Per i Mondiali di calcio brasiliani, la FIFA ha chiesto alle varie compagini di coniare uno slogan originale e rappresentativo che rispecchi antropologicamente la nazionalità di appartenenza. Può darsi che Re Blatter poi non li abbia letti, comunque saranno scritti sui pullman di ciascuna squadra. Eccone alcuni seguiti da un commentino tra il serio e il faceto, senza la pretesa di essere un Marcello Marchesi o un Ennio Flaiano. E comunque: tutto il mondo è paese.
Argentina: “Non siamo una squadra, siamo un Paese”. Papa Francesco docet
Australia: “Saltando verso la storia”. Canguri
Belgio: “Aspettatevi l’impossibile”. Su Rai 3 a “Chi l’ha visto?”
Bosnia: “Draghi nel cuore. Draghi in campo”. Con Mario e contro la Germania
Brasile: “Preparatevi! La Sesta sta arrivando”. Sesta oppure Siesta?
Camerun: “Un leone è sempre un leone”. Ma come fa ad arrivare un leone in Brasile?
Cile: “Ci, ci, ci, le, le, le. Viva Cile!”. Inti Illimani
Colombia: “Qui non viaggia una squadra, viaggia un intero Paese!”. Sicuro, è il Paese dove si…viaggia di più in assoluto
Corea del Sud: ”Buon divertimento, rossi!”. Alla Corea del Nord
Costa d’Avorio: “Gli elefanti alla conquista del Brasile”. Annibale varcò le Alpi, ma l’Oceano è un’altra cosa
Francia: “Impossibile non è francese”. Dopo Sarkò Hollande vale tutto
Germania: “Una nazione, una squadra, un sogno”. Troppo Merkel
Ghana: “Stelle Nere: qui per illuminare il Brasile”. Mai vista una lampadina nera che fa luce
Giappone: ”Samurai, è arrivato il momento di combattere” . Ditegli che la Seconda guerra mondiale è finita da mo’
Grecia: “Gli eroi giocano come i greci”. Platone
Inghilterra: “Il sogno di una squadra, il battito del cuore di milioni”. Di euro, degli sceicchi
Italia: “Coloriamo d’azzurro il sogno della Coppa”. Il mondiale dei Puffi
Olanda: “I veri uomini vestono arancione”. E le vere donne?
Portogallo: “Il passato è storia, il futuro è vittoria”. Ricordiamoci che conquistarono il Brasile
Russia: “Nessuno può raggiungerci”. Come si fa a prendere il gas?
Svizzera: “Ultima fermata: 13 luglio 2014, Maracanà”. Il metrò di Zurigo