Qualche numero per meglio introdurci alla partita Brasile-Colombia, valida per i quarti di finale della Coppa del Mondo 2014 e in programma domani (venerdì 4 luglio) alle ore 22:00 italiane, all’Estadio Castelao di Fortaleza. I precedenti: 25 partite giocate tra le due nazionali con un bilancio di 15 vittorie del Brasile, 8 pareggi e solo 2 successi per la Colombia. 55 i gol realizzati dalla Seleçao, 11 quelli dei Cafeteros. In questo mondiale però la Colombia sta viaggiando col vento in poppa avendo vinto tutte e quattro le partite giocate: 3-0 contro la Grecia, 2-1 contro la Costa d’Avorio, 4-1 contro il Giappone e 2-0 con l’Uruguay negli ottavi. Qualche difficoltà in più per il Brasile che ha vinto 3-1 l’esordio con la Croazia, poi ha pareggiato a reti bianche contro il Messico e dilagato contro il Camerun (4-1), prima di risolvere la pratica Cile solo ai calci di rigore negli ottavi. Qualche statistica di squadra: nelle quattro partite precedenti la nazionale verdeoro ha realizzato 8 gol quindi 2 per match, la Colombia invece ne ha segnati 11 (media 2,8). Il Brasile ha effettuato più tiri verso la porta avversaria: 17,5 a partita contro gli 11,5 della Colombia, che quindi trova il gol con maggiore facilità (70% per entrambe la percentuale di conclusioni nello specchio). I verdeoro hanno commesso in tutto 65 falli rimediando 8 ammonizioni, i Cafeteros hanno all’attivo quasi lo stesso numero di scorrettezze (68) ma meno cartellini gialli (3). Nessuna espulsione da ambo le parti. Distanza media percorsa a partita: 109,3 chilometri per il Brasile, 104,5 per la Colombia. Numero di passaggi completati: 1551 la Seleçao, 1224 la nazionale allenata dall’argentino Pekerman. Da queste statistiche si nota come il Brasile abbia attaccato e gestito di più la palla nelle singole partite: nelle cifre può aver influito il fatto di essersi trovato una volta in svantaggio, contro la Croazia, e una volta raggiunto sul pari (con il Camerun). Cose mai successe  alla Colombia che ha sempre potuto gestire il vantaggio accumulato per prima.



L’arbitro del quarto di finale Brasile-Colombia sarà lo spagnolo Carlos Velasco Carballo. Nato a Madrid il 16 marzo 1971, ha debuttato nella Liga spagnola nel settembre 1994 ed è internazionale dal 2008. Il 26 marzo di quell’anno ha diretto la prima partita tra squadre nazionali maggiori, l’amichevole tra Israele e Cile terminata 1-0 per gli israeliani. Nel 2011 ha diretto la finale di Europa League tra Porto e Braga, vista dai Dragoes; successivamente Velasco Carballo ha preso parte agli Europei in Polonia e Ucraina nel 2012, e poi all’attuale Coppa del Mondo 2014. I guardalinee di Brasile-Colombia saranno i connazionali Roberto Alonso Fernandez e Juan Yuste mentre il quarto uomo sarà il norvegese Svein Oddvar Moen.



Venti anni, il 2 luglio 1994, fa è morto a 27 anni Andres Escobar, difensore titolare della nazionale colombiana. Fu “punito” da Hugo Munoz, all’epoca guardia del corpo dei fratelli Gallon, imprenditori relazionati con il traffico di droga: presunto movente l’autogol realizzato durante la partita contro gli Stati Uniti a USA ’94. Oggi la Colombia è lanciatissima verso i quarti di finale della Coppa del Mondo 2014, che giocherà contro i padroni di casa del Brasile domani (venerdì 4 luglio) a Fortaleza, alle ore 22:00 italiane (clicca qui per le probabili formazioni del match). La Gazzetta dello Sport ha intervistato il fratello di Andres Escobar, Santiago, ex calciatore ed oggi allenatore. Escobar ha parlato della nazionale dei Cafeteros e dell’atmosfera che attorno ad essa si è creata: “Il Paese ha trovato la via della pace e della riconciliazione superando un’epoca durissima. Abbiamo ancora problemi sociali, ma il buio è passato. E nel calcio è tornato il talento. Anzi, rispetto al passato i nostri giocatori si sono formati all’estero. Hanno respirato un’altra aria. Cosa resta di mio fratello? L’esempio per tutto il paese. Giocatore magnifico e persona retta, Andres è vivo. Nei familiari e nel popolo colombiano, che di nuovo palpita per la nazionale e ha chiuso per sempre con la violenza. (…) Al momento dell’omicidio ero un calciatore professionista e lì ho smesso per sempre di correre. Ma ho deciso di allenare perché, come ha scritto Andres di ritorno dagli USA, la vita non può fermarsi mai“. Santiago Escobar conosce bene la nazionale allenata da Josè Pekerman, avendo potuto allenare di persona alcuni giocatori che oggi ne sono protagonisti: “Nell’Independiente di Medellin ho cambiato ruolo a Cuadrado, da trequartista largo sulla fascia: solo lì sprigiona tutto il suo potenziale. E’ imprendibile, come James Rodriguez. All’Atletico Nacional ho lavorato con Ibarbo e Zuniga: fortissimi ed è una gioia vederli crescere a questi livelli. Poi anche Quintero, ex Pescara, e Jackson Martinez: una generazione super, più matura di quella di 20 anni fa“. Che non ha paura nemmeno del Brasile.

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