, zio di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto ieri mattina dopo una lunga agonia, è intervenuto nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Radio Crc: “Continuo ad augurarmi che il dramma che la mia famiglia sta vivendo sia da monito affinchè qualcosa cambi nel nostro paese. Vorrei che si riconoscesse che Ciro è stato un eroe civile, dovremo trovare un modo per ricordarlo ogni anno. Le procedure di autopsia si stanno svolgendo e tra poco dovremo partire per Napoli. Ringraziamo tutti quelli che stanno parlando della vicenda ma da quando Ciro arriverà a Napoli fino a domani la famiglia Esposito resterà in silenzio stampa. Ringrazio in particolare un napoletano acquisito, Gianni Morandi e il calciatore De Santis che ci hanno dimostrato tutto il loro affetto e calore. Gli stessi romani sono schifati dall’accaduto e molti di loro sono stati disposti a darci il loro supporto”.
Daniele De Santis, l’ultrà romanista accusato di aver sparato a Ciro Esposito, il trentenne morto questa mattina a seguito delle ferite riportate negli scontri avvenuti prima della finale di Coppa Italia a Roma, è stato trasferito per motivi di sicurezza presso la struttura protetta dell’ospedale Belcolle di Viterbo. Fino a poco fa si trovava invece in stato di arresto al Policlinico Umberto I della capitale. Esposito, ha fatto sapere oggi il direttore del Centro rianimazione del Gemelli, Massimo Antonelli, è morto “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”. Lo stesso Antonelli ha anche espresso, a nome di tutto il reparto, “profondo cordoglio e vicinanza ai genitori di Ciro in questo momento di dolore per la perdita del proprio figlio”.
Niente benedizione per il corpo di Ciro Esposito. Il magistrato non ha ancora autorizzato Don Luigi Merola, prete simbolo della lotta alla camorra a Napoli, a benedire la salma del trentenne napoletano morto stamattina. “Sono venuto qui per benedire la salma di Ciro”, aveva detto Don Merola prima di entrare nell’obitorio comunale di fronte al cimitero romano del Verano, ma dal magistrato non è arrivato il via libera: “Il Paese è in rovina anche per questo – ha commentato il religioso arrivato direttamente da Napoli – Il magistrato non ha ancora autorizzato la benedizione. Purtroppo come al solito lo Stato arriva sempre in ritardo. Questa è l’Italia, siamo alla frutta”. Poi ha aggiunto: “Soltanto dopo la morte si fanno tutti vivi. La famiglia fa bene a non accogliere nessuno. Io tornerò più tardi, sperando che nel frattempo l’autorizzazione sia stata rilasciata”.
Anche l’allenatore del Napoli Benitez ha voluto commentare la morte del tifoso della sua squadra. E’ qualcosa di drammatico ha detto ingiustificabile e terribile. Un giovane non può morire mentre va allo stadio a vedere la sua squadra, non deve succedere mai più. Il sindaco di Napoli invece chiede alla magistratura di accertare ogni responsabilità su quanto avvenuto quel giorno e ai disordini della finale di Coppa Italia. Infine l’intervento del cardinale di Napoli Sepe: “Faccio un appello soprattutto alle tifoserie a non lasciarsi andare a questi momenti di emozione per innescare delle bombe di violenza che potrebbero procurare tanti altri morti”.
Secondo quanto detto da alcuni familiari di Ciro Esposito, il giovane tifoso morto aveva visto una fotografia di Daniele De Santis durante il suo lungo ricovero. De Santis, come si sa è il tifoso della Roma accusato di aver sparato durante gli incidenti che portarono appunto al ferimento di Esposito. In un momento di lucidità del suo lungo calvario sarebbe stato in grado di riconoscerlo come la persona che gli sparò. Adesso la Digos sta cercando di rintracciare quei parenti per sentire in forma ufficiale la loro testimonianza. Questo perché gli inquirenti sperando nel miglioramento di Esposito, pensavano di mostrargli loro la foto.
Sulla morte di Ciro Esposito arriva il commento di don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, il sacerdote simbolo della lotta nella Terra dei fuochi. Commentando la sua morte, don Patriciello ha chiesto che la morte di Ciro non sia vana. Ha pagato un prezzo altissimo per mano di violenti che non hanno nulla a che fare con lo sport. Ha poi detto che andrà a celebrare il suo funerale a Scampia: “Dobbiamo imparare a vivere. Il gioco e lo sport dicono gratuità e bellezza, non possono esserci nemici dentro e fuori lo stadio. Dobbiamo stare vicino ai giovani e far capire che il calcio non è un affare ma una realtà che serve per crescere”.
Il corpo di Ciro Esposito sarà sottoposto ad autopsia. La salma del tifoso napoletano è stata infatti portata all’istituto di medicina legale della Sapienza. Lo zio di Ciro, Vincenzo Esposito, è l’unico membro della famiglia del tifoso che ha rilasciato dichiarazioni dopo la morte del giovane. Dapprima ha chiesto che non ci siano più violenze in nome del calcio, che la morte del nipote venga rispettata e non usata per nuove violenze. Ha poi detto come nessun rappresentante dello stato si sia recato in ospedale: “Il silenzio della nostra famiglia si contrappone al silenzio delle istituzioni. Anche oggi non si è ancora visto nessuno per Ciro qui al Gemelli”. Oggi è il giorno del lutto e del silenzio, ha detto ancora.
Alla fine non ce l’ha fatta. Il giovane tifoso del Napoli ferito lo scorso 3 maggio prima della finale di Coppa Italia è morto. Nelle ultime ore le sue condizioni si erano improvvisamente aggravate, ma il fatto che il cuore battesse ancora aveva dato a tutti un lumicino di speranza. Poi il decesso per “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”. L’appello di Enzo Esposito zio di Ciro dopo la sua morte: “Non si faccia violenza nel nome di Ciro. Invitiamo a mantenere la calma, non vogliamo altra violenza, ma solo rispetto per lui”. Come si sa, per quei colpi di arma da fuoco che colpirono il tifoso napoletano è stato arrestato un tifoso della Roma, Daniele De Santis.
Ciro Esposito non è morto. Negli ultimi minuti si era diffusa un’agenzia sulla morte del giovane supporter del Napoli ferito da un colpo di arma da fuoco sabato 3 maggio all’esterno dello stadio Olimpico di Roma, teatro della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. I famigliari hanno smentito la falsa notizia e il fratello Michele ha fatto sapere che il cuore di Ciro batte ancora, anche se i medici del Policlinico Gemelli di Roma lo considerano “clinicamente morto”.
Si sono aggravate ulteriormente le condizioni di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli che era stato ferito da colpi di arma da fuoco poco prima del fischio d’inizio della finale di Coppa Italia, presso un vivaio di Tor di Quinto a Roma. Secondo fonti del Policlinico Gemelli dove è ricoverato, sarebbe addirittura in fin di vita; l’avvocato della famiglia, Angelo Pisani, ha confermato queste voci sostenendo che la situazione è “disperata”. Ricorderete l’episodio: era il 3 maggio scorso, si giocava Napoli-Fiorentina all’Olimpico. Prima dell’inizio c’erano stati degli scontri presso Tor di Quinto, dove i pullman che trasportavano i tifosi partenopei avevano parcheggiato. Un agguato: il fermato, Daniele De Santis detto “Gastone” e identificato come ultras della Roma, secondo le ricostruzioni aveva agito da solo, sparando con una pistola che era poi stata trovata nei pressi della zona incriminata. Aveva ferito due persone in un possibile regolamento di conti, tra cui Ciro Esposito che era parso subito in gravi condizioni; qualcuno aveva sostenuto che fosse addirittura morto, questa voce si era sparsa all’interno dello stadio dove inizialmente i tifosi del Napoli avevano chiesto che la partita non si giocasse. Rassicurati dall’intervento della polizia e del capitano azzurro Marek Hamsik, avevano dato l’ok; e aveva fatto il giro del mondo quell’immagine di Gennaro Di Tommaso, ovvero “Genny ‘a Carogna”, che a cavalcioni sulla transenna degli spalti dava il suo assenso a giocare. Con maglietta inneggiante alla libertà per Antonino Speziale, condannato per l’omicidio dell’ispettore Filippo Raciti durante gli scontri di Catania del febbraio 2007. Adesso le condizioni di Ciro sono disperate: la speranza è che già in giornata possa arrivare una notizia in controtendenza rispetto a questa.