Il duello in famiglia non ci sarà. Abbiamo aspettato cinque anni e mezzo per vedere nuovamente le sorelle Williams darsi battaglia in uno Slam; lantipasto di Montréal (un match bellissimo) faceva ben sperare e il ritorno di Venus alla forma – quasi – migliore lasciava intendere che sì, questa volta il palcoscenico sarebbe stato quello giusto. E invece no. A rovinare la festa degli Australian Open 2015 ha pensato una ragazza di 19 anni con un gran sorriso e soprattutto una serie di colpi (34 vincenti) che hanno annichilito la maggiore delle sorelle in unora e 55 minuti. : è finita così e Madison Keys da Rock Island, Illinois, festeggia la prima semifinale Slam della sua carriera, lei che oltre il terzo turno non era mai stata. Un titolo in bacheca (lo scorso anno sullerba di Eastbourne), una vittoria di un match WTA a 14 anni e 48 giorni che la rendono la settima più giovane di sempre a farlo (e la più giovane dai tempi di Maritna Hingis), una ex numero 1 come Lindsay Davenport ad allenarla e soprattutto tante aspettative. Cè stato un periodo in cui gli Stati Uniti del tennis femminile erano imbattibili: a cavallo dei Settanta e gli Ottanta Billie Jean King, Chris Evert, Pam Shriver (fortissima nel doppio), poi Martina Navratilova e Tracy Austin (purtroppo durata pochissimo) fino a Zina Garrison e Monica Seles; sette Fed Cup consecutive, unaltra nel 1986 e altre due nel biennio 1989-1990, arrivederci a grazie a tutte le altre. Poi tanti anni bui solo parzialmente mitigati dalle Williams e dalla stessa Davenport, fino ad arrivare a oggi e a una generazione di giovani talenti quali Sloane Stephens, Christina McHale, Nicole Gibbs, Alison Riske. La prima di loro batteva Serena Williams nei quarti degli Australian Open 2013 e mandava in crisi la Azarenka prima di perdere in tre set tiratissimi; sembrava la consacrazione del prossimo fenomeno del tennis mondiale, e invece a oggi il momento giusto lo stiamo ancora aspettando. Ora: non cè nulla a dirci che Madison Keys rappresenti un caso diverso, che lei invece esploderà e la ritroveremo costantemente nella Top Ten WTA e nelle semifinali degli Slam. Però questo è un inizio: le due settimane della vita prima o poi capitano a tutte (o quasi tutte) ma battere Petra Kvitova e Venus Williams (questa Venus) nel giro di quattro giorni, avendo già eliminato la Dellacqua con tutto lo stadio contro, lascia andare a facili entusiasmi. Soprattutto giusti: perchè fisicamente Madison ha tutto per competere con le instancabili palleggiatrici da fondo campo che spopolano oggi (anche se deve limitare il numero degli errori non forzati), perchè gli ultimi tornei ci dicono che la geografia del tennis femminile sta cambiando e perchè sì, vogliamo credere che questa semifinale sia linizio di una grande carriera. Adesso per lei cè laltra Williams; quella che è numero 1 del mondo, ha vinto 18 Slam e dal 2010 aspetta di rimettere le mani sugli Australian Open. Il rifilato alla finalista 2014 Dominika Cibulkova ci dice che Serena è nella forma giusta per devastare tutte le altre, ma vai a sapere come sarà domani. Madison Keys aspetta, ma guai a pensare che il suo Major lo abbia già vinto: non è vero, le restano due incontri e valle a dire che laltra è più forte e merita di avanzare. Lo dimostri sul campo, e poi se ne riparlerà.
(Claudio Franceschini)