Il tabellone delle semifinali degli Australian Open 2015 è completo: l’ultimo a qualificarsi è Novak Djokovic, che per la diciottesima volta negli ultimi 19 Slam giocati entra tra i primi quattro del tabellone. Per il numero 1 del mondo una vittoria schiacciante su Milos Raonic, la quinta in altrettanti precedenti: è finita in due ore esatte e chi pensava che il bombardiere canadese avrebbe avuto uno spiraglio per centrare il grande colpo è rimasto deluso. Djokovic ha infatti contenuto il numero di ace (comunque 15), ha colpito un vincente in meno e con un impressionante con le prime di servizio (89%) non ha dato respiro al giovane avversario che viene rimandato ancora una volta al mittente, e ad occasioni migliori. Al momento comanda ancora il serbo, a caccia del quinto titolo agli Australian Open (in sei anni); la semifinale contro Stan Wawrinka però gli ricorda l’incontro che perse un anno fa, e anche se i precedenti sono nettamente a suo favore Nole sa già che portare a casa incontro e qualificazione alla finale non sarà affatto semplice.



Abbiamo il nome del primo semifinalista del torneo maschile agli Australian Open 2015. La mano svizzera di Stan Wawrinka non trema e in due ore e 4 minuti il campione in carica si regala un altro viaggio tra i primi quattro dello Slam che apre la stagione: al finalista degli Us Open Kei Nishikori, tanti saluti e via a caccia del secondo titolo consecutivo. Se i numeri nel tennis non sono tutto, in questo caso raccontano molto: Wawrinka ha chiuso con 20 ace contro 6, 46 vincenti contro 23 e l’86% di conversione sulle prime palle di servizio. Statistiche che hanno cancellato i 34 errori gratuiti (tre in più di Nishikori) e che hanno indirizzato un match nel quale il giapponese, che vedremo ancora a questo punto dei Major, ha avuto solo quattro palle break convertendone peraltro una. Impossibile vincere contro questo Wawrinka, che non ha sicuramente espresso il suo miglior gioco in questo torneo ma puntuale come un orologio (si dice svizzero di solito) è salito di colpi e adesso attende il suo avversario. Sia Novak Djokovic (con cui è sotto 16-3 ma lo ha battuto qui a Melbourne un anno fa in un incontro epico) o Milos Raonic (3-0 nei precedenti) gli cambia poco: a lui basta esprimersi al 100% e poi sarà dura per tutti. In campo femminile abbiamo raccontato a parte l’impresa della diciannovenne Madison Keys, capace di eliminare Venus Williams dopo aver fatto fuori Petra Kvitova; ad attenderla in semifinale c’è Serena Williams, la numero 1 del mondo che dal 2010 non arrivava fino a qui agli Australian Open, li ha vinti cinque volte e si sente nel momento giusto per prendersi il diciannovesimo Slam della sua straordinaria carriera. Dominika Cibulkova, finalista qui lo scorso anno, sapeva di avere davanti a sè un match proibitivo e ha messo in campo tutta se stessa, ma la differenza prima fisica e poi di talento si è sentita eccome e in soli 65 minuti era già finita con un eloquente . Tra Serena e la Keys non ci sono ancora precedenti; per quelle che sono le distanze negli Stati Uniti le due sono anche cresciute piuttosto vicine (una è del Michigan, l’altra dell’Illinois) ma se la Williams è quasi al termine di un percorso pazzesco ed è già oggi tra le prime cinque-dieci giocatrici al mondo, l’altra deve ancora costruire tutto e quello di oggi è il primo risultato di rilievo (a parte il titolo a Eastbourne). (Claudio Franceschini) 

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