Altra serata molto deludente per l’undici di Pioli, che attacca male e difende peggio. Meritati i fischi dei pochi tifosi biancocelesti durante e dopo la partita.

Non è stata la Juve più bella della stagione, ma stasera si è rivelata molto cinica e concreta, in grado di portare a casa i tre punti con due tiri in porta e altrettanti gol.



Dopo i primi quarantacinque minuti di gioco, la Juventus sembra sulla buona strada per ottenere la quinta vittoria consecutiva, all’intervallo il punteggio all’Olimpico di Roma è di 2 a 0 in favore della formazione di Allegri. Buon inizio da parte dei padroni di casa che occupano la metà campo della Juve, ma alla prima azione offensiva gli ospiti trovano il gol grazie a un autogol di Gentiletti (5) che devia dentro la porta di Marchetti (5) un cross di Dybala (7,5) che probabilmente non avrebbe creato pericoli. La Lazio non sembra accusare il colpo più di tanto, ma in realtà l’undici di Pioli, pur tornando subito nella metà campo avversaria, non riesce a creare palle gol in grado di ristabilire la parità. Col passare dei minuti i biancocelesti si guadagnano qualche calcio di punizione e si portano nell’area di rigore della Juve grazie ai calci d’angolo, ma senza impensierire Buffon (senza voto) che finora non ha dovuto effettuare interventi importanti. Dal canto suo, i bianconeri si limitano a gestire la situazione e in contropiede, approfittando di un pallone malamente perso da Mauricio (4,5), raddoppiano con Dybala che insacca il pallone in rete, con la complicità di Marchetti che tocca ma non trattiene. A metà gara la Juve ha già ipotecato i tre punti, mentre la Lazio deve incassare i fischi del (poco) pubblico presente all’Olimpico di Roma.



Sterile in fase offensiva, disastrosa in quella difensiva, con i centrali complici dei due gol subiti e tre quarti di difesa ammonita. Per la Lazio è davvero un periodo buio. Qualche buona giocata, prende un sacco di botte dagli avversari. Regala il pallone alla Juve nell’azione del secondo gol, interviene quasi sempre in ritardo e ora nella ripresa su di lui pesa la spada di Damocle del giallo.

Bianconeri poco spettacolari ma concreti quel tanto che basta per incanalare il match sui binari giusti. Avanti di 2 gol nell’intervallo senza aver speso nemmeno tante energie. Finora il migliore in campo, suo il cross dell’autogol di Gentiletti e suo il tiro che vale il 2 a 0 bianconero, in più tante giocate e accelerazioni che mandano in tilt la difesa biancocelste. Quarantacinque minuti leggermente al di sotto dei suoi standard, contro i suoi ex-compagni. (Stefano Belli)



Lazio

Non ha colpe sul primo gol, poi ha un’altra amnesia delle sue quando non trattiene il tiro non irresistibile di Morata. 

Si propone spesso sulle fasce ma viene quasi sempre chiuso in fallo laterale dagli avversari. 

Provoca l’autogol con il quale la Juve passa in vantaggio, interviene male e tardi sul pallone rimediando un giallo ed è sempre in affanno quando rincorre Dybala, più veloce di lui nonostante il pallone ai piedi.

Se nell’autogol di Gentiletti si può parlare di sfortuna, non si può dire lo stesso di Mauricio che perde malamente il pallone che Dybala trasformerà nel 2 a 0 bianconero. E tanto per cambiare si fa ammonire (diffidato, salterà la gara per la Sampdoria, ma difficilmente la sua assenza sarà rimpianta). 

Prova a lottare sui palloni, ma solo in qualche caso riesce ad avere la meglio nei contrasti con gli avversari.

Altra partita dal rendimento decisamente inferiore alle aspettative, una conclusione che termina però lontana dalla porta.

Prova a impostare il gioco e a guidare la manovra, ma con scarsi risultati. I suoi occhi lucidi a fine gara rendono alla perfezione il bruttissimo momento che sta attraversando la Lazio.

Quarantacinque minuti in cui non è né carne né pesce, poi nell’intervallo alza bandiera bianca a causa delle tante botte prese nel primo tempo.

Pioli lo fa entrare nella ripresa nel tentativo di cambiare l’inerzia del match, ma anche il brasiliano risente del periodo negativo e a parte qualche accelerazione non combina granché

Anche oggi il ragazzo ha dimostrato di avere la stoffa per diventare qualcuno, un giorno. Ma con la Lazio di questo periodo è davvero difficile creare qualcosa di buono.

Nel finale Pioli non lascia nulla di intentato e lo schiera sebbene in campo ci siano già tre centravanti, ma non trova il modo 

Ogni tanto avanza sulle fasce cercando di far salire la squadra, che però gli dà poco retta.

Assieme a Felipe Anderson entra all’inizio della ripresa per cercare di darea una svolta alla gara, senza riuscirci. Un tiro in porta per lui, debole e centrale.

È ancora troppo lento quando corre palla al piede, evidentemente non è ancora al meglio. Nel finale potrebbe sbloccarsi, ma sulla sua strada trova l’opposizione di Chiellini.

Ormai sembra aver perso il controllo della squadra, i giocatori non lo seguono più come invece accadeva fino a qualche mese fa. 

Juventus

Serata poco impegnativa per lui, non si ricordano parate difficili da parte dell’estremo difensore della Juve, a ulteriore riprova della serata no dei biancocelesti.

Anche oggi la sua esperienza è stata molto utile per consentire alla Juventus di mantenere inviolata la porta per tutto l’arco dell’incontro. 

Novanta minuti senza sbavature, si occupa della fase difensiva dove oggi la Juventus è stata impeccabile.

Decisiva la chiusura su Klose nell’azione che avrebbe potuto riaprire la partita. Nel primo tempo prende un colpo da Milinkovic-Savic perdendo anche un po’ di sangue, di certo uno come lui non si tira mai indietro.

Qualche buon lancio in profondità e diversi interventi difensivi per smorzare le azioni (sterili) della Lazio, contro la sua ex-squadra lo svizzero non si fa prendere dalla nostalgia e gioca come sempre.

Lo si vede poco in campo, ma non significa che faccia nulla, semplicemente si dedica al lavoro sporco (smistamento di palloni, intercettazione passaggi degli avversari).

È ancora lontano dal diventare l’erede di Pirlo, tuttavia anche stasera gioca una discreta partita dimostrando di avere una buona visione di gioco.

È difficile credere che questa sia stata la sua prima partita da titolare da maggio, eppure stasera Asamoah ha dimostrato di poter essere un elemento aggiuntivo molto importante per Allegri. Nell’ora in cui gioca non fa errori e offre spunti molto interessanti.

Ultima parte di gara per l’esperto difensore, che aveva il compito di non concedere spazi agli avversari alla ricerca del guizzo per riaprire il match.

Grande velocità, legge in anticipo i movimenti degli avversari che, al contrario, non riescono a prevedere le sue mosse. Prestazione decisamente convincente.

A differenza del suo compagno di reparto non trova il gol ma contribuisce a far salire la Juventus nei pochi momenti in cui attacca. Bravo inoltre a rimediare parecchi falli.

Scampolo di gara per lui, pochi minuti in cui pensa soprattutto a far passare il tempo.

Il migliore in campo: suo il cross che Gentiletti devia nella porta di Marchetti, suo il gol del 2 a 0 con il quale la Juve congela la partita già alla metà del primo tempo, in velocità batte Gentiletti anche con la palla al piede. Esce tra gli applausi del pubblico.

Entra nel finale con l’obiettivo di far abbassare ulteriormente il baricentro, a risultato ormai acquisito.

Le cinque vittorie di fila (oltre al successo in Champions contro il Manchester City) testimoniano che la Juventus ha finalmente ritrovato la bussola dopo l’inizio difficile, ora i bianconeri devono solo trovare il modo di non perdere questa continuità.

 

(Stefano Belli)