È pronto alla sfida che può valere un Mondiale. C’è la Germania sulla strada della Francia: la Germania che ha vinto le due semifinali iridate degli anni Ottanta, la Germania che dal 2002 arriva sempre in semifinale. Ma i Bleus sono pronti e hanno tanta qualità: nella conferenza stampa della vigilia il Commissario Tecnico ha trasmesso fiducia al gruppo. Lui sa come si vince una Coppa del Mondo: lo ha fatto da capitano, nel 1998, davanti alla sua gente a Saint Denis. Ora ci riproverà. “Non esiste la pressione: non dovrò dire niente ai miei giocatori. Bierhoff dice che la Germania è favorita? Ha ragione” ha detto ridendo. “All’inizio del Mondiale era tra le favorite e ha fatto un bel Mondiale. Hanno molta più esperienza di noi, non hanno avuto difficoltà e sono molto solidi, con buoni giocatori e un gioco ben definito perchè cambiano giocatori ma non il sistema”. A proposito: Francia e Germania adottano lo stesso modulo. “Io e Loew possiamo cambiare, ma la differenza la fanno le qualità individuali dei giocatori”. E sul loro miglioramento nel corso di questo Mondiale: “Quando vai avanti diventa tutto più difficile. La Germania ha un livello molto alto e noi vogliamo e dobbiamo mantenerlo”. Gli fa eco il suo portiere Hugo Lloris, che ha parlato di dover vivere il presente senza pensare alla tradizione e che la partita sarà aperta. Sulle possibilità di vincere la Coppa non si è però sbilanciato: “Dobbiamo fare un passo alla volta e quello di domani è un passo in più. L’importante è non avere rimpianti alla fine della partita, aver dato tutto. Sono eccitato all’idea di giocare contro una delle grandi favorite, non capita tutti i giorni di giocare un Mondiale”.
In attesa di Francia-Germania, quarto di finale di Coppa del Mondo 2014 che si gioca domani pomeriggio al Maracanà di Rio de Janeiro, Mesut Ozil apre un concorso tra i suoi fan su Facebook. Autore del gol del provvisorio 2-0 che si è poi rivelato decisivo per il passaggio del turno a seguito dei tempi supplementari, il fantasista della nazionale tedesca regala proprio il “Brazuca” che ha calciato nella porta di Rais M’Bolhi con il suo piede sinistro. Partecipare è semplice: basta commentare il post nel quale compare la foto di Ozil che stringe il pallone tra le mani, completando la frase “voglio il pallone dei Mondiali perchè…”. Ad aggiudicarsi la sfera sarà il commento che avrà ricevuto più approvazioni, sotto forma di “like”. Ci sono commenti che hanno già migliaia di pollici levati: chi si aggiudicherà il Brazuca di Germania-Algeria?
Un’accoppiata storica per provare a beffare la storia. Francia-Germania si gioca domani pomeriggio e vale l’accesso alla semifinale dei Mondiali 2014: i Bleus ricordano fin troppo bene quella semifinale del 1982 che persero ai rigori dopo essere stati in vantaggio 3-1 nei tempi supplementari. Commissario Tecnico di quella nazionale piena di talento era Michel Hidalgo, che avrebbe poi trionfato nell’Europeo casalingo di due anni più tardi. Oggi Hidalgo ha 81 anni, e assisterà alla partita all’Eliseo insieme al presidente della Repubblica François Hollande; il quale spera di replicare la “vittoria” di Jacques Chirac che era in tribuna a St. Denis in occasione della finale del 1998. Hollande non ha invitato soltanto l’ex CT: con loro saranno presenti Benoit Tremoulinas, calciatore che faceva parte dei 30 preconvocati da Didier Deschamps, due ex come Johan Micoud (visto in Italia con la maglia del Parma) e Marc Keller e un centinaio di studenti liceali. Riuscirà questo gruppo a portare fortuna alla Francia spingendola verso la semifinale?
E’ Nestor Pitana l’arbitro scelto per arbitrare Francia-Germania, forse il quarto di finale più affascinante tra quelli che si giocano venerdi e sabato per la Coppa del Mondo 2014. Argentino di 39 anni, nato a Corpus (provincia di Misiones, nel Nord Est del Paese) il 17 giugno del 1975, è stato un giocatore di calcio (nelle giovanili del Deportivo Mandiyu) e basket in gioventù; nel 2006 si è iscritto al corso di arbitraggio gestito dalla federazione argentina e nel dicembre dello stesso anno ha arbitrato la prima partita in Primera B Nacional (la seconda divisione del calcio argentino). Tra gli highlights della carriera: la Superfinal di Primera Division 2012-2013 (Velez Sarsfield-Newell’s Old Boys) e le finali di andata della Recopa Sudamericana 2012 (Universidad de Chile-Santos) e di Copa Libertadores 2013 (Olimpia Asuncion-Atletico Mineiro). Ha poi diretto tre partite del Mondiale Under 17 lo scorso anno, e nel gennaio di quest’anno è stato ufficializzato come arbitro per i Mondiali in Brasile. Ha esordito in Coppa del Mondo in Russia-Corea del Sud (1-1), poi ha arbitrato Stati Uniti-Portogallo (2-2) e Honduras-Svizzera (0-3).
Si gioca domani pomeriggio al Maracanà: siamo ai quarti di finale di Coppa del Mondo 2014. Grande rivalità tra le due nazionali, soprattutto grande talento in campo: uno di questi è Antoine Griezmann. Dire che la Francia l’ha scoperto in questi Mondiali è riduttivo: di questo ragazzo del ’91 si parla benissimo almeno da due-tre anni. Cresciuto nella Real Sociedad che lo ha preso quando aveva 14 anni, è esploso nella scorsa stagione in cui ha fatto il suo esordio in Champions League e realizzato 20 gol in 51 partite totali (16 reti solo nella Liga). Perso Franck Ribéry per infortunio ancora prima di partire per il Brasile, Didier Deschamps ha usato il ragazzo di Macon con parsimonia; l’ha messo in campo nel secondo tempo dell’ottavo di finale contro la Nigeria, e lui ha cambiato la partita con le sue accelerazioni, propiziando l’autorete di Yobo che ha chiuso l’incontro. Già rifiutato dal Lione (che andava a vedere allo stadio, e contro cui ha giocato quest’anno). La sua è una storia lunga, ripercorsa anche dalla Gazzetta dello Sport: cresciuto in Spagna, ha dovuto scontare un anno di squalifica per una fuga in discoteca insieme ad alcuni compagni dell’Under 21 (tra cui anche l’ex milanista Niang), al termine della quale la Francia lo ha definitivamente chiamato e convocato, bruciando la Spagna che avrebbe potuto accampare qualche pretesa. Oggi lui fa sapere che “non sono Ribéry, non mi paragonate a lui: abbiamo storie diverse”. Ha ragione: anche perchè il fenomeno del Bayern Monaco non è ancora riuscito a condurre la sua nazionale ad un titolo Mondiale. Antoine può farlo: sta ai suoi piedi e al suo talento.