Spagna-Olanda è la riedizione della finale che si è giocata in Sudafrica quattro anni fa: vittoria per le Furie Rosse 1-0, ma adesso tante cose sono cambiate e chissà che gli Oranje non si possano vendicare in quello che è stato considerato – giustamente – il gruppo di ferro, comprendendo anche Cile e Australia. Nelle probabili formazioni di questa sera i grandi giocatori abbondano: chi potrebbe essere il vero trascinatore della propria nazionale? Abbiamo scelto un giocatore per parte provando a indovinare un matchwinner o comunque un uomo importante per le sorti della sua nazionale. Attesissimo: per l’esordio dei campioni del mondo in carica abbiamo scelto lui. Rappresenta non soltanto il giocatore che ha scelto di giocare per la Spagna e non per il Brasile, ma anche una svolta nel gioco di Vicente Del Bosque: non più falso nueve e possesso palla con i trequartisti che si inseriscono tagliando nello spazio vuoto in area, ma una presenza di fisico (e che fisico), un numero 9 quasi vecchio stampo. Due dubbi: il modo in cui si adatterà ad un gioco che da almeno un lustro fa a meno del centravanti, e le condizioni fisiche visto che è arrivato in Brasile ancora in fase di recupero dalla lesione al bicipite femorale. Se regge e si integra, può essere l’arma vincente. Al Mondiale in Sudafrica trascinò l’Olanda in finale con cinque gol, compresa la doppietta al Brasile. Arrivava allora da una stagione storica: assoluto protagonista nell’Inter del Triplete, era conteso da tutta Europa. Restò in nerazzurro, si perse tra infortuni e guerre fredde con la società circa la spalmatura dell’ingaggio: oggi è al Galatasaray e qui in Brasile vuole dimostrare a tutti che non è finito e potenzialmente ha ancora tanto da dire. Ne ha le capacità e il talento: deve prendere per mano la sua nazionale anche dal punto di vista del gioco, perchè partirà dalla linea mediana ma dovrà dare una mano all’attacco portandosi sulla trequarti o magari anche in linea con Van Persie e Robben, andando così a creare un vero e proprio tridente.
Si gioca questa sera a Salvador, Arena Fonte Nova, la prima partita del gruppo B della Coppa del Mondo 2014: Spagna-Olanda è la riedizione della finale dei Mondiali 2010 e soprattutto può essere già tremendamente importante per la qualificazione agli ottavi di finale, perchè questo è il girone di ferro che comprende anche il Cile (e l’Australia) e di conseguenza non ci si può permettere di prendere una partita sotto gamba. Dopo il Brasile dunque ecco all’esordio anche i campioni del mondo in carica; da valutare la loro condizione fisica prima di tutto il resto, perchè più di un giocatore è arrivato in Sudamerica acciaccato e sfinito da una stagione che è stata logorante sotto tutti i punti di vista. Arbitra il nostro Nicola Rizzoli, al quale viene subito affidata la partitissima del primo turno.
Rispetto a quattro anni fa la Spagna non ha cambiato pelle: naturalmente ha fatto delle aggiunte all’organico ma il gruppo storico è rimasto quello. E attenzione: Vicente Del Bosque nel corso dell’avvicinamento ai Mondiali ha fatto ampiamente capire che questi giocatori potrebbero non avere più la fame di un tempo, perchè quando vinci due Europei e una Coppa del Mondo in cinque anni è dura mantenersi freddi e concentrati sull’obiettivo. E’ questo il grande punto interrogativo delle Furie Rosse, unito al fatto che le nazionali in grado di vincere i Mondiali per due edizioni consecutive sono state appena due e l’ultima volta che è successo (al Brasile) era il 1962, cioè 52 anni fa. Lo schema è il solito 4-2-3-1, ma la grande variante è rappresentata dall’attaccante: c’è una punta vera in campo ed è Diego Costa, voluto fortemente dalla federazione (e lui stesso ha scelto la Spagna dopo aver giocato un’amichevole con il Brasile). Da verificare però la condizione, perchè i Colchonero ha saltato le ultime partite della stagione per una lesione al bicipite femorale e nella finale di Champions League è durato meno di 9 minuti. Ce la farà? Intanto dietro di lui agisce la solita batteria di fantasisti che ama il tiki taka e con il pallone ai piedi fa quello che vuole. C’è David Silva che allarga il campo e rientra sul sinistro, c’è Xavi che rispetto a Barcellona gioca più avanzato, c’è Iniesta che tecnicamente può giocare dappertutto. A protezione, la coppia Xabi Alonso-Sergio Busquets: convivenza difficile, Del Bosque ci proverà. In difesa il ballottaggio a destra lo vince Azpilicueta; in mezzo agiscono Piqué e Sergio Ramos, a sinistra Jordi Alba. In porta naturalmente va Iker Casillas.
A leggere la panchina appare subito chiaro perchè la Spagna ha vinto così tanto negli ultimi anni. C’è grande abbondanza: David Villa è il miglior marcatore nella storia delle Furie Rosse, Fernando Torres è l’eroe di Euro 2008. Pedro, Cazorla e Mata sarebbero titolari in tutte le nazionali presenti al Mondiale o quasi, e poi c’è la gioventù di Koke che è il vero volto nuovo della squadra, un classe ’92 che viene da una stagione pazzesca con l’Atletico Madrid. E Cesc Fabregas: ieri è diventato ufficiale il suo trasferimento al Chelsea, lui è un altro giocatore che “paga” la grande abbondanza di talento nel suo ruolo. Per la difesa ci sono Raul Albiol e Javi Martinez, che può giocare anche a centrocampo (anzi, come ruolo naturale è un mediano).
Tutti a disposizione di Del Bosque, ma come detto ci sono degli acciaccati; il CT ha tagliato giocatori come Fernando Llorente, Alvaro Negredo e Jesus Navas e questo una volta di più ci fa capire quanto sia profonda la generazione d’oro degli spagnoli. A casa è rimasto anche Thiago Alcantara: lui nei 23 ci sarebbe andato, ma ha dovuto rinunciare a causa di un infortunio. Questo priva Xavi di un cambio naturale.
Louis Van Gaal ha preso il posto di Bert Van Marwijk e ha la missione impossibile di fare meglio di lui: significherebbe vincere i Mondiali. Per la sua Olanda ha scelto tanti giovani che dovrebbero rappresentare la base della nazionale per almeno i prossimi due mondiali, perchè c’è tanta gioventù e talento. Con Barcellona e Bayern Monaco il tecnico che ha già firmato per il Manchester United utilizzava prevalentemente il 5-3-2; qui però ha scelto per un 5-3-2 che in fase di possesso palla può diventare anche un 3-4-3. La difesa è giovanissima, fatta eccezione per il terzo centrale Ron Vlaar: Daryl Janmaat (classe ’89) è l’oggetto dei desideri di tante squadre europee (soprattutto in Italia), Daley Blind è figlio di quel Danny che è stato capitano dell’Ajax campione d’Europa nel 1995, Martins Indi è un ’92 che può giocare anche a sinistra mentre Stefan De Vrij (’92) è nel mirino della Lazio- A centrocampo arrivano i veterani: Wesley Sneijder e Nigel De Jong erano in campo nella finale di quattro anni fa, Jonathan De Guzman arriva da due ottime stagioni con lo Swansea. Davanti tecnicamente partono in due, ma sappiamo bene come Arjen Robben ami andare a prendere palla sulla riga laterale ed è per questo che potremmo vedere Sneijder alzare la sua posizione e formare una sorta di tridente con Van Persie come terminale offensivo. Squadra piena di talento che però manca forse in solidità. In porta gioca Cillessen, che ha risalito le gerarchie fino a superare i suoi colleghi.
Tanta roba anche in panchina: Jordi Clasie per esempio, chiamato in patria il nuovo Xavi, meriterebbe una maglia da titolare. Georginio Wijnaldum e Jeremain Lens sono frecce offensive che hanno tanta velocità e imprevedibilità, poi c’è il giovanissimo Memphis Depay che ha origini ghanesi e nel PSV di quest’anno ha segnato 11 gol. Insieme a loro i veterani: Klaas-Jan Huntelaar è il primo e forse unico cambio di Van Persie, e Van Gaal ha rivoluto Dirk Kuyt perchè è il classico giocatore che fa da collante per gli equilibri tattici quando è in campo; non è più quello dei giorni migliori ma può tornare utile. I portieri sono potenziali titolari: entrambi giocano in Premier League, Krul era il titolare designato ma il crollo finale del Newcastle gli ha fatto perdere colpi, Vorm arriva da un’ottima stagione con lo Swansea.
Sono tutti abili arruolati, ma gli infortuni sono arrivati prima: Gregory Van der Wiel non era al top ed è stato lasciato a casa, soprattutto Van Gaal ha perso quello che sarebbe dovuto essere il suo capitano e cioè Kevin Strootman, frenato a inizio marzo dalla lesione ai legamenti del ginocchio. Perdita che rischia di diventare pesante.
1 Casillas; 22 Azpilicueta, 3 Piqué, 15 Sergio Ramos, 18 Jordi Alba; 14 Xabi Alonso, 16 Sergio Busquets; 21 David Silva, 8 Xavi, 6 Iniesta; 19 Diego Costa. Allenatore: Del Bosque
A disposizione: 12 De Gea, 23 Reina, 5 Juanfran, 2 Raul Albiol, 4 Javi Martinez, 10 Fabregas, 17 Koke, 13 Mata, 20 Cazorla, 11 Pedro, 7 David Villa, 9 Fernando Torres
Squalificati: –
Indisponibili: –
1 Cillessen; 7 Janmaat, 3 De Vrij, 2 Vlaar, 4 Martins Indi, 5 Blind; 10 Sneijder, 6 N. De Jong, 8 J. De Guzman; 9 Van Persie, 11 Robben. Allenatore: Van Gaal
A disposizione: 22 Vorm, 23 Krul, 12 Verhaegh, 13 Veltman, 14 Kongolo, 16 Clasie, 18 Fer, 20 G. Wijnaldum, 17 Lens, 15 Kuyt, 19 Huntelaar, 21 Depay
Squalificati: –
Indisponibili: –
Arbitro: Rizzoli (Italia)
Venerdì 13 giugno alle ore 21 italiane si gioca Spagna-Olanda, che inaugura il girone B dei mondiali di Brasile 2014. Il match è la riedizione della finale 2010, vinta dalla Spagna ai tempi supplementari grazie al gol di Andres Iniesta: teatro della rivincita sarà l’Arena Fonte Nova di Salvador nello stato di Bahia. L’arbitro della sfida sarà l’italiano Nicola Rizzoli.
Vicente Del Bosque dovrebbe puntare sul modulo 4-2-3-1: attesa per il debutto mondiale di Diego Costa che sembra recuperato al cento per cento dopo i problemi fisici del mese scorso, ed è pronto a giostrare come unica punta di riferimento. Dietro di lui i “ballerini” Iniesta, Xavi e Silva con le Parche Xavi Alonso e Busquets a centrocampo. Difesa: davanti al portiere Casillas i terzini saranno Juanfran a destra e Jordi Alba a sinistra, dubbio al centro dove Piquè è favorito nel ballottaggio con Javi Martinez. Intoccabile invece Sergio Ramos. Il primatista di presenze delle Furie Rosse è Xavi con 132 gettoni mentre il top scorer dovrebbe partire dalla panchina: David Villa (appena trasferitosi in America a New York), che in 96 partite con la nazionale iberica ha realizzato ben 58 gol.
Louis Van Gaal ha sperimentato il modulo 5-3-2 e dovrebbe proporlo anche nel debutto mondiale contro la Spagna. In porta giocherà Cillessen, venticinquenne dell’Ajax, mentre in difesa spazio ai fluidificanti Janmaat a destra e Blind a sinistra. Il trio centrale sarà composto da De Vrij, Vlaar e Martins Indi. Centrocampo: Nigel Der Jong perno centrale con Sneijder e Clasie ai suoi fianchi, mentre l’attacco sarà affidato a Robin Van Persie, che vanta 43 gol in 85 presenze con gli Oranje, e Arjen Robben (23 reti in 76 partite). Per Sneijder sarà il match numero 100 con la casacca della sua nazionale, traguardo cui punta anche Dirk Kuyt che è a quota 98 prima del mondiale.