Le prime due giornate del Barcellona nella Liga spagnola hanno coinciso con due vittorie, quattro gol realizzati e nessuno subito. Non sono però i numeri a destare impressione: se ti chiami Barcellona, ci si aspetta che tu vinca. Quello che sorprende è il tabellino dei marcatori: vi compaiono Munir El Haddadi e Sandro Ramires il cui gol al Villarreal è stato tra le altre cose decisivo. Due ragazzi del ’95 protagonisti della vittoria in Youth League dello scorso aprile, due ragazzi che Luis Enrique non ha avuto il minimo timore di mandare in campo da subito (insieme a Rafinha) e che lo hanno ripagato in pieno. D’accordo: Neymar è ancora alle prese con qualche problema fisico e Luis Suarez è fuori causa per squalifica. Tuttavia l’ex allenatore della Roma avrebbe potuto muoversi in altro modo; per esempio avanzando la posizione di Andrés Iniesta, schierando un tridente offensivo con lui, Messi e Pedro e mandando in campo Xavi ad affiancare Sergio Busquets e Rakitic. Così non ha fatto: al Camp Nou la Masia è una religione e, se anche non sforna talenti da nazionale ogni mese, da essa si attinge a piene mani. Inevitabile che il discorso si sposti sul calciomercato: va ricordato che il Barcellona, a meno che il suo ricorso al TAS non venga accolto, non potrà operare in entrata per tutto il 2015. La soluzione? Certo i soldi sono stati spesi nel corso dell’estate, basti pensare a Suarez e Jeremy Mathieu, a Ivan Rakitic e all’ultimo arrivato Douglas. Ma poi, Luis Enrique ha fatto quello che prima di lui ha sublimato Pep Guardiola: attingere dal settore giovanile a mani più o meno piene e lanciare il talento verde in campo. Perchè è facile dire che si investe sui vivai e presentare questo o quel nome; un po’ meno far giocare i propri gioiellini. E così, mentre in Italia la Juventus vende Simone Zaza (’91) per puntare su Alvaro Morata (potenzialmente costa cinque volte tanto) e il Milan decide che può fare a meno di Bryan Cristante (’95) affidandosi a un prestito secco come Marco Van Ginkel c’è un sistema che nonostante qualche pausa continua a funzionare e al quale, soprattutto, continua a venir data fiducia nonostante l’ultima infornata non sia stata felicissima. Se poi a giugno Munir El Haddadi (peraltro convocato nella nazionale spagnola), Sandro Ramirez e Rafinha saranno diventati delle comparse lo scopriremo; siccome al momento conta quello che si vede, tanti complimenti a Luis Enrique. Che qui, discorso parallelo ma che potrebbe essere approfondito, hanno forse bollato troppo presto.
(Claudio Franceschini)