Nonostante il supporto del pubblico dell’Artemio Franchi, la Fiorentina cade fra le mura amiche contro il Lech Poznan nella terza giornata del Girone I di Europa League. Tardiva la reazione degli uomini di Sousa ai gol di Kownacki e Gajos: la rete di Giuseppe Rossi è solo un’illusione che non fa altro che aumentare il rammarico per una grande occasione mancata.
La squadra di Paulo Sousa rischia di pagare a caro prezzo la serataccia odierna. Non è questa la squadra che ha meritato la prima posizione in Serie A. Disattenzioni difensive e possesso di palla sterile confezionano l’exploit polacco a Firenze.
Partita perfetta per gli uomini di Urban, che dopo aver resistito per larghi tratti ai tentativi avvolgenti dei toscani, colpiscono alle prime due vere occasioni con Kownacki e Gajos. Solo nel finale rischiano di perdere quanto di buono creato fino ad allora, ma la buona sorte premia l’impegno dei polacchi con i 3 punti.
Il direttore di gara lituano dirige in maniera impeccabile l’incontro tra Fiorentina e Lech Poznan. Poche le situazioni dubbi: sacrosanto il rosso a Rebic nel finale.
La Fiorentina di Paulo Sousa ospita allo Stadio Artemio Franchi i polacchi del Lech Poznan nel match valido per la terza giornata del girone I di Europa League. I viola si schierano con il classico 3-5-2: davanti a Sepe (voto 6), i tre centrali sono Roncaglia (voto 6), Tomovic (voto 6) e Astori (voto 6,5). La mediana toscana vede nel ruolo di centrale l’ex Atletico Madrid Mario Suarez (voto 6), con Mati Fernandez (voto 5,5) e lo spagnolo Verdù (voto 6) nel ruolo di mezzeali; sugli esterni agiscono invece il giovane Rebic (voto 6,5)e l’esperto Pasqual (voto 6). La fase offensiva è affidata alla vena di Giuseppe Rossi (voto 6) e al El Khouma Babacar (voto 5,5).
La formazione polacca scende in campo con un camaleontico 4-2-3-1 pronto a trasformarsi in un solido 4-5-1 in fase difensiva: tra i pali il portiere Buric(voto 6) è protetto da una linea a 4 composta da destra verso sinistra da Kedziora (voto 6), Kadar (voto 5,5), Dudka (voto 6) e Kaminski (voto 6). Nel ruolo di interditori agiscono Tetteh (voto 6,5) e Tralka (voto 6), con Formella (voto 6), Holman (voto 6) e Lovrencsics (voto 6,5) a muoversi sul fronte d’attacco alle spalle dell’unica punta Thomalla (voto 6,5).
Manovra lenta e prevedibile per gli uomini di Paulo Sousa, che fatta eccezione per un buon avvio di gara, si rendono protagonisti di un primo tempo sonnolento in cui non riescono mai ad impensierire Buric. Il croato riesce a saltare l’uomo con continuità. Mina vagante per la difesa polacca. Certamente è il giocatore più pericoloso della squadra di Sousa. Si fa pescare tre volte in fuorigioco e soffre il duello fisico con i centrali polacchi. Da lui ci si attende una prestazione di diversa caratura.
Impediscono ai viola di esprimersi con disinvoltura chiudendo tutte le linee di passaggio. Partita ordinata e intelligente. Al contrario del suo collega di ruolo Babacar, la sua presenza in avanti si sente eccome. Si muove su tutto il fronte d’attacco ed è spesso coinvolto in combinazioni pericolose per la retorguardia viola. Finora tra i più positivi. Soffre la vena di un Rebic scatenato sulla fascia destra. I suoi interventi riescono a stoppare l’avanzata del croato raramente. Sempre in difficoltà. (Dario D’Angelo)
Fiorentina
Non può nulla su entrambi i gol dei polacchi. Praticamente mai impegnato se non in qualche uscita di facile lettura.
Tra i colpevoli in occasione delle reti polacche: non si distingue per attenzione in fase difensiva. Nel finale si rende protagonista di uno splendido assist che potrebbe valere il pari, ma Babacar non ne approfitta.
In occasione del vantaggio del Lech Poznan cerca di opporsi a Kownacki ed è sua l’ultima deviazione prima che la palla oltrepassi la linea. Colpevole quanto i compagni di reparto delle disattenzioni difensive.
Dopo un buon avvio si lascia trasportare dal cattivo andazzo del match e soffre in particolare le accelerazioni di Lovrencsics
Nel primo tempo è il migliore dei suoi. Dribbling e accelerazioni nel secondo tempo lasciano spazio però ad iniziative velleitarie e ad un nervosismo che non può tramutarsi in falli gravi come quello che gli costa l’espulsione. Ha ancora tanto su cui lavorare dal punto di vista caratteriale.
Dopo un primo tempo certamente non indimenticabile, nel secondo tempo è autore di diverse sortite che creano scompiglio nella retroguardia polacca, soprattutto sulla fascia sinistra. Suo l’assist per il gol di Rossi.
Spento, macchinoso, mai capace di innescare i compagni più avanzati. Partita da dimenticare. (dal 73′ ILICIC s.v.)
Qualche guizzo di classe, soprattutto nel primo tempo, ma ciò che gli manca è il passo. Sapevamo non fosse un fulmine di guerra, ma alla tecnica bisogna alternare anche la gamba. Potrà venire utile nella gestione del pallone nei minuti finali dei match. (dal 65′ VECINO 6: Il suo ingresso dona un po’ più di vivacità alla mediana viola: costringe Buric alla respinta complicata dopo un tentativo potente dalla lunga distanza.)
Il capitano dei viola è autore di un paio di cross tagliati dalla sinistra che impegnano il portiere polacco. Non fa molto di più. (dal 68′ BERNARDESCHI 6,5: Da quando entra in campo diventa il pericolo numero uno per Buric, che in un’occasione vede sfilare il pallone calciato dal talento di Massa a pochi centimetri dal palo, in un’altra si supera di piede compiendo il miracolo).
Grandi passi in avanti per Giuseppe Rossi, che gol a parte dimostra di essere sulla buona strada per ritrovare la migliore condizione atletica. Regala qualche spunto di classe cristallina, e con il cuore prova a riaprire il match: a breve sarà pronto anche per il campionato.
Serata no per l’attaccante ex Modena. Se questa doveva essere la serata in cui dimostrare di essere una valida alternativa a Kalinic, l’obiettivo è miseramente fallito. Mai capace di fare la differenza in positivo: nel finale sottrae a Bernardeschi il pallone del pareggio e manda alto di testa a meno di un metro dalla linea di porta.
L’allenatore portoghese, dopo la sconfitta contro il Napoli, è costretto a correre ai ripari in vista della sfida di campionato con la Roma: dov’è finito il calcio-spettacolo che aveva contraddistinto i primi mesi della sua Fiorentina?
Lech Poznan
L’estremo difensore dei polacchi salva i suoi in almeno 3 occasioni: rimane negli occhi l’intervento di piede su Bernardeschi. A recupero inoltrato rischia di rovinare tutto calciando addosso a Giuseppe Rossi, ma il rimpallo sulla testa di “Pepito” lo grazia.
Partita fisica all’insegna dell’attenzione. Le sue chiusure risultano spesso decisive.
Dopo un primo tempo di sofferenza, prende le misure a Rebic e ne limita le sortite.
Arretrato nel ruolo di centrale limita alla grande Babacar. Prestazione positiva per un centrocampista adattato a difensore.
Che fosse il prospetto più interessante dei polacchi era noto a tutti: lo conferma rendendosi protagonista di una prestazione perfetta in difesa condita dall’assist per il 2 a 0 di Gajos.
Partita di sacrificio impreziosita da qualche spunto di qualità. (dal 68′ HAMALAINEN 6: Entra in campo al posto di Holman dopo il vantaggio polacco: fornisce un contributo importante in termini di sostanza.)
Dopo cinque anni ad Udine senza mai assaggiare la Serie A si prende la sua rivincita sul calcio italiano. Tanta quantità e buone qualità tecniche.
Una partita all’insegna del lavoro oscuro da parte del capitano polacco, bravo a spezzare a più riprese le trame offensive toscane. Fa tanta legna a metà campo.
Svaria su tutto il fronte d’attacco e cerca spesso la combinazione con Thomalla. Se gli uomini di Urban si rendono spesso pericolosi in fase di contropiede è anche merito suo.
Entra in tutte e due i gol del Lech Poznan: sul primo è suo l’assist che libera Kownacki al tiro; in occasione del secondo gol di Gajos è l’autore del calcio da fermo da cui scaturisce il raddoppio polacco.
Nel primo tempo è il migliore della formazione polacca. Il suo lavoro in fase di possesso è determinante per non far schiacciare ulteriormente la squadra ospite. Alterna ottime qualità tecniche ad un lavoro atletico non da poco. (dal 63′ KOWNACKI 7: Resta in campo giusto il tempo per segnare il vantaggio dei polacchi. Lascia il campo un quarto d’ora dopo per un problema muscolare. dal 78′ GAJOS 7: Chiamato in causa per subentrare alla rete di Kownacki, chiude definitivamente i conti realizzando il gol del 2 a 0)
Il vero trionfatore del match di oggi è lui. Dispone tatticamente i suoi alla perfezione e azzecca i cambi vincenti. Legge la gara meravigliosamente.
(Dario D’Angelo)