E’ stato presentato oggi il Giro d’Italia 2016. La Corsa Rosa partirà il 6 maggio con una cronometro individuale di 9,8 chilometri ad Apeldoorn, in Olanda. Poi altre due tappe nei Paesi Bassi e quindi il trasferimento a Catanzaro. La prima tappa importante sarà quella di Roccaraso, poi nella nona tappa la crono individuale di 40,4 del Chianti. L’altra frazione contro il tempo sarà la cronoscalata dell’Alpe di Siusi alla quindicesima tappa, di 10,8 chilometri. Il giorno prima ci sarà il ritorno delle Dolomiti col grande tappone di Corvara, l’ultima settimana proporrà infine altri tre arrivi in salita. Tante emozioni, tanti protagonisti, un Giro che potrebbe piacere a Vincenzo Nibali mentre Ivan Basso non lo vivrà più da corridore avendo annunciato proprio oggi il suo ritiro. Per presentare il Giro 2016 abbiamo sentito Silvio Martinello. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Giro 2016, si parte dall’Olanda. Come vede questa cosa? Positiva, visto che l’Olanda è terra di campioni e di grandi tradizioni e ha sempre risposto alla grande a eventi come il Giro e il Tour. E’ una buona cosa fare partire il Giro fuori dall’Italia per pubblicizzare questa corsa. Nel 2014 era partito dall’Irlanda ed era stata una grande festa…
Poi si tornerà in Italia andando al Sud… Una cosa importante per il nostro ciclismo, magari il Sud non ha tantissime risorse, ma fa parte fino in fondo di questo sport. C’è un campione del sud, Vincenzo Nibali, che dovrebbe essere il principale protagonista del Giro 2016.
Giro duro con sei arrivi in salita? Ogni Giro è fatto così, è consuetudine e sarà così anche quest’anno.
La tappa di Roccaraso potrebbe dire già qualche cosa? Potrebbe dire già qualcosa nel senso che si potrebbe già cominciare a vedere chi non sarà in grado di lottare per il successo finale.
Tre cronometro fra cui la cronoscalata all’Alpe di Siusi: potranno decidere la corsa? Saranno crono importanti che certamente saranno in grado di incidere sul Giro 2016.
C’è poi il ritorno delle Dolomiti… Una cosa molto bella e significativa, che è stata accolta nel migliore dei modi.
Dove si potrebbe decidere il Giro? Saranno importanti la cronometro del Chianti, il tappone dolomitico di Corvara e la cronoscalata. Credo però che il Giro si deciderà proprio alla fine. Ci sarà la frazione di Risoul molto impegnativa e quella successiva che terminerà a Sant’Anna di Vinadio che potrebbe essere ancora più importante.
Per chi vede ideale questo Giro? Corridori come Nibali, magari pure Aru. Speriamo poi che alla fine il Giro possa arricchirsi anche di tanti campioni stranieri…
Torino palcoscenico migliore per il finale della corsa rosa? Direi proprio di sì, sarà l’ideale per un Giro appassionante, una città stupenda che fa parte della storia del Giro.
Ivan Basso ha annunciato il ritiro: un giudizio sulla sua carriera? Una carriera importante macchiata dall’Operacion Puerto da cui però Basso ha saputo uscire nel modo migliore possibile, dando un esempio veramente positivo. Anche nella malattia Basso ha saputo mostrare tanta dignità di fronte a una cosa così triste, un tumore davanti al quale bisogna mostrare tanto coraggio.
Cosa lascia Basso al ciclismo italiano? I suoi successi, i suoi due Giri d’Italia, la consapevolezza di essere un personaggio di rilievo del ciclismo mondiale che rimarrà sempre nella storia di questo sport. (Franco Vittadini)