A Twickenham la Nuova Zelanda supera l’Australia per 34 a 17 e conquista il titolo di Campione del Mondo 2015. Nel primo tempo, gli All Blacks impiegano 8 minuti per passare in vantaggio con la punizione di Carter a cui risponde Foley al 14′. Il mediano d’apertura neo zelandese ha però più possibilità del suo corrispettivo australiano per segnare da fermo, come nel caso dei piazzati al 27′ e al 36′ ma, prima del termine della frazione, Milner-Skudder, involandosi sulla fascia destra, riesce pure a marcare una meta al 39′ e proprio Carter, a tempo scaduto, trasforma facilmente da posizione defilata aggiungendo due punti. La ripresa comincia con la meta di Ma’a Nonu al 42′, non trasformata da Carter. Al 52′ Ben Smith si rende protagonista di un placcaggio pericoloso e l’arbitro Owens, consultato il TMO, opta per il cartellino giallo. La superiorità numerica rilancia i Wallabies che segnano due mete con Pocock e Kuridrani, rispettivamente al 53′ e al 64′, completate dai 4 punti totali di Foley. Al 70′, Carter inventa praticamente dal nulla un bellissimo drop e al 75′ mette altri tre punti da fermo. Gli australiani tentano il tutto per tutto lasciandosi tuttavia scappare Barrett, imbeccato coi piedi da Ben Smith, per la meta del 79′ che, con la trasformazione di Carter, chiude definitivamente i conti. Finale emozionante e spettacolare. Gli All Blacks tengono in mano l’andamento della sfida per quasi tutti gli ottanta minuti ma l’Australia resiste e, una volta in inferiorità numerica, ne approfitta cercando inutilmente di riaprire il match. Gli uomini in nero si confermano i migliori in assoluto conquistando il loro terzo titolo mondiale (record assoluto) e diventando i primi ad ottenere la vittoria in due edizioni consecutive del torneo. Concedono molto poco agli avversari dall’inizio alla fine, le due mete subite arrivano infatti con l’uomo in meno, mettendo in campo un pressing ed un’intensità devastante. I Wallabies, nonostante una prestazione tosta, subiscono la Nuova Zelanda per quasi tutta la partita commettendo diversi errori, specialmente in rimessa laterale, e riuscendo a portarsi in avanti solamente in occasione della momentanea superiorità numerica. Il meglio dell’Australia non si rivela sufficiente contro questi inarrivabili All Blacks. Mantiene una condotta autoritaria avvalendosi del TMO con intelligienza e soprassedendo agli episodi da lui non registrati. Applica il regolamento in maniera fiscale ma giusta mostrando a Ben Smith un cartellino giallo per un placcaggio pericoloso. Il trentatreenne neo zelandese del Racing ’92 mette a segno ben 19 punti grazie alla sua abilità coi piedi tra preziosi calci di punizione, trasformazioni ed un splendido drop al 70′ che rimette a posto l’Australia nel finale. Una grande prova per il mediano d’apertura in quella che dovrebbe essere a tutti gli effetti la sua ultima gara con la propria Nazionale. (Alessandro Rinoldi)
La Nuova Zelanda batte l’Australia per 34 a 17 e vince la Coppa del Mondo di rugby per la terza volta nella sua storia. Nell’ultima parte di gara, approfittando della momentanea superiorità numerica, i Wallabies marcano un’altra meta con Kuridrani al 64′, trasformata dal solito Foley, anche se Carter decide di chiudere definitivamente i conti prima con un drop inventato dal nulla al 70′ e poi con i tre punti da metà campo con la punizione del 75′. La ciliegina sulla torta è la meta finale di Barrett al 79′ propiziata da Ben Smith e a cui Carter aggiunge gli ultimi due punti di questa partita. Gli All Blacks diventano così la squadra capace di vincere il maggior numero di mondiali e la prima a conquistare due edizioni consecutive del torneo.
Quando siamo arrivati all’ora di gioco, ovvero alla metà del secondo tempo, la Nuova Zelanda continua a condurre sull’Australia con il punteggio di 21 a 10. Gli All Blacks marcano subito una meta grazie all’iniziativa di Ma’a Nonu al 42′, con Carter impreciso nella trasformazione, ma devono fare i conti col cartellino giallo per Ben Smith al 52′, colpevole di un placcaggio pericoloso. I Wallabies non ci pensano un attimo e ne approfittano con la meta di Pocock al 53′, trasformata da Foley con l’aiuto del palo.
A Londra Nuova Zelanda ed Australia sono da pochissimo rientrate negli spogliatoi per l’intervallo della finale del mondiale di rugby e, al momento, gli All Blacks stanno conducendo per 16 a 3. Il mediano d’apertura Carter realizza 6 punti con le punizioni del 27′ e del 36′ ma è Milner-Skudder a chiudere la prima frazione involandosi in meta lungo la corsia destra al 39′, meta inoltre prontamente trasformata proprio da Carter a tempo scaduto. I Wallabies faticano a reagire e dovranno certamente fare di meglio per impensierire gli avversari da qui all’80’.
A Twickenham la finale mondiale tra Nuova Zelanda e Australia è ormai giunta alla metà del primo tempo ed il punteggio è di 3 a 3. Gli All Blacks, che attuano un pressing asfissiante, passano in vantaggio all’8′ grazie ad un calcio di punizione di Carter ma una serie di errori grossolani ed inaspettati consentono ai Wallabies di pareggiare sempre da fermo con il facile piazzato di Foley al 14′ per fallo di Owen Franks. L’Australia perde tuttavia Douglas al 15′ per un infortunio al ginocchio ed al suo posto entra Mumm.
Tutto è pronto per Nuova Zelanda-Australia. All Blacks e Wallabies stanno per scendere in campo a Twickenham per la finale dei Mondiali di rugby 2015 che sarà diretta dall’arbitro gallese Owens. In palio il titolo iridato, che sarebbe il terzo per entrambe queste gloriose squadre. Per entrare nel clima giusto, eccovi le formazioni ufficiali di Nuova Zelanda e Australia, che come da tradizione nella palla ovale sono state annunciate già nei giorni scorsi. 15 B. Smith, 14 Milner-Skudder, 13 C. Smith, 12 Nonu, 11 Savea, 10 Carter, 9 A. Smith, 8 Read, 7 McCaw, 6 Kaino, 5 Whitelock, 4 Retallick, 3 O. Franks, 2 Coles, 1 Moody. Allenatore: Hansen. A disposizione: 16 Mealamu, 17 B. Franks, 18 Faumuina, 19 Vito, 20 Cane, 21 Kerr-Barlow, 22 Barrett, 23 S. B. Williams. 15 Folau, 14 Ashley-Cooper, 13 Kuridrani, 12 Giteau, 11 Mitchell, 10 Foley, 9 Genia, 8 Podcock, 7 Hooper, 6 Fardy, 5 Simmons, 4 Douglas, 3 Kepu, 2 Moore, 1 Sio. Allenatore: Cheika. A disposizione: 16 Polota-Nau, 17 Slipper, 18 Holmes, 19 Mumm, 20 McCalman, 21 Phipps, 22 Toomua, 23 Beale.
È la finale della Coppa del Mondo di rugby 2015. A Twickenham va in scena forse la sfida più prestigiosa in assoluto della palla ovale, eppure è la prima volta che All Blacks e Wallabies si affrontano nell’ultimo atto di un Mondiale. Il derby dell’Oceania mobiliterà l’attenzione generale dei due Paesi ma anche di tutti gli appassionati di rugby ovunque nel mondo: i precedenti sono la bellezza di 154, con 105 vittorie della Nuova Zelanda, 42 successi australiani e sette pareggi, però in Coppa la situazione è un po’ diversa. L’Australia infatti vinse la semifinale dell’edizione 1991 per 16-6 sulla strada del suo primo trionfo iridato e concesse il bis nel 2003 davanti al pubblico amico di Sydney per 22-10, sempre in semifinale, anche se poi il titolo andò all’Inghilterra. La Nuova Zelanda si è riscattata quattro anni fa, vincendo in casa propria ad Auckland ancora una volta la semifinale: 20-6 per gli All Blacks che poi hanno conquistato il loro secondo titolo. Quanto ai cinque precedenti più recenti, abbiamo tre vittorie della Nuova Zelanda, una dell’Australia e un pareggio.
È la finale probabilmente migliore possibile per la Coppa del Mondo di rugby 2015. Ci sarà una battaglia molto intensa tra i due pacchetti di mischia, molto equilibrati per quanto riguarda il peso complessivo e guidati entrambi dai rispettivi n° 7, l’esperto Richie McCaw per la Nuova Zelanda ed il più giovane ma efficacissimo Michael Hooper per l’Australia, Hooper che sarà l’erede proprio di McCaw come migliore al mondo nel ruolo. Per McCaw potrebbe essere anche l’ultima gara come componente degli All Blacks, soprattutto in caso di vittoria infatti potrebbe salutare dopo il match di Twickenham. Importante anche il duello in touche, che vede leggermente favoriti i neozelandesi, e quello tra le linee di trequarti, entrambe molto veloci e con talento diffuso tra i componenti. Certamente sarà una partita più aperta rispetto alle due semifinali: All Blacks e Wallabies cercheranno di superarsi affidandosi molto al gioco alla mano ed ai calci di spostamento.
Sarà oggi pomeriggio la grande finale dei Mondiali di rugby 2015. Si affrontano All Blacks e Wallabies, cioè le prime due squadre del ranking mondiale. Tra “cugini” c’è un rapporto di amore-odio, come spesso succede in questi casi: di certo nel rugby la rivalità è fortissima e dura da oltre un secolo. Facciamo allora un tuffo indietro nel tempo e scopriamo l’origine dei due soprannomi. All Blacks si spiega da solo osservando i colori della divisa neozelandese, eppure pare che alla base ci sia un clamoroso errore di stampa. Nel 1905 si parlava di “All Backs” (tutti trequarti), giudizio tecnico sulla squadra che però in Inghilterra diventò All Blacks: così comincia una leggenda… Non c’è dubbio invece sui Wallabies, che prendono il nome da un marsupiale simile al canguro, il Wallaby, che dai primi del Novecento è il simbolo della squadra australiana.
È la finale della Coppa del Mondo di rugby. La partita che mette in campo il titolo iridato si gioca oggi pomeriggio alle ore 17.00 italiane, naturalmente presso il leggendario stadio di Twickenham a Londra, che ospita l’ultimo atto di questi Mondiali. A giocarsi il titolo sono le due squadre forse più attese: i campioni del mondo in carica, gli All Blacks neozelandesi, avranno di fronte l’avversario più classico nella loro storia, i Wallabies australiani.
Entrambe le compagini hanno disputato tre finali mondiali, vincendo in due occasioni, ma è la prima volta che si giocano la finale tra loro, mentre in semifinale si sono scontrate tre volte con due successi per l’Australia. I Wallabies vogliono dare anche continuità alla loro storia vincente sui campi britannici, visto che i loro successi sono arrivati proprio a Twickenam nel 1991 e poi a Cardiff nel 1999. Invece gli All Blacks clamorosamente non hanno mai vinto un Mondiale fuori dalla Nuova Zelanda, dove si sono imposti nel 1987 e nel 2011: una lacuna che vogliono certamente colmare.
Il cammino delle due nazionali nella fase a gironi ha visto solo successi, con l’Australia che ha eliminato anche i padroni di casa dell’Inghilterra nel gruppo A che era quello considerato più difficile, mentre la Nuova Zelanda non ha molto impressionato ma d’altronde non ha dovuto faticare troppo per chiudere al primo posto il girone C. Nei quarti di finale cambia lo scenario: sofferta vittoria dei Wallabies contro la Scozia per 35-34 dopo una partita decisa solo negli ultimi minuti, mentre gli All Blacks hanno seppellito la Francia sotto una pioggia di mete (ben 9) per vincere 62–13 in quella che per i Bleus è stata la peggiore partita nella storia dei mondiali. In semifinale è stata invece la Nuova Zelanda a dover soffrire maggiormente per imporsi 20–18 contro il Sudafrica, mentre l’Australia ha avuto ragione dell’Argentina per 29-15 con quattro mete all’attivo e nessuna subita.
Sabato a Twickenham scenderanno in campo molti campioni, che rispondono ai nomi – per citare i più celebri – di Daniel Carter, Richie McCaw, Jerome Kaino, Aaaron Smith, Julian Savea e Maa Nonu per gli All Blacks e Will Genia, Adam Ashley-Cooper, Michael Hooper, Matt Giteau e Bernard Foley per i Wallabies, ma tutti i componenti di queste due squadre sono in grado, in qualsiasi momento della gara, di eseguire delle giocate di alto livello. La Nuova Zelanda ha dimostrato che anche in giornate non delle migliori, come quella della semifinale contro il Sudafrica, quando ha peccato molto per indisciplina, subendo sei calci di punizione, riesce a trovare il guizzo per una meta o per un drop, come quello decisivo di Carter. Anche l’Australia, quando è stata chiamata a sprintare per la vittoria lo ha fatto molto bene come nei quarti contro la Scozia quando Foley ha avuto la necessaria calma per mettere a segno la punizione decisiva all’ultimo minuto di gara. Entrambe le formazioni presentano diversi acciaccati dopo le due semifinali, molto intense dal punto di vista dell’agonismo, ma sicuramente tutti faranno il massimo per essere presenti in questa occasione.
Le quote di Nuova Zelanda-Australia ci dicono che gli All Blacks sono considerati senza dubbio favoriti per il successo in questa attesissima finale: la Snai infatti offre il segno 1 (vittoria Nuova Zelanda) a 1,35, mentre un successo dell’Australia (segno 2) pagherebbe 3,40 volte la posta. Infine in caso di pareggio – naturalmente al termine dei tempi regolamentari – la quota è di 22,00.
La partita dei Mondiali di rugby 2015 tra Nuova Zelanda e Australia sarà trasmessa in diretta tv da Sky sul canale Sport 2 HD, il numero 202 della piattaforma satellitare che è la ‘casa’ di questa Coppa del Mondo: telecronaca dalle ore 17.00 a cura di Francesco Pierantozzi, con il commento tecnico di Federico Fusetti; dalle 16.00 un ampio pre-partita, con ospite da Twickenham l’ex calciatore Alessandro Del Piero. I clienti Sky abbonati al pacchetto Sport potranno seguire il match anche in diretta streaming video tramite l’applicazione Sky Go, disponibile per pc, tablet e smartphone. Aggiornamenti sul risultato della sfida saranno infine disponibili sul sito internet ufficiale della Coppa del Mondo, www.rugbyworldcup.com.
LA DIRETTA LIVE NON PIU’ DISPONIBILE
Il tabellino
Nuova Zelanda-Australia 34-17 (primo tempo 16-3)
Twickenham, Londra
Mete: 39′ Milner-Skudder(N); 42′ Nonu(N); 53′ Pocock(A); 64′ Kuridrani(A); 79′ Barrett(N).
Trasformazioni: 40’+1′ Carter(N); 54′, 65′ Foley(A); 80′ Carter(N).
Calci di punizione realizzati: 8′ Carter(N); 14′ Foley(A); 27′, 36′, 75′ Carter(N).
Drop: 70′ Carter(N).
Moody; Coles; OT Franks; Kaino; McCaw(C); Read; AL Smith; Carter; Savea; Nonu; CG Smith; Milner-Skudder; BR Smith. Selezionatore: Steve Hansen. A disp.: Mealamu, BJ Franks, Faumuina, Vito, Cane, Kerr-Barlow, Barrett, Williams.
Sio; Moore(C); Kepu; Douglas; Simmons; Fardy; Hooper; Pocock; Genia; Foley; Mitchell; Giteau; Kuridrani; Ashley-Cooper; Folau. Selezionatore: Michael Cheika. A disp.: Polota-Nau, Slipper, Holmes, Mumm, McCalman, Phipps, Toomua, Beale.
Arbitro: Nigel Owens (Galles).
Ammoniti: 52′ B Smith(N).
Man of the Match: Daniel Carter(N)