Terminato il primo turno della Coppa del Mondo 2014: sorprese e conferme, eliminazioni clamorose e qualificazioni inaspettate. Come al solito, i Mondiali non sono mai lineari nel loro svolgimento. Gli ottavi di finale saranno dunque Brasile-Cile, Olanda-Messico, Colombia-Uruguay, Costa Rica-Grecia, Francia-Nigeria, Argentina-Svizzera, Germania-Algeria e Belgio-Stati Uniti. In attesa delle partite (tra sabato e martedi) abbiamo ideato una Top 11 della prima fase: il criterio era quello di non scegliere giocatori troppo famosi (per esempio: niente Neymar, sul quale c’è poco da scoprire) e soprattutto di provare a stilare una formazione il cui limite massimo di età fossero i 23 anni, con una sola possibilità per i fuori quota. Ne è venuto fuori un 4-2-3-1 che potrebbe anche dare qualche ipotesi di calciomercato per qualche squadra alla ricerca di giovani talenti nel corso dell’estate.
Ha giocato soltanto l’ultima partita, persa contro il Belgio. Non irreprensibile sul gol di Vertonghen, ha però messo in mostra buone doti atletiche e un certo savoir faire tra i pali. Tutta la sua breve carriera si è finora sviluppata in patria, con l’Ulsan Hyundai; non è mai facile puntare su un portiere asiatico, ma il talento potrebbe esserci e in qualche campionato minore potrebbe finire.
Ha 24 anni, quindi è il fuoriquota della squadra. Non potevamo lasciarlo fuori: nella Costa Rica è il terzino di spinta che agisce sulla stessa fascia di Bryan Ruiz, formando una catena di corsa e qualità che ha spinto i sorprendenti centramericani al primo posto del gruppo D (purtroppo per noi). Gioca in Scandinavia da quattro anni: oggi al Rosenborg, domani chissà perchè i mezzi per chiedere qualcosa di più ci sono.
Difficile trovare centrali giovani che abbiano impressionato, per cui scegliamo un prospetto che in realtà è già famosissimo, titolare inamovibile nel Feyenoord e – pare – molto vicino alla Lazio. Ha segnato il terzo gol nel trionfo contro la Spagna e confermato quelle che sono le sue grandi doti; se non si perderà per strada come successo a qualche connazionale, può diventare uno dei più forti nel suo ruolo. Intanto, chi lo prende fa un affare; bene farà Lotito a chiudere in fretta.
L’uomo del destino? Partito riserva senza troppe pretese, si è trovato catapultato a sostituire Diego Lugano, il capitano e il leader emotivo della Celeste. Non ha tremato, mettendo la museruola prima agli attaccanti inglesi e poi ai nostri; che in realtà si sono anche frenati da soli. E però, Gimenez ha mostrato personalità e carisma a nemmeno vent’anni: nell’Atletico Madrid è una riserva che studia dal connazionale Diego Godin, dopo questo Mondiale qualche spazio in più potrebbe facilmente trovarlo.
Anche lui è un nome noto, se non altro perchè società italiane si sono fatte avanti chiedendo informazioni. Classe ’92, si è preso la corsia sinistra della Svizzera con autorità, dimostrando di essere un elemento che può ricoprire tutta la corsia e arrivare sul fondo. Di origine ispanico-cilena, è al Wolfsburg dal 2012 e portarlo via non sarà semplice.
Della Costa Rica assoluta sorpresa del Mondiale, lui è quello che ha colpito maggiormente per la verve e la corsa che ci ha messo in mezzo al campo. Lottatore vero, lascia ad altri il compito di creare ma azzanna tutto quello che passa dalle sue parti. Ha 22 anni e gioca in patria nel Saprissa; piace però molto all’Everton, il futuro in Premier League potrebbe essere garantito dopo questa avventura brasiliana.
Torna a casa con tanti rimpianti: la sua Bosnia aveva qualità e talento ma non li ha espressi fino in fondo. Besic è stato però ottimo nella doppia cerniera davanti alla difesa; il suo ruolo naturale sarebbe quello di centrale a protezione del portiere, Susic l’ha avanzato di qualche metro e i risultati sono stati importanti. Ha visione di gioco e piede educato, ma sa anche sgomitare; il Ferencvaros potrebbe cominciare a stargli stretto. Ha origini tedesche (è nato a Berlino): tornerà in Bundesliga?
Lo abbiamo messo qui, ma la realtà è che può giocare ovunque dalla mediana in su. Pagato a peso d’oro dal Monaco dopo i successi con il Porto, lo attendevamo però sul grande palcoscenico non essendo ancora esploso a livelli assoluti. Si è confermato eccome: tre gol in tre partite, ha trascinato una Colombia di cui ora tutti hanno paura agli ottavi e ha messo in mostra un repertorio infinito di qualità sopraffina. Costa un patrimonio: il suo futuro dipende da quanto Rybolovlev renderà competitiva la squadra del Principato, per le italiane al momento è fuori portata.
Non potevamo non inserire un algerino: i maghrebini sono la grande rivelazione della prima fase. Bentaleb è già un nome: quest’anno ha messo insieme 15 partite in Premier League con il Tottenham. Classe ’94, tecnicamente gioca davanti alla difesa ma ha così tanta qualità che non è un problema mettersi alle spalle delle punte. Non perde mai la calma e fa quasi sempre la cosa giusta, deve crescere in personalità e senso tattico ma può emergere come un grande giocatore.
Altro nome già nelle liste di tanti addetti ai lavori: classe ’94, è nel PSV Eindhoven da quando aveva 12 anni. Ha già segnato due gol in questo Mondiale: corsa, talento e fantasia non gli mancano. Naturalmente parte alle spalle dei due mostri sacri Robben e Van Persie, ma può ritagliarsi uno spazio e dubitiamo che rimarrà in Eredivisie ancora a lungo.
Ti aspettavi Drmic di cui tutti parlano benissimo, è spuntato questo attaccante del Friburgo che ha collezionato 12 gol nell’ultima Bundesliga. Il gol con cui ha pareggiato lo svantaggio contro l’Ecuador ha avuto grande peso specifico nella qualificazione rossocrociata; ha fisico e qualità per emergere, a 23 anni ha già collezionato 24 presenze con la maglia della nazionale.
(Claudio Franceschini)