Qual è il gol più bello di Cristiano Ronaldo. Stabilirlo a memoria è probabilmente impossibile, meglio concentrarsi su un ricordo recente e spremerlo fino all’ultima goccia di magia. Rimanendo nella stagione in corso torna alla mente la prodezza con cui il portoghese ha sbloccato Liverpool-Real Madrid, partita valida per la fase a gironi di Champions League e terminata 0-3. Nel gol di Cristiano Ronaldo ad Anfield Road (non una cornice casuale), c’è tanto del repertorio di questo marziano: partenza da trequartista, viaggio da ala e arrivo da centravanti ovvero tocchetti da numero 10, scatto da centometrista e stoccata risolutiva non solo da 9 provetto, ma anche da atleta perfetto. Si è sottolineata ampiamente la difficoltà del gesto tecnico ed atletico, con palla che rimbalza verso l’alto ed indirizzata di prima all’angolino opposto, con un tocco tanto delicato quanto letale. Ecco: Cristiano Ronaldo riunisce tanti ruoli in un solo corpo e due soli piedi, per questo -e si può dire anche a soli trent’anni- resterà probabilmente senza eguali nella storia del calcio. Mai sfidare il destino però
Compie 30 anni oggi Cristiano Ronaldo. Non ha potuto festeggiare in campo: ieri il suo Real Madrid ha battuto 2-1 il Siviglia volando a +4 in classifica ma lui scontava la seconda di due giornate di squalifica per un calcio con manata a unavversario (Edimar) durante la trasferta di Cordoba. Poco male: tornerà sabato per il derby contro lAtletico Madrid, e chissà che il regalo non arrivi lì. Trentanni come i gol in questa Liga? CR7 può arrivarci: è a quota 28 in 18 partite, una media gol spaventosa. Del resto a Ronaldo riesce tutto semplice: da quando è arrivato al Real Madrid, estate 2009, le sue reti sono 288. In 277 presenze. Lui e Leo Messi hanno ridefinito il concetto di bomber: a colpi di triplette, poker e medie imbarazzanti per chiunque stanno dominando la Spagna e lEuropa da almeno un lustro. I trentanni di Ronaldo ci dicono oggi soprattutto una cosa: anche lui, anche Messi, anche questi grandi campioni che oggi spopolano e sono sulla breccia, un giorno smetteranno di giocare. La speranza è che vadano avanti il più possibile a questi livelli: oggi Cristiano Ronaldo è quanto di più vicino ci sia a un killer sportivo. La voglia di migliorarsi sempre, la competitività spaventosa, il non dare niente per scontato: certi atteggiamenti potranno sembrare da sbruffone, da altezzoso, da egocentrico, ma semplicemente Ronaldo sa di essere il migliore, o comunque uno dei due migliori, e non fa nulla per nasconderlo. Anzi, spesso è un modo per non mostrare le sue vere debolezze. Prendete lurlo sul palco di Zurigo, un istante dopo aver vinto il secondo Pallone dOro consecutivo: 12 mesi prima si era commosso fino alle lacrime nel ricevere il premio, lo scorso gennaio ha idealmente fatto capire che quel momento è superato, che in cima al mondo cè lui e che ci vuole restare. Parlare delle cifre sarebbe riduttivo: anche se nel suo caso possono effettivamente raccontarne la grandezza, la storia del calcio non si è mai scritta esclusivamente con i numeri. Meglio osservarlo sul campo; per esempio in quella sera del 15 novembre 2013 a Solna. Solo Dio può sapere chi andrà al Mondiale aveva risposto Zlatan Ibrahimovic circa il playoff Svezia-Portogallo, chiediglielo: ce lhai davanti. La risposta di CR7? Tre gol in faccia al suo avversario, dopo quello dellandata, e i lusitani trascinati a forza ai Mondiali. Cristiano Ronaldo insomma è tutto qui: è nella sua esultanza degli ultimi tempi, quel gesto a calmare tutti e a dire io sono qui, perciò tutto a posto. Il resto è nel suo modo di giocare e nel suo essere campione; può piacere o meno, si può essere suoi tifosi o no, fa parte del gioco. Non sarà certo per un fan in meno che Cristiano Ronaldo smetterà di giocare e segnare. Non adesso che ha 30 anni, non adesso che ha ancora tanti record da raggiungere e trofei da vincere.
(Claudio Franceschini)