Successo del tedesco Tony Martin nella penultima tappa del Tour de France 2014, la cronometro Bergerac–Perigueux lunga 54 chilometri. Secondo Dumoulin a 1’39” , terzo Barta a 1’47”, quarto Vincenzo Nibali a 1’58. La classifica generale ormai è delineata, con lo Squalo che ha mantenuto la maglia gialla davanti ai francesi Peraud (a +7’52”) e Pinot (+8’24”). Non c’è l’ha fatta invece lo spagnolo Valverde a recuperare terreno. Così sedici anni dopo Marco Pantani un altro ciclista italiano indosserà la maglia gialla a Parigi, dove si concluderà l’edizione numero 101 della corsa a tappe più importante del mondo. Nibali è ormai pronto anche per l’olimpo di questi sport avendo vinto la Vuelta, il Giro d’Italia e ora il Tour de France. Domani (domenica 27 luglio) l’ultima tappa Evry-Paris, con la passerella finale per il corridore siciliano. Per commentare l’impresa di Nibali e la ventesima tappa del Tour ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva l’ex ciclista Michele Bartoli.
Quella di Tony Martin era una vittoria scontata? Direi di sì, il corridore tedesco è il più forte nelle prove a cronometro e l’ha dimostrato. Oltretutto mancava lo svizzero Fabian Cancellara che avrebbe potuto impensierirlo: senza di lui Martin ha vinto in scioltezza.
Invece Ernesto Valverde è rimasto indietro: ci si poteva aspettare qualcosa di più da lui? Sì pensavo che in questa tappa a cronometro avrebbe potuto fare meglio, evidentemente ha pagato troppo la fatica accumulata nelle prove di montagna.
Nibali quarto, una cronometro importante per lui… Ha fatto molto bene anche oggi, ha dimostrato che quando un corridore è in forma riesce ad onorare al meglio ogni tipo di tappa, al contrario di Valverde che non è riuscito ad essere costante.
Dove in particolare Nibali ha costruito la sua vittoria al Tour? Credo che il primo sigillo sulla corsa l’abbia messo nella tappa sul pavé, dove ha deciso di spingere sull’acceleratore a dispetto delle condizioni sfavorevoli, guadagnando tempo prezioso sui diretti rivali e mandando un messaggio a tutti.
Lo Squalo entree nella top class dei ciclisti che hanno vinto Giro d’Italia, Tour de France e la Vuelta… La vittoria del Tour de France è anche più importante di quella al Giro d’Italia. Con questa tripletta Nibali entra effettivamente nell’etile dei migliori corridori di tutti i tempi.
A questo Tour però sono mancati Froome e Contador: sono obiezioni pesanti alla vittoria di Nibali? E’ difficile dire come sarebbe andata a finire se loro non si fossero infortunati. E’ anche vero che Nibali aveva un vantaggio di 2’30” in classifica generale, quindi non si può nemmeno essere sicuri che l’avrebbero ripreso. Dal canto suo Vincenzo è stato più bravo nel non cadere, anche in questo si deve giudicare una performance: ha dimostrato di sapersi gestire bene e non si è fatto prendere dall’ansia. Complimenti a Nibali, la sua vittoria è meritata.
Dietro a lui si aspettava il podio francese, con Peraud e Pinot? Mi aspettavo che Pinot potesse piazzarsi sul podio, magari con Valverde. Anche se Peraud sta correndo bene da qualche stagione. Considerando anche Bardet si vede che il ciclismo francese è forte, può contare su atleti competitivi e a grandi traguardi in futuro.
Domani a Parigi tappa finale: tutto apparecchiato per Nibali… Sarà una tappa per velocisti ma soprattutto una passerella per Vincenzo. Per lui sarà una giornata speciale, indimenticabile, anche più forte di quando ha vinto al Giro. Non capita tutti gli anni di arrivare a Parigi in maglia gialla, lo dice la storia. Nibali si può definire lo sportivo italiano dell’anno.
(Franco Vittadini)