Il primo gol della storia della Bosnia Erzegovina ai mondiali di calcio lo segna Ibisevic. La Bosnia accorcia le distanze e viene sconfitta per 2-1 contro una Argentina che ancora vede un super Leo Messi risolvere le cose per la sua squadra. Bosnia che ha avuto un impatto molto difficile con il Mondiale, ma che può ancora far vedere molto di più 



L’Argentina raddoppia grazie al gol di Leo Messi che conclude una cavalcata portentosa nel migliore dei modi. Un tiro preciso e veloce, una serpentina ubriacante e tanta gioia. Ecco il gol di Leo Messi che spegne forse definitivamente le velleità dei giocatori avversari 

Inizia la ripresa di Argentina Bosnia (risultato parziale 1-0) e Sabella stupisce tutti con un doppio cambio davvero difficle da pronosticare. Fuori Rodriguez e Campagnaro, dentro Higuain e Gago. Ridisegnato l’assetto tattico dell’Argentina, ma la Bosnia non molla. Vedremo se la mossa di Sabella sarà premiata 



Il risultato è ancora di 1-0 tra Argentina e Bosnia, ma gli europei hanno ripreso a fronteggiare l’Argentina senza troppo timore reverenziale. Dzeko fa un gran lavoro in avanti, ma ancora non ha avuto grossissime occasioni. Dal canto suo l’Argentina si difende bene e propone, ma la manovra evapora sempre negli ultimi 20 metri 

Risultato che cambia dopo meno di due minuti di gioco tra Argentina e Bosnia al primo vero affondo della partita da parte dell’albiceleste. Una palla velenosa in mezzo trova la deviazione sfortunata di Kolasinac e rompe l’equilibrio. Argentina 1, Bosnia 0. La squadra dell’ex-Jugoslavia accusa il colpo ed è attonita. Stiamo a vedere se riuscirà a scuotersi 



Argentina-Bosnia sta per cominciare e gli inni nazionali danno l’idea dell’atmosfera che si respira tra i giocatori di due nazioni giovani, belle e tormentate (seppure per motivi diversi). L’Argentina vuole tentare di andare il più avanti possibile in casa dei rivali di sempre che ospitano il troneo, la Bosnia si affaccia per la prima volta nella storia al mondiale e vuole respirarlo fino in fondo. Le formazioni ufficiali di Argentina-Bosnia sono: Romero, Garay, Campagnaro, Zabaleta, Di Maria, Messi, Maxi Rodriguez, Mascherano, Rojo, F. Fernandez, Aguero. La Bosnia schiera Begovic, Bicakcic, Spahic, Kolasinac, Besic, Pjanic, Misimovic, Dzeko, Mujdza, Lulic, Hajrovic 

Si avvicina il fischio d’inizio della partita Argentina-Bosnia, valida per il girone F della Coppa del Mondo e diretta dall’arbitro Aguilar di El Salvador. Attenzione alla possibile variante tattica dell’Argentina, che potrebbe schierare l’undici titolare nel modulo 3-5-2. In tal caso il lavoro degli esterni in fase difensiva sarà ancora più importante, perché dei tre centrocampisti centrali almeno due, probabilmente Maxi Rodriguez e Di Maria, sono più votati ad offendere. La Bosnia punterà ad inserire i suoi trequartisti tra le linee albicelesti, cercando di creare superiorità numerica con le avanzate di Lulic, Hajrovico Misimovic. Quest’ultimo sarà incaricato assieme a Pjanic di rifiorire gli avanti con palloni precisi che sono ampiamente nelle loro corde. Mascherano dal canto suo potrebbe agire alla De Rossi, abbassandosi (ma non troppo) in mezzo alla difesa per dare una mano 

Sempre più vicino l’inizio della partita Argentina-Bosnia in programma alle ore 24 italiane, e diretta dall’arbitro Aguilar (El Salvador). Tante stelle in campo ma anche giocatori che potrebbero emergere a sorpresa. In questo senso c’è attesa per seguire Marcos Rojo, difensore dell’Argentina che milita nello Sporting Lisbona. Mancino classe 1990, è uno dei tanti giocatori molto chiacchierati tra le pagine di calciomercato ma visti poco all’opera, perlomeno dall’italiano medio. Dovrebbe partire come esterno di sinistra del centrocampo a cinque oppure come terzino della linea a quattro: la sua capacità di sdoppiarsi nelle due fasi di gioco sarà importante per l’Albiceleste, per tutto il resto poi c’è Lionel Messi (o il Kun Aguero). Nella Bosnia invece occhio a Zvjezdan Misimovic, non giovane quanto Pjanic (31 anni) nè reclamizzato come Edin Dzeko ma dotato di tecnica non banale. I suoi suggerimenti potrebbero scompaginare la difesa argentina, che non si preannuncia solidissima. Ma queste sono impressioni e calcoli prepartita: è tempo di attendere la verità del campo 

Va in scena nel mitico Maracanà di Rio de Janeiro Argentina-Bosnia, partita valida per la prima giornata del gruppo F della Coppa del Mondo 2014. Diretta da Aguilar, arbitro di El Salvador, la partita si preannuncia divertente, soprattutto importante: l’Albiceleste è la grande favorita per la vittoria del girone ma si trascina qualche dubbio e deve dimostrare di potersela giocare, mentre i balcanici sono all’esordio assoluto in un Mondiale e con un talento quasi smisurato davanti vogliono dimostrare che la tattica del segnare un gol in più degli avversari può funzionare anche nel corso dei Mondiali e non soltanto nelle qualificazioni. Il primo dato da tenere in conto per presentare questa partita è il fatto che la Bosnia è la nazionale numero 105 a giocare la fase finale di una Coppa del Mondo: in questa edizione 2014 è l’unica esordiente ai nastri di partenza. Naturalmente ha pagato il fatto di essere un Paese giovane, nato dalla disgregazione della Jugoslavia: fino al 1992 non ha avuto una sua nazionale ed è iscritta alla FIFA dal 1996, avendo partecipato per la prima volta alle qualificazioni Mondiali nel 1998. Dopo due playoff, entrambi persi contro il Portogallo, ha centrato l’obiettivo: segue così Croazia, Serbia e Slovenia che in precedenza avevano già raggiunto una fase finale iridata. La realtà dei fatti vuole poi che la Bosnia rappresenti soltanto l’etnia dei musulmani di Bosnia e che le altre parteggino per Serbia o Croazia. L’Argentina dal canto suo ha vinto due edizioni dei Mondiali (1978 e 1986) e perso le finali di 1930 e 1990. Altra curiosità: Safet Susic, che è stato un centrocampista importante anche del PSG (dove ha giocato per nove stagioni) e che era diventato famoso in Italia per aver firmato contemporaneamente per Inter e Torino, un giocatore votato il più forte bosniaco di tutti i tempi e miglior jugoslavo nel 1979, era in campo nel quarto di finale che la Jugoslavia allora unita giocò contro l’Argentina a Firenze, ai Mondiali del 1990. La partita finì 0-0: Susic non calciò il rigore perchè al 61′ minuto fu sostituito da Dejan Savicevic (uno dei due slavi a realizzare), alla fine Goycoechea parò tre conclusioni e annullò gli errori di Maradona e Troglio. Quella fu l’ultima grande Jugoslavia: poco dopo la guerra civile nei Balcani spazzò via quel gruppo, che si disgregò in tanti Paesi. Per quanto riguarda quell’Argentina, è stata l’ultima capace di andare anche solo in semifinale: da allora l’Albiceleste ha conosciuto soltanto delusioni. Tanti dubbi accompagnano l’esordio mondiale dell’Argentina. Il primo: Alejandro Sabella alla fine ha deciso di non convocare Carlos Tevez. Rinunciando a un attaccante che ha segnato 19 gol in Serie A nella Juventus dei 102 punti, e soprattutto a un giocatore che ha tanta esperienza e la cattiveria giusta per guidare il reparto offensivo. Il secondo: la questione dei portieri, perchè nessuno dei tre dà la necessaria affidabilità anche se, va detto, le alternative non erano poi tantissime. Il terzo: in generale la rosa dell’Albiceleste, che pure ha vinto il girone sudamericano di qualificazione, non sembra dare chissà quali garanzie soprattutto in difesa, dove Federico Fernandez anche a Napoli ha destato qualche perplessità e Marcos Rojo è nuovo a queste atmosfere. Vanno però ricordate due cose: la prima è il fatto che quando ti presenti con Lionel Messi, Sergio Aguero e Angel Di Maria e ti puoi permettere di tenere in panchina Gonzalo Higuain ti guadagni quasi in automatico i galloni di favorito, o comunque sei degno di entrare nel lotto delle favorite; la seconda, che nel 1986 (secondo Mondiale vinto) e 1990 (finale) la Seleccion non era accreditata di chissà quali favori, anzi alla vigilia della spedizione messicana in patria c’era tanto scetticismo e sembrava che il popolo non avesse nemmeno troppa voglia di assistere a una delusione annunciata. Dunque, anche su questo si basa Sabella, sul profilo basso e sulle motivazioni che la vittoria di una Coppa del Mondo nella terra del grande rivale possono portare. Dall’altra parte c’è una Bosnia per la quale è tutto nuovo: le atmosfere, il gran caldo del Brasile, il fatto di giocarsi un Mondiale. Gli addetti ai lavori l’hanno indicata come una squadra che farà poca strada: fortissima davanti, debole dietro e senza troppi giocatori in grado di fare filtro ed essere i grado di proteggere adeguatamente la difesa. L’attacco è stato il quarto migliore della zona europea: quando hai Edin Dzeko e Vedad Ibisevic può capitare che finisca così. Certo il girone era semplice (la Grecia l’avversaria principale, superata per differenza reti) ma la Bosnia ha comunque destato grande impressione sul piano del gioco, grazie alla capacità di Miralem Pjanic di essere insieme regista o mezzala che si inserisce negli spazi, mentre al suo fianco agisce Zvjezdan Misimovic che è stato grande trascinatore del Wolfsburg campione di Germania nel 2009 (con Dzeko in squadra). Insomma, una nazionale che in fase offensiva sembra in grado di battere chiunque, a patto però che dietro non si conceda troppo. L’Argentina, rimane chiaro e assodato, è la favorita per questa partita; ma abbiamo già visto in questi giorni che il dover vincere per forza (Uruguay, e in parte Brasile) può giocare brutti scherzi. Non resta allora che mettersi comodi, dare la parola al campo e stare a vedere come andrà a finire: la diretta di Argentina-Bosnia sta per cominciare…  

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