Allenatori sempre in discussione, anche dopo la quinta giornata del campionato di Serie A. A Napoli fa discutere il futuro di Rafa Benitez, vittorioso a Sassuolo ma forse al termine del suo ciclo. A Milano invece Walter Mazzarri non riesce a fare breccia nel cuore dei tifosi dell’Inter, mentre Pippo Inzaghi cerca di raccapezzarsi in un Milan bello in attacco ma ancora un pò “impossibile” in difesa. Sembra sempre difficile costruire un progetto a lunga scadenza, in Italia c’è molta fretta anche perché conta solo vincere. Per fare il punto della situazione allenatori ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva il giornalista di TeleLombardia Fabio Ravezzani.
Crede che il ciclo di Benitez a Napoli si stia avviando alla conclusione? In realtà si può dire che non è mai iniziato, perché l’anno scorso lo spagnolo ha ottenuto risultato positivi ma non straordinari, vincendo la Coppa Italia che ormai si può considerare quasi un premio di consolazione. Questo nonostante avesse a disposizione una rosa per fare un pò meglio. Benitez sembra quasi infondere tristezza al Napoli, ha un atteggiamento passivo, cosa che ha mostrato anche al Liverpool e al Chelsea.
Passando all’Inter, Mazzarri riuscirà a dare un gioco continuo all’Inter? E’ un allenatore conservatore e all’Inter ha qualche problema ambientale, tra la dirigenza con a capo Thohir e i tifosi che continuamente invita alla prudenza. L’altro è un problema tattico.
Ovvero? La coesistenza tra Hernanes e Kovacic, al momento mi sembra impossibile perché rende molle il centrocampo dell’Inter. Lo stesso Mazzarri comunque non si è aiutato preferendo l’acquisto di Hernanes a quello di Nainggolan, nel gennaio scorso.
Restando a Milano ma spostandoci al Milan: Inzaghi è troppo inesperto per i rossoneri o gli mancano davvero i giocatori per vincere con continuità? Negli ultimi anni eccetto gli ultimi due-tre, le milanesi hanno sempre cercato di fare spettacolo, per non giocando sempre un calcio d’attacco. Il Milan si è presentato all’inizio del campionato con tante mezzepunte, utilizza due fluidificanti che spingono come Abate e De Sciglio, schiera tanti giocatori offensivi; il problema è che questo modulo di gioco voluto anzitutto da Berlusconi e Galliani non è l’ideale al momento.
Cosa sarebbe meglio? Un modulo più concreto, più efficace, anche a discapito della continua ricerca di spettacolo. In questo modo forse il Milan otterrei più risultati anche nell’immediato e Inzaghi non finirebbe sul banco degli imputati.
Come giudica invece la situazione di Montella? Il suo problema è che non può schierare i due attaccati titolari e poi Cuadrado non è ancora al massimo della forma, forse perché ha giocato anche in estate ai mondiali e forse anche perché avrebbe preferito trasferirsi.
Fino a quando durerà Iachini a Palermo?
Questo me lo chiedo anch’io non tanto per quando sta esprimendo il Palermo sul campo, ma perché sappiamo che a Zamparini basta poco per cambiare allenatore. Con lui la situazione è sempre imprevedibile.
Perché in Italia c’è la tendenza a non aspettare troppo il lavoro di un allenatore? Rientra un pò nella mentalità del nostro paese, dove si vuole più tutto e subito e non si ha la pazienza di aspettare, come succede ad esempio in Inghilterra. Chi arriva secondo passa per un cretino e così pensando è più facile arrivare all’esonero, anche se questo può anche essere un vantaggio per i nostri allenatori. Diciamo che non c’è proprio tolleranza per chi sbaglia.
Forse la colpa è soprattutto dei presidente, che si sentono onnipotenti? Non credo che ci sia una categoria colpevole in particolare, il problema è una mancanza di una cultura, di una mentalità che cerchi anche di accettare la sconfitta. Questo è un aspetto tipicamente anglosassone, che dovremmo assimilare anche noi.
Nel calcio conta solo vincere, è questa la mentalità sbagliata da correggere? Diciamo che non è solo questa la cosa che conta ma penso sia una battaglia persa, perché il clima da noi è esasperato. Soprattutto nel calcio che coinvolge più persone e sempre più interessi.
(Franco Vittadini)