Giorno di tabelloni agli Australian Open 2015: il primo Slam della stagione parte lunedi e da oggi conosciamo gli accoppiamenti del primo turno e la strada che ogni giocatore (128 per torneo) dovrà percorrere per arrivare al titolo. Il campione in carica ATP è Stan Wawrinka, che lo scorso anno ha spezzato il dominio dei Big Four che durava da quattro anni. Ora però è tempo di studiare la composizione dei tabelloni e più che altro tracciare alcuni pronostici sul torneo maschile.
Non tanto perchè è il numero 1 del mondo, ma perchè se sta bene sul cemento ha pochi rivali. Ha vinto gli Australian Open quattro volte: Melbourne è un posto strano, il caldo può incidere molto e siamo pericolosamente vicini alloff season. Ecco perchè sapere come si fa può contare non poco; Nole arriva da un 2014 nel quale ha difeso il primo posto ATP, ha rivinto Wimbledon e le ATP Finals e, fuori dal campo, si è sposato ed è diventato papà. Luomo da battere è lui, con buona pace degli altri. Il cammino ipotetico: Verdasco al terzo turno, Isner agli ottavi, Raonic ai quarti, Wawrinka o Nishikori in semifinale.
E in grande forma. Ha trionfato a Brisbane centrando la millesima vittoria in carriera e confermato che può ancora giocarsela. Non vince in Australia dal 2010 ma raramente da allora è stato così competitivo, tanto che si pensava a un certo punto che volesse dire stop. Vincere la Coppa Davis gli ha dato lultima cosa che ancora gli mancava in bacheca (oro olimpico a parte, nel singolare) e ora gioca più che altro per aggiungere numeri laddove ha già dimostrato più di tutto. Occhio: a Melbourne cè anche lui, anche perchè non incrocerà Djokovic prima della finale e prima di Dimitrov o Murray ai quarti non ha avversari troppo probanti.
Per forza di cose il campione in carica non può non essere preso in considerazione. Il 2014 lo ha consacrato: che avesse i numeri si vedeva già, ma come risultati è esploso tardi e ora alla soglia dei 30 anni sa di potersi inserire nella lotta ai grandi. Ha vinto quasi da solo la Coppa Davis e in finale a Londra non ci è arrivato per uninezia (e su quello deve migliorare). Può ripetersi, a patto che la condizione lo sostenga; è dalla parte di Djokovic, ovvero giocherà contro di lui leventuale semifinale.
Calato tantissimo, ma agli Slam conta anche quel savoir faire che lo scozzese ha più di altri avendone già vinti due (più loro olimpico). Scegliamo lui più di altri per il tabellone (avrebbe Federer o Dimitrov ai quarti e Berdych o Nadal in semifinale) e perchè nonostante il ranking non sia più quello di una volta il modo in cui si è qualificato alle Finals lo scorso anno lascia intendere che se vuole sa arrivare in fondo sfruttando la sua costanza e il suo martellamento da fondo campo. E poi almeno un altro Slam lo merita.
Il nuovo che avanza, potremmo dire. Il giapponese, primo del suo Paese in una finale Slam, ormai è arrivato tra i grandi e il Master giocato a novembre lo dimostra. Il canadese ha già una semifinale a Wimbledon, una partecipazione alle Finals e dà la sensazione Il bulgaro è leterna promessa e la sensazione è che il costante paragone con Federer non gli abbia giovato, ma ha le armi per esplodere e dimostrare a tutti che non è solo il fidanzato della Sharapova o uno straordinario talento che non emerge mai. Se la giocano: Nishikori troverebbe Djokovic in semifinale ma lo ha già battuto agli Us Open, Dimitrov ha in Federer il primo giocatore da superare per la gloria.
Intendiamoci: per mezzi fisici e carriera starebbero con i primi. Cè un però, e non è piccolo: Berdych al di là della finale di Wimbledon non ha mai fatto quel passo in più fermandosi sempre prima, Cilic ha avuto problemi di salute dopo aver dominato agli Us Open e questo in Australia può contare. E chiaro però che nessuno li vuole incrociare nel tabellone.
Se sta bene, e pare che sia così, Monflis è la scheggia impazzita del tabellone. Parte con la diciassettesima testa di serie: fino agli ottavi può arrivare sbadigliando, poi avrebbe Djokovic ai quarti. In Coppa Davis ha demolito Federer (che non stava bene), sull’atletismo non ha rivali e a tennis sa giocare eccome. Non è da vittoria a meno che non succeda qualcosa di incredibile, ma può dare molto fastidio.
Per come stanno adesso non possono vincere. Però sono due nomi importanti: del primo non dobbiamo spiegare nulla, il secondo ha vinto gli Us Open a 20 anni battendo in finale Federer, che ancora dominava. Per problemi fisici vari sono stati a lungo fuori dal circuito, non sono in condizione e devono innanzitutto pensare a stare bene; per talento, voglia e carattere possono stupire e arrivare fino in fondo. Ci riusciranno? Da valutare, e non vediamo l’ora.
Dall’austriaco del ’93 Dominic Thiem al croato del ’96 Borna Coric, dagli idoli di casa Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis a Vasek Pospisil (da seguire anche nel doppio) i nomi degli emergenti sono tanti. Finchè i big giocheranno così scalzarli dal trono sarà dura, ma intanto possono scalare il ranking e arrivare in profondità nel tabellone. Il resto si vedrà, c’è ancora tempo.
Per quella che è la situazione attuale, forse le maggiori possibilità le ha Simone Bolelli che ha finito alla grande i 2014 e iniziato benissimo la stagione; peccato che debba incrociare Federer al secondo turno, mentre Andreas Seppi lo farà eventualmente al terzo. Fabio Fognini è la nostra unica testa di serie: apre con Alejandro Gonzalez e poi il tabellone lo spingerebbe contro Dolgopolov ed eventualmente Wawrinka (agli ottavi). Non semplice, e per come ha giocato negli ultimi mesi le cose si complicano.
(Claudio Franceschini)