Nel posticipo tra Sampdoria e Fiorentina valido per la 12^ giornata di Serie A, la squadra toscana esce vincitrice dal confronto di scena a Marassi con il punteggio di 2 a 0 e si conferma prima forza del campionato a pari merito con l’Inter.

La squadra di casa non entra mai veramente in partita: dopo un primo tempo rinunciatario i ragazzi di Zenga fanno ancora peggio nella ripresa. La prima sconfitta interna è figlia prima che della superiorità viola, dell’atteggiamento dei blucerchiati.



Se la trasferta di Genova doveva rappresentare la prova del nove per la squadra di Sousa, l’esame è stato ampiamente superato. I ragazzi di Sousa conducono in porto un successo mai veramente in discussione e riconquistano la vetta della classifica.

Nessun dubbio sull’assegnazione del calcio di rigore procurato da Zukanovic e sulla scelta di non espellere il blucerchiato. Sfoggia tanti cartellini gialli ad inizio match ma sorvola sul tocco di mano di Vecino già ammonito che averebbe potuto causare l’espulsione del centrocampista viola. 



Il posticipo della dodicesima giornata di Serie A vede lo scontro tra Sampdoria e Fiorentina. Walter Zenga sceglie il 4-3-3: davanti a Viviano (voto 6,5) la linea di difesa è composta da destra verso sinistra da De Silvestri (voto 6), Silvestre (voto 6), Zukanovic (voto 4,5) e Pereira (voto 6,5). Il ruolo di playmaker nella mediana blucerchiata è affidato a Fernando (voto 6), con Barreto (voto 5,5) e Soriano (voto 5,5) ad alternarsi nel ruolo di interditori e incursori. In avanti a comporre il tridente assieme ad Eder (voto 5,5) e Muriel (voto 6) anche il colombiano Carbonero (voto 5,5).

La Fiorentina di Paulo Sousa si schiera con il classico 3-4-1-2: Tatarusanu (voto 6) è protetto dai tre centrali Roncaglia (voto 6), Gonzalo Rodriguez (voto 5,5) e Astori (voto 6). A centrocampo il compito di creare gioco è affidato a Badelj (voto 6,5) e Vecino (voto 5,5), con Bernardsechi (voto 6,5) e Pasqual (voto 6) chiamati a creare superiorità numerica sugli esterni.  Al “jolly” Borja Valero (voto 6) viene chiesto di agire dietro alle due punte Ilicic (voto 7) e Kalinic (voto 5,5).



Non approccia al meglio il match: troppo attendista l’atteggiamento di inizio gara. Subisce il gol di Ilicic e rischia di andare al tappeto, piano piano si riprende. Non può nulla per arrestare il tiro di Ilicic dagli undici metri: nelle successive occasioni dei viola è sempre pronto, in particolare nel finale salva su Bernardeschi. Regala un calcio di rigore con un tocco di mano tanto ingenuo quanto inutile. Non riesce mai a mettere l’errore da parte ed è sempre in vistosa apprensione.

La Viola sembra sulla buona strada per compiere l’ennesima prestazione da favola della stagione: i tifosi gigliati continuano a strabuzzare gli occhi. Tocchi vellutati di sinistro, tanti inserimenti e un gol su rigore: cosa gli si può chiedere di più? La pagella sotto la sufficienza è dettata dal tocco di mano che poteva costargli l’espulsione. Un giocatore già ammonito non può rischiare di lasciare i suoi in 10 per una tale ingenuità. Con l’esperienza crescerà anche sotto questi aspetti. (Dario D’Angelo)

Sampdoria

Se la Sampdoria non esce con le ossa rotte da Marassi è soltanto merito suo: si rivela decisivo in più di un’occasione su Bernardeschi e compagnia cantante. Non può nulla per evitare il gol su rigore di Ilicic e la rete del raddoppio di Kalinic. Se Conte guarderà dalle parti di Genova, non potrà fare a meno di notarlo.

Rientro abbastanza positivo per l’ex Lazio. Soprattutto nel primo tempo si propone con continuità sulla fascia destra.

Il continuo movimento degli attaccanti toscani lo mette in grande difficoltà. Solo la sua fisicità ogni tanto lo soccorre.

Dal suo tocco di mano scaturisce il calcio di rigore che indirizza la partita sui binari preferiti della Fiorentina. Per tutto il match è un vero disastro.

Nel primo tempo si lascia preferire in fase offensiva, ma non riesce a contenere uno scatenato Bernardeschi che dalla sua parte fa il bello e il cattivo tempo. Sostituito nell’intervallo. (dal 46′ MESBAH 5,5: Anche lui non ha vita facile con Bernardeschi. Il numero 10 viola stasera è un cliente difficile per tutti.)

Ennesima prestazione opaca per il centrocampista cercato in estate da Napoli e Milan. L’ex Bayern fatica a trovare la sua dimensione nella Samp di Zenga. (dall’80’ CASSANO s.v.)

Il centrocampista brasiliano prova a fare da playmaker davanti alla difesa, ma più che ad impostare è spesso costretto ad interrompere le trame offensive viola.

Impreciso e disordinato. Questa sera viene letteralmente surclassato dai pari-ruolo toscani. (dal 65′ IVAN 5,5: Tanta corsa e pressing ma poco altro.)

Spostato nel tridente offensivo non è pericoloso praticamente mai. Il colombiano non interpreta il ruolo come vorrebbe Zenga e si rende protagonista di un passo indietro rispetto alle ultime prestazioni in mediana.

Incappa nella peggiore prestazione stagionale con la maglia della Samp. L’italo-brasiliano è per larghi tratti il vero assente del match. La conferma che si tratti di una serataccia arriva quando nonostante il regalo di Roncaglia grazia Tatarusanu da pochi metri.

Rispetto ad alcune uscite passate si impegna a fondo rendendosi disponibile al sacrificio anche in fase difensiva. Ciò che manca è però la lucidità in zona offensiva: i suoi spunti rari e ininfluenti aumentano il rammarico per ciò che il colombiano potrebbe essere, ma non è.

Nel confronto diretto con Paulo Sousa esce nettamente sconfitto. Dispone i suoi in posizione d’attesa per colpire il contropiede: peccato che una difesa fragile consenta ai viola di passare subito in vantaggio evitando così di esporsi ai contropiedi.

Fiorentina

Chiamato in causa in un paio di occasioni si fa sempre trovare pronto. Dice di no ad Eder evitando patemi nel finale.

La classica buona prestazione macchiata da una disattenzione che avrebbe potuto consentire ad Eder di accorciare le distanze.

Nel primo tempo soffre maggiormente gli spunti di Muriel. Nel secondo tempo ha vita facile nel contenere gli attaccanti doriani.

Partita ordinata e priva di grandi difficoltà per l’ex Roma. Fa sembrare semplice anche quello che non lo è necessariamente.

Gli manca solo il gol, per il resto illumina la scena. Dimostra di meritare la maglia numero 10 che fu di Antognoni e Baggio sfiorando la rete con giocate d’autore. Perde il duello con Viviano, ma rassicura i tifosi della Nazionale sul fatto di aver trovato un talento purissimo per un futuro non troppo distante.

Il croato alterna come sempre qualità e quantità: cerca la conclusione dalla distanza in un paio di occasioni. Nel primo tempo serve un pallone delizioso a Kalinic non sfruttato dal connazionale. (dal 74′ MARIO SUAREZ 6,5: Entra alla grande nel match distribuendo palloni e proponendosi in zona offensiva. Al 90′ costringe Viviano agli straordinari con una conclusione dal limite.)

A livello calcistico non è inferiore al compagno di reparto Badelj: il mezzo voto in meno è dovuto al brivido che regala ai tifosi viola quando già ammonito tocca di mano con il braccio largo rischiando il rosso.

Non una prestazione indimenticabile per lui. Poca sofferenza  ma al contempo poche proposte offensive. (dal 66′ MARCOS ALONSO 6,5: Rispetto a Pasqual si fa vedere di più in fase offensiva. Un suo tiro-cross mette in difficoltà Viviano.)

Riesce sempre ad offrire un contributo decisivo in fase di costruzione. Si rende protagonista come di consueto di giocate di qualità: è la certezza della squadra gigliata.

Lo sloveno trova il gol dal dischetto al 10′ e legittima una prestazione positiva con tentativi dalla distanza e movimenti a svariare su tutto il fronte d’attacco che mandano in crisi la retroguardia blucerchiata. L’assist per il raddoppio di Kalinic è opera sua. (dall’81’ MATI FERNANDEZ s.v.)

L’attaccante rivelazione del campionato mette la sua firma anche in questa affermazione. Dopo aver divorato una palla-gol colossale nel primo tempo, trova la settima rete in campionato nella ripresa su assist di Ilicic

Ennesima prova convincente di una squadra che non finisce di stupire. La vetta della Serie A è pura realtà, ma il sogno è nato dall’ingaggio del portoghese, “scommessa” vinta dalla dirigenza gigliata a dispetto dei malumori iniziali della tifoseria.

 

(Dario D’Angelo)