Nessuno certo l’avrebbe detto, 7-1 per la Germania contro il Brasile nella semifinale dei Mondiali giocata in casa del suo avversario. Una disfatta epocale del calcio brasiliano, da paragonare solo con il Maracanazo del 1950. Nulla ha funzionato e un intero stadio non ha potuto fare altro che assistere sgomento e impotente al trionfo tedesco. Adesso si cercano i colpevoli del disastro della Selecao, dalle scelte del c.t. Felipe Scolari alle deludenti prestazioni dei giocatori, mentre le mancanze di Thiago Silva e Neymar sono i possibili alibi. La Germania invece ha dimostrato una superiorità tecnica e tattica incredibile, una sicurezza e una padronanza del gioco che hanno solo le grandi squadre, come è indiscutibilmente la formazione allenata dal c.t. Joachim Low. Per commentare Brasile-Germania abbiamo sentito Ruggiero Rizzitelli, che nella sua carriera ha giocato nel Bayern Monaco dal 1996 al 1998. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Cosa pensa di questa disfatta del Brasile? Una sconfitta così nessuno poteva aspettarsela, questo è certo.
Da paragonare alla sconfitta con l’Uruguay nei Mondiali del 1950? Non lo so, non c’ero (ride, ndR), certo è stata una sconfitta molto pesante e molto amara per il popolo brasiliano, che aveva bisogno di un sorriso con la vittoria nei Mondiali.
Può una sconfitta sportiva incidere così tanto? Non è troppo? Pensando anche alle minacce di morte a Prandelli, dove sta arrivando il calcio? Nel caso del Brasile è un po’ come per il Napoli quando c’era Maradona: la vittoria ai Mondiali avrebbe fatto dimenticare certe situazioni difficili, avrebbe dato un sorriso. Nel caso delle minacce di morte a Prandelli si tratta di esaltati che ci sono sempre stati nel calcio. C’erano anche quando giocavo io, quando sbagliavamo un rigore ad esempio…
Dove ha sbagliato Scolari? Non vedo particolari errori. La sconfitta certo è pesante, ma aveva di fronte una super squadra, una Germania eccezionale. C’è da sottolineare poi che il Brasile ha giocato partite anche brutte in questi Mondiali, nel girone e poi contro il Cile.
Se avessero giocato Thiago Silva e Neymar… Sarebbe cambiato poco, la Germania era troppo superiore.
Peccati di presunzione, insicurezza dei giocatori tanto da dover chiamare la psicologa: quanto hanno inciso? Credo che queste sono tutte cose che contano poco, bisogna avere i giocatori forti per vincere una partita…
Quali sono i meriti della Germania?



E’ una squadra che non molla mai, anche sul 6-0 i giocatori tedeschi correvano come se la partita fosse ancora in parità. Hanno veramente una grande mentalità nell’affrontare le partite, era così anche quando io giocai al Bayern Monaco.
Per lei quindi è una soddisfazione? E’ passato tanto tempo, ma il fatto di aver fatto parte di una squadra così importante mi lega al calcio tedesco. Conosco i giocatori, conosco l’ambiente, ho tifato per loro e tiferò per loro anche in finale. Sarebbe bello se vincessero, magari nella finale che ora tutti si aspettano contro l’Argentina di quel grande fuoriclasse che è Messi.
Quali sono i meriti di Low? E’ da elogiare, come tutto il calcio tedesco che in questi anni ha lavorato benissimo, dall’allenatore stesso alla federazione fino ai giocatori. (Franco Vittadini)

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