L’amichevole tra Inghilterra e Francia che si svolgerà questa sera alle 20:00 ora locale allo stadio di Wembley sarà carica di significato. A quattro giorni dagli attacchi terroristici di Parigi, questa partita non sarà una “normale amichevole,” ha detto l’allenatore inglese Roy Hodgson. Il calcio, lo sport più popolare, può unire più di ogni altra cosa. E questa sera sarà un modo per dire no al terrorismo attraverso lo sport. Wembley si vestirà del Tricolore e i mega schermi mostreranno le parole del motto della Rivoluzione francese, “liberté, egalité, fraternité”, che compaiono anche sulle fiancate dello stadio. Prima del fischio d’inizio le parole della Marsigliese, l’inno nazionale francese, campeggeranno sugli schermi e il pubblico – non ci sono dubbi – canterà.



Ci sarà anche il principe Williams, che è presidente della Football Association. Ma non sarà una partita normale, anche perché le misure di sicurezza saranno straordinarie. Gli organizzatori hanno deciso, giustamente, di non fermare la partita. Quindi allo stadio, assieme al pubblico, ci saranno centinaia di uomini armati.



Il ministro dell’Interno, Theresa May, ha detto davanti al Parlamento che le misure di sicurezza saranno aumentate nel Regno Unito in risposta agli attentati di Parigi. Lo aveva già detto domenica nel corso di un programma giornalistico della Bbc: maggiori controlli alle frontiere e più polizia per le strade. “Ci sarà un aumento della presenza della polizia ad alcuni eventi, ci saranno maggiori perquisizioni di veicoli. Chi passerà per i porti del Paese noterà una maggiore presenza della polizia e un aumento delle perquisizioni di veicoli”, ha detto la May. 

In concomitanza con questi annunci, la Metropolitan Police ha rivelato che nel Regno Unito sono attualmente in corso 600 indagini antiterrorismo. Parlando alla Camera dei Comuni, la May ha anche confermato che nuovi fondi saranno impiegati per il reclutamento di ulteriori 1900 ufficiali nei settori sicurezza e intelligence presso MI5, MI6 e Gchq. Si tratta di un aumento del 15%. Ma ci vorrà del tempo affinché queste persone diventino operative. Dovranno essere innanzitutto reclutate, esaminate e adeguatamente preparate.



Londra oggi si interroga se quanto è successo a Parigi può ripetersi qui. Ma la risposta se l’è già data quest’estate, quando è stata teatro di una simulazione di attacchi terroristici che ha coinvolto mille ufficiali di polizia in varie zone del centro della capitale. Vi hanno preso parte anche paramedici, soldati e personale dell’intelligence. Ci sono voluti sei mesi per pianificare la simulazione, che è servita a testare la capacità di reazione delle forze di sicurezza e dei servizi d’emergenza ad attacchi di estremisti muniti di armi da fuoco. Quanto è successo a Parigi può succedere ancora.

L’Inghilterra ha conosciuto il terrorismo, ma in questi anni ha vissuto un periodo di calma. Dopo gli attacchi suicidi del 7 luglio 2005, nei quali 52 persone hanno perso la vita, non ce ne sono stati altri – di quelle dimensioni – nella capitale britannica. Anche perché diversi tentativi sono stati sventati in tempo dagli apparati della sicurezza. Secondo Scotland Yard ci sono stati almeno sei tentativi in 12 mesi.

L’atroce attacco al soldato Lee Rigby, avvenuto a Woolwich, zona est di Londra, nel maggio 2013, ha ricordato a tutti che i fanatici fondamentalisti non mancano alla capitale. L’attacco mortale a Rigby, che vestiva abiti civili ed era disarmato, fu portato a termine da due terroristi armati di machete nel nome dell’Islam.

La posizione ufficiale del governo è che la minaccia del terrorismo internazionale è “grave”. Questo significa che i responsabili dei servizi di sicurezza ritengono che un attacco sia altamente probabile. Si tratta di un livello sotto quello, detto “critico”, usato nel caso in cui un attacco sia considerato imminente.

Per dimostrare solidarietà ai vicini francesi, Londra ha illuminato i suoi luoghi simbolo, Tower Bridge, London Eye e Trafalgar Square, con i colori del Tricolore. A Londra ci sono circa 300.000 francesi residenti. 

Per quanto le autorità cerchino di rassicurare, parlando delle misure di sicurezza rafforzate, di un aumento degli effettivi di polizia per le strade, di maggiori fondi all’antiterrorismo, se Londra si trovasse di nuovo oggetto di attentati terroristici ben poco potrebbe proteggere i cittadini. Come dicono gli esperti, il “rischio zero” non esiste. E contrastare ogni tentativo da parte di fanatici di colpire inermi cittadini è impossibile.

Londra è una metropoli con milioni di abitanti e un altissimo numero di turisti ogni mese dell’anno. Garantire la sicurezza di milioni di persone che quotidianamente si muovono nell’intreccio sotterraneo di linee e stazioni metropolitane o che prendono i treni per raggiungere la città dalle periferie, che mangiano nei ristoranti e vanno al cinema, a teatro e ai musei, è un compito arduo.