Da Roma alla Gran Bretagna, un salto importante per un ragazzo di 15 anni che prende in mano il proprio destino e decide di lasciare famiglia e amici per inseguire il sogno chiamato calcio. E’ questa in sintesi la vita di Raffaele De Vita, esterno d’attacco nato a Roma nel 1987 e nel Regno Unito dall’età di 15 anni. De Vita, con un contratto fino al 2017 con il Ross County, ha parlato della sua esperienza in esclusiva per IlSussidiario.net.



Da Roma al Regno Unito, viaggo lunghissimo. Come è andata? Ero un ragazzino di 15 anni e giocavo in una società di Roma, l’Atletico 2000. Feci un provino per il Blackburn Rovers che decide di prendermi e quindi volai in Inghilterra.

Atletico 2000 gestito allora da ex grandi romanisti come Pruzzo, Chierico e Giannini… Esattamente, pensate come potevo stare io che sono da sempre tifoso della Lazio. Aldilà di questo, devo molto a tutti e tre e in particolare a Chierico che mi ha insegnato tanto.



Blackburn significa Premier League. Come hai vissuto quegli anni? Anni importanti perché il calcio inglese anche a livello giovanile ti cambia la vita, ti trattano da professionista. 

In quegli anni c’è stato il boom di talenti italiani in Inghilterra… Si parlava molto di Giuseppe Rossi e di Arturo Lupoli che hanno avuto due carriere differenti. Diciamo che i club inglesi sono sempre stati molto attenti ai talenti italiani.

Come è continuata l’avventura nel Regno Unito? Dal Blackburn mi sono trasferito al Livingston per poi tornare in Inghilterra nello Swindon Town dove ho trascorso due anni importanti con tanti ricordi positivi.



Allenato tra l’altro da Di Canio… Un’esperienza stupenda, fantastica. Essere allenato da lui è qualcosa di unico, trasmette emozioni importanti e soprattutto riesce a caricarti in ogni momento. Abbiamo vinto un campionato e abbiamo soprattutto sfiorato la promozione in Championship.

Come sei arrivato al Ross County? Dopo lo Swindon ho giocato nel Bradford e per qualche mese al Cheltenham. Dopo quest’ultima esperienza ho avuto la possibilità di firmare per il Ross County.

Non hai nostalgia per l’Italia? Se intende nostalgia per il calcio italiano direi di no visto che non ho mai giocato praticamente in Italia, sono andato via a 15 anni. Però sentendo molti amici che giocano in Lega Pro credo che non potrei mai tornare. Qui ci sono società serie con imprenditori puliti che pagano sempre e rispettano i contratti. E’ chiaro che c’è la nostalgia per i miei affetti, la famiglia, la mia compagna che è a Roma a finire gli studi. 

Quando si parla di “magia dell’F.A. Cup” che significa? E’ difficile da comprendere per chi non è dentro, ma davvero c’è una magia in quella competizione ma diciamo in tutto il calcio inglese. Società che militano in serie inferiori che riescono a battere club blasonati grazie al proprio pubblico, stadi piccoli che si trasformano in ambienti caldi. E poi qui il calcio è una festa, tutto il contrario di quello che succede in Italia.

Tifoso biancoceleste fin da bambino, che pensi dell’attuale Lazio? Una buona squadra, il problema è che ormai chi gestisce la Lazio crede che ai tifosi vada bene arrivare al terzo posto senza avere mai la possibilità di vincere. Purtroppo non ripeteremo mai le vittorie della gestione Cragnotti.

(Claudio Ruggieri)