Ha vinto la sesta tappa del Giro di Svizzera 2014. Podio tutto italiano al termine della Bueren-Delemont (192,8 km), allungata di una decina di chilometri rispetto al primo tracciato. Una grande gioia per il corridore della Omega Pharma-Quick Step, già vincitore di una tappa del Tour 2013 e portato fino ai 200 metri dal traguardo da un “gregario” d’eccezione, il compagno di squadra Tony Martin che rimane anche oggi leader della classifica generale e domani proverà a vicere la cronometro. Si diceva però del trionfo italiano: subito dietro a Trentin, ecco al secondo posto Daniele Bennati – battuto di mezza ruota – e poi Francesco Gavazzi. La vittoria del corridore nato a Borgo Valsugana è il secondo successo tricolore consecutivo nella corsa elvetico dopo quello di ieri di Sacha Modolo.



ORDINE D’ARRIVO — 1. Matteo Trentin (Omega Pharma-Quick-Step) 192,8 km in 4h43’19”; 2. Bennati s.t.; 3. Gavazzi; 4. Swift (Gbr); 5. Sagan (Slk); 6. Modolo; 7. Rojas (Spa); 8. Dillier (Svi); 9. Henao (Col); 10. Van der Sande (Bel).
CLASSIFICA GENERALE — 1. Tony Martin (Ger, Omega Pharma-Quick-Step) in 23h11’06”; 2. Dumoulin (Ola) a 6″; 3. Sagan (Slk) a 10″; 4. Mollema (Ola)a 17″; 5. Slagter (Ola) a 23″; 6. Formolo a 27″; 7. Izagirre (Spa); 8. Kreuziger (R.Cec.) a 28″; 9. Frank (Svi) a 29″; 10. Cattaneo.


Sesta tappa oggi per il Giro di Svizzera 2014. La classica corsa a tappe elvetica finora non ha proposto frazioni particolarmente impegnative, tanto che la classifica generale è ancora in gran parte plasmata dalla cronometro iniziale di sabato scorso, con il tedesco Tony Martin leader e al secondo posto l’olandese Tom Dumoulin, staccato di 6”. Anche oggi non si attendono particolari novità, perché nemmeno il percorso della sesta tappa appare particolarmente impegnativo. La Bueren-Delemont di 184 km ci porterà da una zona di lunga tedesca a una francofona, e prevede anche quattro Gpm, però la parte più impegnativa è quella iniziale. Una tappa dunque adatta ad attacchi e fughe, dal momento che i velocisti saranno tagliati fuori dalle due salite previste nella parte finale, il Col des Rangiers (Gpm di seconda categoria a circa 30 km dall’arrivo) e la salita di Le Rond-Pré, di terza categoria ma a ridosso del traguardo: ascese troppo facili per provocare grosse novità in classifica, ma che di certo scateneranno la fantasia di tanti. Anche perché, nel curioso disegno della corsa elvetica di quest’anno, questa è l’unica occasione rimasta agli attaccanti dopo tre tappe consecutive per velocisti e il gran finale degli ultimi tre giorni, con la cronometro di domani e poi due tappe consecutive di alta montagna sabato e domenica. In attesa quindi dei giorni che daranno la scossa alla classifica, torniamo per un attimo a quello che è successo ieri, cioè alla splendida vittoria in volata di Sacha Modolo. Lo sprinter veneto della Lampre-Merida ha battuto grandi nomi per le volate come Peter Sagan (vincitore lunedì della terza tappa) e poi John Degenkolb e Alexander Kristoff, rispettivamente terzo e quarto, mentre Mark Cavendish è stato messo fuori causa da una caduta che in ogni caso non ha avuto conseguenze fisiche per il corridore britannico. Così Modolo ha commentato il suo successo: “Era un arrivo complicato, per giunta in leggerissima salita: insomma, di quelli che piacciono a me. Sapevo che se volevo avere qualche chance di vittoria avrei dovuto uscire dalla penultima curva tra i primi cinque, e così ho fatto. Avevo bisogno come l’ossigeno di una volata come questa e di una vittoria del genere, sicuramente la mia più importante di sempre”.

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