Abbiamo riportato ieri la notizia della grave caduta di Riccardo Riccò sul Mont Ventoux, mentre tentava di stabilire il record per l’ascesa più veloce. Il corridore emiliano, attualmente squalificato per doping (gli sono stati dati 12 anni nel 2012), ha voluto pubblicare sul suo profilo Twitter le fotografie successive all’incidente; con le quali si può ben capire quale sia stato l’impatto e quanto Riccardo abbia rischiato. “E’ come se un camion mi avesse preso sotto” ha scritto accompagnando una delle due fotografie; a guardare, sembra proprio che sia andata così.

Grave incidente occorso a Riccardo Riccò mentre tentava un record di velocità sul Mont Ventoux: il corridore è volato ad alta velocità sulla discesa, mentre provava a battere il record di ascesa stabilito da Iban Mayo nella cronometro del Tour de France 2004 (). Nessuno, si dice, a parte lo spagnolo è mai andato sotto i 59 minuti, nemmeno Chris Froome e Nairo Quintana che lo scorso anno dominarono la salita a fine tappa. Riccò ci ha impiegato , ma sulla discesa è volato e ha rimediato uno svenimento e una commozione cerebrale. Ricordate Riccardo Riccò? Lo soprannominavano il Cobra. Emiliano, di Sassuolo; già ai tempi delle giovanili lo avevano fermato per ematocrito alto, un totale di sei mesi circa di stop. Il suo grande momento arrivò al Giro dItalia 2008: vinse due tappe, poi staccò Alberto Contador sul Monte Pora e per soli 4 secondi non gli strappò la maglia rosa. Sembrava destinato a un favoloso avvenire; la maglia bianca nella grande corsa di casa, due vittorie di tappa al Tour de France dello stesso anno prendendo in un’occasione 1 minuto e 17 alla maglia gialla e poi recuperando terreno su Cadel Evans. Ma il 17 luglio arrivò la fine della corsa: una positività per , EPO di terza generazione, che gli era stata rintracciata nel sangue al termine della cronometro di Cholet. Scandalo, squadra (Saunier Duval) ritirata e Riccò licenziato (insieme al compagno di stanza Leonardo Piepoli). Squalificato per due anni, poi ridotti a 20 mesi per collaborazione, era tornato alle corse nel giugno 2009; un blocco renale nel febbraio 2011 lo costringeva al ricovero in ospedale e qui avveniva il fattaccio: Riccò confessava al suo medico di essersi fatto unautotrasfusione di sangue conservato in frigorifero da giorni. Volendo tornare in attività negò di aver mai detto quelle cose, ma fu comunque sospeso per tutelarne la salute. Squalificato anche a livello mondiale, è stato condannato a 2 mesi di carcere e infine, il 19 aprile del 2012, squalificato per 12 anni. Ovvero, fine carriera. Riccò allora aveva deciso di cimentarsi in queste imprese contro il tempo in salita, e aveva in programma di assaltare anche lAlpe dHuez. Dopo lincidente è stato ricoverato allospedale di Carpentras. Lo stesso in cui portarono, e in cui morì, l’inglese Tom Simpson, andato in arresto cardiaco per il caldo e le anfetamine assunte alla Grande Boucle del 1967. La chiamano la maledizione del Mont Ventoux: un motivo ci sarà.