, Maria Sharapova-Serena Williams. Giratela come volete ma la finale femminile degli Australian Open 2015 è questa. Alzi la mano chi non l’avrebbe voluta: d’accordo essere tifosi di questa o quell’altra tennista, d’accordo la speranza che l’Italia della racchetta arrivi in fondo, ma poi a bocce ferme non si può non riconoscere che questa finale è quanto segretamente si aspettava. Serena Williams-Maria Sharapova: diciamolo subito, le due non si amano. Manco un po’. Potrà esserci un rispetto di fondo per quello che entrambe hanno realizzato, una segreta ammirazione di una per certi aspetti dell’altra (e viceversa), ma i sentimenti che provano non sono di affetto. Troppo diverse, e non è questione di essere americana e russa (del resto la Guerra Fredda è finita da un pezzo); anzi, alla Sharapova di russo è rimasto ben poco visto che quando sapeva a malapena parlare il padre l’ha portata in Florida per farne una campionessa. Lo scontro era esploso poco tempo fa: una accusava l’altra di essere una sfascia-famiglie (l’affare Muratoglou), l’altra rispondeva “whatever, tanto è lei quella che non invitano alle feste migliori”. Si erano chiarite, ma l’acredine è rimasta. Due episodi su tutti legati al campo: ovviamente la finale di Wimbledon 2004. Serena ha già giocato e vinto, quell’anno, contro la Sharapova: 6-4 6-3 agli ottavi di Key Biscaine. Pochi mesi dopo si va a Londra, la Williams ha già vinto due titoli giocando quattro finali consecutive ma clamorosamente perde contro una diciassettenne che la prende a pallate dall’inizio alla fine facendole girare la testa. Quando va a ricevere il trofeo per la finalista sorride e ammicca, ma dentro è una furia e sta pensando a chi sia quella ragazzina che si è permessa di toglierle la corona. Poi, la finale del Roland Garros 2013. Serena non lo vince da 11 anni e vuole porre rimedio, Maria è la campionessa in carica. E parte fortissimo: 2-0 e a ogni punto il pugno agitato e il “come on” di carica. Serena non si scompone e quando centra il controbreak lascia partire un urlo devastante guardando dritto negli occhi la sua avversaria. Fine dei giochi: vince la Williams in due set. Da allora le due si sono incrociate altre due volte e per due volte ha vinto l’americana; già, perchè forse non abbiamo ancora segnalato che il bilancio è a favore di Serena. La Sharapova insomma non batte la rivale dal 2004: a Los Angeles, finale dell’allora Tour Championships (il Master). Poi 15 vittorie in fila dell’altra, con un totale di tre set persi; dire che Serena Williams è la nemesi di Maria Sharapova è perfino riduttivo. Di sicuro sono le due migliori giocatrici degli ultimi anni, di certo questa è la più grande rivalità del tennis recente e pazienza se lo score è a senso unico; è la numero 1 contro la numero 2, è la finale tra due avversarie diverse eppure simili nella loro fame di vittorie, perchè non si torna da infortuni e crisi personali se non si ha la voglia di farlo e di mangiarsi mondo e avversarie. Domani saranno ancora di fronte l’una all’altra su un campo da tennis; una per staccare Evert e Navratilova e avvicinarsi un po’ di più a Smith Court e Graf, l’altra per prendersi il sesto Slam e rilanciare la sfida per la prima posizione mondiale. Comunque vada uno spettacolo; con queste due la partita non può mai essere brutta, banale o all’acqua di rose. Dopo di che, la vincitrice resta un dettaglio; chi preferisce una, chi sceglie l’altra. Buon divertimento.
(Claudio Franceschini)