Solo a dirlo vengono le vertigini: è quanto è riuscito a fare Roger Federer nella mattinata australiana di domenica, vincendo il Brisbane International con una vittoria in finale su Milos Raonic, punteggio in due ore e 13 minuti. Il canadese ha sparato 14 ace; lontano dai pazzeschi 34 che aveva messo insieme nella semifinale contro Nishikori, il classe ’91 ha tenuto botta nel primo set ma l’impressionante Federer, capace di 15 vincenti e solo 3 errori non forzati, ha preso il break di vantaggio nel terzo set sparando a tutta dal fondo. Il passaggio a vuoto però è arrivato nel secondo set, dopo che il 2-0 iniziale sembrava aver indirizzato la finale: Raonic, a due punti dallo 0-3 che avrebbe chiuso i conti, ha saputo reagire alla grande portandosi in parità e centrando il tie break che ha finito per vincere. Nel terzo parziale però non c’è stato più niente da fare: Federer vincere il titolo numero 83 in carriera (42 finali le ha perse) e il primo a Brisbane (l’anno scorso era stato finalista, sconfitto da Lleyton Hewitt). Quello che impressiona però è la vittoria numero 1000: soltanto tre giocatori nell’era Open ce l’hanno fatta, vale a dire Jimmy Connors che si è fermato a 1523 (sostanzialmente irraggiungibile, a meno che Federer non decida di giocare quanto ha giocato il tennista di East St. Louis, e anche così sarebbe difficile) e Ivan Lendl che si è fermato a 1071, e che potrebbe essere sorpassato. A livello femminile sono invece due ad aver superato la fatidica quota: Martina Navratilova, con un impressionante numero di 1442 vittorie, e Chris Evert che ne ha 1304 (e anche qui non scherziamo) e ha anche il record per la percentuale di incontri vinti (90,06%). Serena Williams, per dare un’idea delle cifre di cui stiamo parlando, è a 684. Centrato anche questo obiettivo dopo la vittoria in Coppa Davis, a Federer non restano che due traguardi da raggiungere in carriera: i 20 Slam o comunque la vittoria di un altro Major (possibilmente Wimbledon, così da staccare Pete Sampras) e l’oro olimpico nel singolare (lo ha vinto in doppio) con appuntamento obbligato a Rio de Janeiro 2016. Ce la può fare? Se gioca come ha fatto nell’ultimo anno le possibilità sono elevate, anche se dirlo a bocce ferme (senza per esempio sapere su quale superficie si giocherà) è decisamente complicato.
(Claudio Franceschini)