Argentina-Svizzera si è conclusa sul risultato di 1-0 per la nazionale sudamericana, che ha trovato il guizzo vincente al 118′ minuto con il gol di Angel Di Maria, a pochi secondi dai calci di rigore. La Seleccion accede così ai quarti di finale della Coppa del Mondo 2014: troverà la vincente di Belgio-Stati Uniti e giocherà all’Estadio Nacional di Brasilia, sabato 5 luglio alle ore 18:00 italiane.



Sarebbe una sufficienza abbondante fino al 118′, i minuti dal gol di Di Maria al fischio finale hanno alzato al valutazione di una gara prima molto intensa, poi più aperta e infine pazzesca. Forse la lotteria dei rigori e quindi un esito più “casuale” sarebbe stato il premio più giusto per entrambe le squadre, che si sono impegnate molto per tutta la durata del match.



Forse l’Argentina non ha fatto una grande partita, però alla fine ha vinto e questo fanno le squadre forti“. Parole e musica di Blerim Dzemaili nel post partita di SkySport: il centrocampista elvetico ha smaltito a tempo record la delusione più immediata e offerto in poche sillabe una disamina semplice ma sostanzialmente corretta. L’Argentina ha prodotto più calcio e costruito più occasioni: 77 attacchi a 35, 29 conclusioni totali a 14; è però spesso risultata prevedibile e alla Svizzera è bastato raddoppiare le stelle principali per resistere dignitosamente. Fino al 118′, il minuto che forse cambia la storia del Mondiale.



La nazionale elvetica ha impostato una partita prevalentemente difensiva, ma molto organizzata e soprattutto disposta ad offendere in situazioni favorevoli. L’unica punta Drmic è risultato un pò troppo isolato ma i trequartisti si sono dati un gran daffare, sdoppiandosi efficacemente nelle due fasi di gioco. Difesa e centrocampo hanno gestito bene i raddoppi di marcatura sul Messi o Di Maria di turno, e tagliato i rifornimenti a Higuain che in fase conclusiva si è visto pochissimo. Il piano ha retto con dignità sino all’azione decisiva, un fuori programma che solo i grandi come Messi possono permettersi di scrivere. Rimane anche una buona percentuale di sfortuna perché il palo-rimpallo di Dzemaili è parso quasi più imposto dagli dei del calcio che una circostanza casuale.

Probabilmente tarda un pò troppo ad estrarre i cartellini, ma riesce a non soccombere mai ad un costato di gioco molto agonistico, non semplice da dirigere. Al fischio finale non restano grosse lamentele dalle due parti.

Il primo tempo di Argentina-Svizzera si è concluso sul risultato di 0-0. I 45 minuti di gioco sono stati molto intensi ed anche divertenti alla fine: l’Argentina ha gestito maggiormente il possesso palla ed attaccato con più continuità, ma la Svizzera si è difesa con grande organizzazione e ha avuto le due migliori occasioni della prima frazione. Al 28′ un calcio d’angolo battuto corto ha permesso a Shaqiri di intrufolarsi nell’area argentina dal lato destro: il folletto del Bayern Monaco ha passato al centro per Xhaka che di prima intenzione ha provato il rasoterra sul primo palo, respinto da una grande parata di Romero. Al 38′ grande combinazione in contropiede tra Shaqiri e Drmic: il secondo ha passato in profondità per lo scatto del primo, che però solo davanti all’incerto Romero (esco-non esco) ha regalato la palla al portiere con un pallonetto velleitario. Nel primo tempo un solo ammonito ovvero lo svizzero Xhaka, per un fallo a centrocampo su Lavezzi. Migliore in campo Svizzera: Shaqiri voto 7, se gli elvetici hanno due grandi occasioni lo devono soprattutto ad altrettanti guizzi del numero 23, che mostra un ottimo trattamento di palla. Peggiore in campo Svizzera: Drmic voto 5, vita grama là davanti ma il pallonetto con cui spreca l’occasione più grossa si può definire un errore grave. Migliore in campo Argentina: Lavezzi voto 6,5 parte sulla fascia destra poi si inverte con Di Maria, corre molto nei due sensi aiutando anche la fase difensiva. Come lui positivo anche Di Maria (voto 6,5) che però è quasi sempre stato ingabbiato, al pari di Messi (voto 6). Peggiore in campo Argentina: Zabaleta voto 5,5 l’asse Rodriguez-Mehmedi lo mette in difficoltà, lui non commette errori particolari nè però riesce a spingere con la consueta continuità. (Carlo Necchi)

Argentina

Gran parata nel primo tempo su Xhaka. Poi lunghi periodi di inoperosità fattiva ma concentrazione sempre alta.

Nei supplementari sfrutta il serbatoio capiente ed è tra i più positivi, prima però ha sofferto molto le accoppiate Mehmedi-Rodriguez.

Senza entusiasmare il suo lo fa: concede poco a Drmic, giusto un’occasione in contropiede in cui però sbaglia tutto il reparto.

Pochi fronzoli anche per lui, lascia qualche spazio ma è una minaccia davanti, in quasi tutti i calci piazzati.

Riduce il raggio d’azione di Xhaka e alla lunga aumenta il voltaggio offensivo: nella ripresa è quasi sempre pronto al cross dal 105’BASANTA 6 Un tempo supplementare per lui: sempre in appoggio all’azione sulla corsia sinistra.

Un primo tempo effervescente e un secondo più liscio: alla lunga gli prendono le misure dal 74’PALACIO 6,5 Spreca qualche buon pallone in area, che solitamente valorizza meglio; ma è lui a dare il la all’azione decisiva.

Un riferimento costante ma poco creativo: riceve e smista decine di palloni, quasi sempre sceglie la via di passaggio più facile. Non un demerito ma forse un limite dal 106’BIGLIA 6 Prende il posto di Gago e ne assume le mansioni, qualche metro più avanti perché l’Argentina nel finale spinge di più.

Giocando da difensore si è specializzato nel mordere caviglie e recupero palla; quando si tratta di impostare è più in difficoltà.

Macina chilometri e produce numeri, ad esempio 11 conclusioni di cui 10 in porta e soprattutto una in rete, mentre non si contano i dribbling nello stretto e le accelerazioni insidiose. Un pò ‘venezia’, ma -perdonateci- chissenefrega.

L’assist decisivo, che esalta una partita da normale sorvegliato speciale, ricorda il Maradona-to-Burruchaga di Messico ’86. Non è in finale? Chissenefrega bis.

Dopo un primo tempo difficile capisce che non è la sua giornata: si rende utile per la squadra ma non vede quasi mai la porta.

All.SABELLA 6,5 Riesce a far convivere quattro punte sotto un tetto: ciononostante l’Argentina risulta spesso prevedibile, avrebbe forse bisogno di un centrocampista più creativo.

Svizzera

Otto parate di cui almeno tre da applausi: dal mazzo scegliamo quella su sventola di Di Maria nei supplementari. Sul gol è in contrattempo, può davvero poco.

Più che per la palla persa fatale, nel contrasto con Palacio che avvia l’azione del gol, risulta insufficiente perché in evidente riserva. Fa il suo in fase difensiva ma dopo una stagione estenuante non riesce ad attaccare come d’abitudine.

Non avrà l’eleganza di Nesta ma sa come tenere l’area pulita: allontana più di una minaccia con buon tempismo. Da controllare.

Partita da buona guardia svizzera: forza Higuain a giocare spalle alla porta e toglie dall’area piccola due-tre palloni scottanti.

Fuori asse nell’azione del gol ma glielo si può perdonare: per 118 minuti difende concentrato ed efficace, lottando alla pari con Di Maria. Ogni tanto riesce anche ad avanzare.

Come al solito e forse più del solito: non bello ma dannatamente prezioso, soprattutto in fase di marcatura e contrasto. Bel duello con Messi, perso solo all’ultimo.

Alterna giocate d’alta scuola ad errori banali, soprattutto in alcuni passaggi in campo aperto. Però è sempre nel cuore del gioco.

Parte largo a destra ma non riesce a pungere lateralmente, più coinvolto quando si accentra. Ha una bella occasione sul destro ma Romero salva alla grande dal 66’G.FERNANDES 6 L’uomo dei raddoppi: se un argentino supera un suo compagno lui gli intralcia la strada, con le buone o le cattive.

‘Tamarrino’ anche troppo funambolico, cerca il gioco ad effetto appena può. Però è lui la luce dell’attacco, attore protagonista in tutte le azioni pericolose dei suoi. 

Gran partita: disposto al sacrificio in fase difensiva e pronto ad accelerare nell’altra metacampo, con tanto di dribbling ‘alla Shaqiri’. Tiene a bada Zabaleta, non uno qualsiasi dal 113’DZEMAILI 6 Probabilmente sognerà quel palo per tutta la vita. Ma non lo si può bocciare per così tanta -perdonateci di nuovo- sfiga. Anche per questo doveva tirare lui l’ultima punizione, forte alla sua maniera.

Sulla sua prestazione, di sacrifici e danze sulla linea del fuorigioco, pesa l’errore nel primo tempo: un cucchiaio soffio davanti a Romero dall’82’SEFEROVIC 6 Guadagna qualche buon pallone a centrocampo, non arriva al tiro se non in condizioni difficili.

All.HITZFELD 6,5 La Svizzera è attivamente passiva, se concedete l’ossimoro: solo un’invenzione di Messi le nega i rigori. 

 

(Carlo Necchi)

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