucchiaio a Hart? Mondiale ed Europeo sono due cose diverse. Avvertiamo scetticismo di fronte alla nazionale, perchè le ultime gare non sono andate bene. Ma siamo consapevoli che stiamo lavorando molto bene”. Sui Mondiali in Brasile: “E’ il sogno di ogni bambino giocare un Mondiale, pensate giocarlo qui. Un appuntamento che non capita sempre”. Sul rinnovo: “Sono felice di questo rinnovo e ringrazio società e Presidente di avermi dato la possibilità di esprimermi ancora”.



Abbiamo detto in precedenza degli allenamenti dell’Italia, ai quali ha preso parte anche Marco Verratti che ha smaltito la febbre. Indicazioni sono arrivate dalle due partitelle che Cesare Prandelli ha fatto effettuare ai suoi giocatori; la formazione anti Inghilterra dovrebbe essere ormai fatta, si dovrebbe trattare di un con De Rossi che agirà da schermo davanti alla difesa, una retroguardia che comprende Darmian e De Sciglio sulle corsie laterali e la coppia centrale Barzagli-Chiellini. A centrocampo Marchisio e Candreva dovrebbero agire sugli esterni, con Verratti e Pirlo che giocheranno insieme in mezzo; unica punta Mario Balotelli che dunque sembra essere favorito su Ciro Immobile. L’unico dubbio è legato al ruolo del Principino, che non è un esterno anche se ha giocato in quella posizione nella Juventus di Gigi Delneri; sembra evidente che in fase offensiva lui e Candreva alzeranno la loro posizione con De Rossi che a sua volta si porterà sulla linea dei centrocampisti, andando così a formare il classico schema ad albero di Natale. 



Incontra Juninho Pernambucano alla vigilia dell’inizio dei Mondiali brasiliani. Due che in carriera di punizioni ne hanno segnate e non poche, tanto da diventare specialisti di questa particolare categoria. Ne ha segnate almeno due che i tifosi della Juve faranno fatica a dimenticare quest’anno il leader del centrocampo dell’Italia. Al minuto 90 contro il Genoa in un delicato match di campionato, quando la Roma premeva da dietro, e contro la Fiorentina in un sentitissimo ottavo di finale di Europa League. In tempi non recenti però Andrea ha ammesso di essersi ispirato proprio a Juninho per la sua maledetta, una punizione che tirata dritto per dritto prima sembra andare alta e poi cade improvvisamente alle spalle del portiere avversario. Il brasiliano era specialista di questo particolare tipo di punizione e con la maglia del Lione divenne un vero e proprio specialista. L’idea di farli incontrare è nata da Sport-Tv, emittente per la quale Juninho commenterà i Mondiali. Tuttosport ha riportato parole importanti del centrocampista verdeoro, parole di elogio verso Andrea Pirlo: “E’ un demonio, non ha solo copiato il mio tiro, ma lo ha migliorato tantissimo. Se fossi ancora in attività mi farei spiegare le sue modifiche per impararle”. E chissà che i due dopo quest’incontro abbiano deciso di confrontarsi su un campo di calcio a suon di tiri da fermo….

L’Italia ha cominciato la fase di avvicinamento all’esordio contro l’Inghilterra. I giocatori si sono allenati, hanno ricevuto la visita di Juninho Pernambucano (in particolare Andrea Pirlo) e hanno ritrovato nel gruppo Marco Verratti, che dunque ha smaltito la febbre ed è pronto per la partita inaugurale degli Azzurri pur se per la seconda partitella è stato messo da parte e ha lavorato su scatti, corse e ripetuta. Le due formazioni schierate da Cesare Prandelli nella prima partitella in famiglia potrebbero essere indicative; soprattutto per quanto riguarda quella con Perin in porta, Darmian e De Sciglio sulle fasce e Barzagli-Chiellini centrali, De Rossi davanti alla difesa supportato da Verratti e Pirlo e Ciro Immobile di punta con alle spalle Insigne e Candreva. Questa, con Buffon tra i pali, potrebbe essere la squadra anti-Inghilterra; ma attenzione perchè dall’altra parte si è visto un undici con Balotelli supportato da Cassano e Alessio Cerci con Marchisio in mezzo insieme ad Aquilani e Thiago Motta. 

Prima Neymar, adesso Leo Messi. La Pulce è uno dei tanti calciatori del Barcellona che giocheranno i Mondiali 2014; se il Brasile ha gli occhi di tutto il mondo addosso perchè gioca in casa ed è la nazionale più forte, di sicuro il numero 10 dell’Argentina sa di avere tanta pressione ad accompagnarlo; in particolare in patria gli viene rimproverato il fatto di essere decisivo e devastante soltanto quando indossa la maglia blaugrana. A Buenos Aires e dintorni vogliono vederlo dominare un Mondiale come Diego Maradona fece nel 1986; nel 2006 Leo era giovanissimo e nemmeno titolare, nel 2010 allenato proprio dal Pibe de Oro si è arenato sullo scoglio Germania senza troppo convincere nelle partite precedenti. Ora, a 27 anni, questa potrebbe essere la sua vetrina. “Credo di avere imparato cosa ho sbagliato nelle edizioni precedenti” ha detto a Depor TV. “In Germania ho ricevuto critiche ingiuste e c’è addirittura chi ha detto che l’eliminazione non mi aveva toccato: non è così. Non vedo l’ora di giocare: in campo mi trasformo, non sono per niente il bravo ragazzo che sono a casa, voglio dare battaglia per vincere il Mondiale. Sarebbe un sogno e so che possiamo farcela per come stanno andando le cose”. Anche lui ha avuto un pensiero per il suo compagno di squadra: “Chissà, magari potrei giocare la finale contro Neymar. Sarebbe Argentina-Brasile, una sfida da sogno. “Se però non sarà contro di lui, allora va bene una qualsiasi squadra”. Il punto è provare a capire se l’Albiceleste ci arriverà.

I Mondiali 2014 sono anche quelli degli assenti illustri: si potrebbe stilare una formazione con tanto di riserve con i calciatori di primo piano che per infortunio sono costretti a guardare le partite da casa. Ci sono poi giocatori che in Brasile ci sono andati, ma in condizioni fisiche non ottimali; possono recuperare nel corso del torneo, ma ci sono tanti dubbi. Uno di questi è Cristiano Ronaldo, che ha stretto i denti per essere in campo nella finale di Champions League: il portoghese è ottimista per il suo recupero e si è allenato nelle ultime tre partite, entrando anche in campo per poco più di mezz’ora nella partita amichevole contro l’Irlanda. La finale di Champions League l’aveva giocata, arrendendosi però dopo meno di dieci minuti, Diego Costa: in campo e in gol contro El Salvador, ormai ha pienamente recuperato anche se atleticamente non è ancora al massimo. Il pessimismo è invece di casa in Cile: Arturo Vidal si è operato al menisco come sappiamo: il suo ginocchio non sta guarendo, il centrocampista della Juventus non si allena e il Commissario Tecnico Sampaoli sta addirittura pensando di sostituirlo definitivamente con Rodrigo Millar (c’è tempo fino alla mezzanotte italiana di giovedi). Chiaro che si aspetterà l’ultimo secondo; intanto il curandero cubano José Ernesto Amador (cioè sostanzialmente un santone, o un guaritore) proverà a mettere le mani su Vidal, troppo importante per essere accantonato a cuor leggero. 

Arrivano le prime designazioni arbitrali per i Mondiali Brasile 2014. Si comincia domani sera con la partita inaugurale Brasile-Croazia (girone A), che sarà affidata alla direzione dell’arbitro giapponese Yuichi Nishimura. Un incarico importante per il 42enne fischietto nipponico, già presente in Sudafrica nel 2010 (diresse quattro partite), anno nel quale arbitrò anche la finale del Mondiale per Club Inter-Mazembe. Si entrerà poi a pieno regime venerdì, quando ci saranno ben tre partite: la più attesa è naturalmente Spagna-Olanda (girone B), rivincita dell’ultima finale iridata, che sarà diretta da Nicola Rizzoli, a dimostrazione del fatto che gli arbitri italiani sono sempre molto apprezzati a livello internazionale. La scelta del designatore Fifa, l’ex arbitro svizzero Massimo Busacca, ci dice pure che Rizzoli può ambire ad essere uno dei candidati per la finale, anche se naturalmente ci auguriamo che sia la Nazionale a rappresentare l’Italia domenica 13 luglio a Rio de Janeiro. Rizzoli sarà affiancato dai guardalinee Renato Faverani e Andrea Stefani. Infine, ecco le designazioni per le altre due partite di venerdì: Messico-Camerun (girone A) sarà diretta dal colombiano Wilmar Roldan, mentre l’arbitro di Cile-Australia (girone B) sarà l’ivoriano Noumandiez Doue.

Sarà l’Inghilterra, come sappiamo, la prima avversaria dell’Italia ai Mondiali 2014. Roy Hodgson ha rilasciato alcune dichiarazioni dal ritiro della nazionale dei Tre Leoni, innanzitutto per dare qualche informazione su Alex Oxlade-Chamberlain e Steven Gerrard che stanno recuperando (ma solo il secondo sarà in campo contro gli Azzurri, per il primo rientro previsto contro l’Uruguay) e su Danny Welbeck che ha un problema muscolare alla coscia destra ed è quindi ancora in dubbio. Poi parole su di noi, in particolare su Andrea Pirlo che per un brevissimo periodo ha allenato all’Inter: “E’ un giocatore fantastico e l’ago della bilancia dell’Italia, ma non penso che Prandelli gli abbia costruito la squadra intorno. Ci sono Balotelli e Immobile che hanno caratteristiche diverse ma sono due ottimi attaccanti. Noi comunque siamo pronti a giocarcela”. Filtra infatti un velato ottimismo in casa inglese: il paragone è con l’Europeo 2012, prima esperienza di Hodgson come CT e conclusasi ai quarti di finale perdendo ai rigori contro la nostra Nazionale. “Rispetto ad allora stiamo meglio; allora avevo avuto a disposizione solo pochi mesi, adesso il meccanismo è rodato e pensiamo all’Italia da un mese. E’ l’esordio e l’avversario ha grande qualità, per questo è importante due volte”. Le ultime dichiarazioni riguardano Manaus, luogo della partita: lui, come altri, aveva avuto parole di scarso apprezzamento nei confronti del clima amazzonico e in generale del caldo torrido che le nazionali troveranno nel corso dei Mondiali. “Non è vero che ci siamo lamentati: siamo felici di essere in Brasile, qui il calcio è quasi una religione. Certo il caldo non si può negare: dovremo basare il nostro calcio su possesso palla e tecnica

Spavento per Robin Van Persie e Daryl Janmaat: i due giocatori della nazionale olandese sono stati colpiti da un kitesurfer mentre camminavano sulla spiaggia di Ipanema nella giornata di ieri (martedì 10 giugno) dopo l’ora di pranzo. Per fortuna i due non hanno riportato conseguenze, lo stesso Janmaat ha dichiarato alla NOS, televisione pubblica olandese: “Il surf è passato a due dita dalla mia testa, fortunatamente è stato più lo spavento che il danno“. Un portavoce della nazionale olandese ha rassicurato tutti spiegando che “Non c’è nulla di grave o di cui preoccuparsi. I due giocatori hanno riportato solo qualche graffio“. Sia Van Persie (attaccante di 30 anni, gioca nel Manchester United) che Janmaat (terzino del Feyenoord, 24 anni) hanno ottime probabilità di cominciare il mondiale da titolari. Il kitesurfing è un’evoluzione del surf, praticato su una tavola agganciata ad un aquilone manovrato tramite una barra di controllo, collegata da cavi sottili.

I Mondiali 2014 iniziano domani e tutti gli occhi ovviamente sono puntati sul Brasile padrone di casa, che apre le danze contro la Croazia nella partita inaugurabile. Stella indiscussa della squadra è Neymar: ha solo 22 anni ma è già una celebrità da quando ha fatto il suo esordio con il Santos. La prima stagione a Barcellona è stata costellata da alti e bassi; non che se la sia cavata male, ma da un giocatore come lui ci si aspettava qualcosa di più. Adesso c’è tutto un popolo che da lui si aspetta qualcosa di simile a quello che Diego Maradona fece con l’Argentina nel 1986: guidare la squadra al titolo. Pressione? “Da sempre, da quando a 13 anni mi chiamavano il nuovo Robinho. Sono totalmente diverso da quello che la gente vede, non ho mai perso la mia serenità. Per me è una grande gioia inseguire questa missione”. L’ultima volta in cui i verdeoro hanno vinto il Mondiale lui aveva 10 anni: “Vidi la finale a casa, tifavo per Ronaldo: Alla fine cenammo con il churrasco e continuavamo a gridare ‘Siamo campioni’ come tifosi scatenati”. Adesso Neymar è personalmente in campo, e ci sono tantissimi bambini che come lui ai tempi grideranno il suo nome e si aspetteranno grandi cose. Lui però non ha perso la sua sincerità quando cita gli idoli della sua infanzia e di oggi: “Quelli che sanno dribblare. E quindi Ronaldinho, Ronaldo, Messi, Cristiano Ronaldo. Dribblare è forte, impostare il corpo per farlo è fondamentale”. E ancora: Zidane con la palla tra i piedi faceva dei movimenti pazzeschi”. A proposito della sua prima stagione con il Barcellona il numero 10 della Seleçao è stato sincero: “Non è stata perfetta, ma sto lavorando per diventare più forte e imparare i segreti dei compagni di squadra”. Come Leo Messi, che con Neymar – almeno si è detto – non ci avrebbe preso più di tanto: “Non è vero niente. Pensavo fosse riservato ma non è così. Mi è sempre stato vicino, ed è un genio del calcio”. Ai Mondiali però, se per caso se lo troverà di fronte, cercherà di batterlo: “Vincere la Coppa del Mondo è il sogno della mia vita”. E quello di tanti, tantissimi brasiliani che si affidano a lui. 

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