Superbowl numero 49 stanotte a Phoenix, in Arizona, tra i Seattle Seahawks detentori del titolo della Nfl di football e i New England Patriots. Per la seconda volta consecutiva, ma solo la terza nelle ultime ventuno, si sfideranno le formazioni che hanno avuto il record migliore nelle due Conference. Per Seattle sarebbe un record vincere il secondo titolo consecutivo, mentre per New England dopo i successi del 2001, del 2003 e del 2004 sarebbe il quarto titolo. E così, tra una performance canora di Kate Perry e mille spot, la notte più lunga dello sport americano sarà vissuta da tutta una nazione incollata alla televisione per vivere fino in fondo l’American dream del Superbowl. Per parlare di tutto questo abbiamo sentito il giornalista di Sky Sport Moreno Molla. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Perché il Superbowl è il momento più alto della stagione dello sport americano? Il Superbowl in effetti per una intera settimana interessa a tutti gli Stati Uniti perché è sport veramente americano, quello che piace a bianchi e neri, che tutti seguono perché si gioca solo di domenica e la cui stagione storicamente si svolge da settembre a gennaio. Muove un giro di pubblicità di un milione di dollari. È l’avvenimento televisivo più seguito dell’anno anche a livello culturale.
Si possono fare confronti con altre discipline? Come il football negli States c’è solo il baseball, che naturalmente viene giocato in un altro periodo dell’anno per alternare le due discipline, poi l’hockey su ghiaccio che è lo sport dei bianchi, il basket quello dei neri. Questo della National Football League è il quarantaseiesimo campionato dalla sua fusione con l’American Football League che si era sciolta per problemi finanziari.
E’ anche una vera e propria festa per gli Usa… Sì, visto che alla finale sono presenti gli spettatori delle due squadre partecipanti ma anche tifosi di altre squadre che vengono per godersi questo spettacolo unico.
Football sport solo statunitense? Direi di sì, perché è diffuso e praticato ovunque, anche nei licei e nei college. In Europa, in Germania come in Italia, ci sono dei campionati ma il football americano non ha mai attecchito più di tanto.
Seattle per vincere due volte consecutivamente ed entrare nella storia… Sì, conquistare due volte consecutivamente il titolo non sarà facile, finora ci sono riusciti solo i New England Patriots nel 2003 e 2004. E’ una squadra convinta dei suoi mezzi, una squadra di “tamarri”, molto sicura di sé stessa, che punterà sulla difesa. Tanto per fare un esempio Marshawn Lynch, running back di Seattle, durante le conferenze stampa pre-Superbowl ripeteva sempre “Sono qui per vincere, altrimenti sarò multato”…
New England Patriots invece per fare il poker… New England è un’altra squadra storica di questo sport, ha vinto il titolo nel 2001, nel 2003 e nel 2004. Bill Belichick, il suo tecnico, è sicuramente il miglior allenatore di football in questo momento e il quarterback Tom Brady, un fuoriclasse del football americano, è balzato alle cronache mondane anche per essere il marito di Gisele Bundchen. Loro potrebbero essere determinanti per fare entrare nella storia i New England col quarto titolo.
C’è stata anche la polemica sui palloni sgonfi…
Sì, i palloni utilizzati da New England per aiutare si dice Tom Brady nella partita del 18 gennaio vinta contro gli Indianapolis Colts, la finale dell’AFC che dava diritto all’accesso al Superbowl. Se ne è parlato molto, ma forse per aumentare l’attesa del Superbowl, tutto si tradurrà magari in una multa contro i Patriots.
Phoenix sede ideale di questa finale? Direi di sì, è uno stadio molto bello, coperto, tipo quello di Gelsenkirchen in Germania. L’anno scorso la finale si giocò a New York, le sedi delle finali vengono scelte a rotazione.
Chi vede favorita tra queste due squadre? Diciamo che sarà un match molto interessante dove vedremo due squadre che hanno vinto le loro Conference, vedremo se prevarrà la convinzione e la difesa di Seattle o la classe di giocatori come Tom Brady e l’esperienza del suo tecnico Bill Belichick. (Franco Vittadini)