Continua la “maledizione” rossoblu per la Lazio, che perde per l’8a volta consecutiva contro il Genoa e dice addio al sogno-Champions, visto la distanza ormai definita con il Napoli. All”Olimpico’ è Perotti, trasformando un rigore per fallo di Marchetti (espulso) su Niang, a decidere la contesa: troppo confusionaria la reazione biancoceleste, con un palo di Mauri e poco altro sul tabellino. Genoa che torna in piena zona Europa League. Serata troppo nervosa e segnata dall’episodio dell’espulsione di Marchetti con rigore annesso. Prova a raddrizzare la partita ma neanche la carta Felipe Anderson basta per raggiungere il pari Sfrutta a proprio vantaggio il gioco psicologico “agitato” (non è un pregio e nemmeno un unicuum in Serie A) nel pre partita, non tanto per favori arbitrali Gervasoni arbitra bene, tranne per qualche episodio secondario quanto per il nervosismo provocato negli avversari. E mette in mostra tenuta di squadra e lampi individuali, in particolare con Niang Stiamo sulla sufficienza semplice perchè il furore esagerato del match e la decisione iniziale (unica dubbia, era fallo di Klose prima del lancio per Candreva?) un pò lo condizionano. Ma in senso generale ci sentiamo di promuoverlo, anche perchè le contestazioni laziali sono esagerate e pretestuose



Al termine di un primo tempo a dir poco movimentato è il Genoa di Gasperini (voto 6,5) a chiudere in vantaggio per 1-0 sulla Lazio, con gol di Diego Perotti (voto 6,5) dagli 11 metri: l’azione che per ora condanna Pioli (voto 5,5) e i suoi, all”Olimpico’, è quella della mezzora. Niang (voto 7), scattato in posizione regolare, viene steso da Marchetti (voto 5,5) con conseguente rosso e calcio di rigore; proteste furiose del numero 22 biancoceleste e dei compagni, ma Gervasoni ed assistenti valutano bene il tutto. Unico dubbio arbitrale detto che anche la pioggia di cartellini gialli è pressochè incontestabile quello del minuto 2, quando un fallo un pò fiscale fischiato a Klose (voto 5,5) ferma Candreva (voto 5), involato verso Perin (voto 6,5). Questi i protagonisti, per quanto concerne i singoli. A livello di gioco meglio i padroni di casa in avvio con il portiere rossoblu, decisivo in due occasioni; poi tanto Genoa, con Niang in particolare sotto le luci dei riflettori, con 45′ convincenti e interessanti. Nonostante questo, poco spettacolo e poche occasioni da gol. E decisamente troppi falli e troppo nervosismo, sin dal 1′ di gioco. Parte bene e sfiora il vantaggio ma poi l’episodio di Marchetti-Niang sconvolge le carte in tavola e i biancocelesti non reagiscono con prontezza Tanta corsa come al solito, anche se si perde un pò dopo l’espulsione e l’inferiorità numerica: resta uno dei migliori tra i padroni di casa Nè lui nè Mauri trovano la precisione e la cattiveria “positiva” che servirebbe: entrambi indiziati a lasciare il posto a Felipe Anderson Sfrutta al meglio i suoi singoli in avanti: la classe di Perotti e soprattutto la velocità di Niang sono per ora un fattore per i rossoblu, sempre molto positivi in trasferta Spesso imprendibile per gli avversari, lascia di sasso Basta e De Vrij in occasione dell’azione che ribalta la partita. Migliore in assoluto al 45 Quando nei primissimi minuti la Lazio spinge e si fa pericolosa sembra un pò meno convinto e solido del solito, dato da condividere in realtà con gli altri due centrali difensivi. (Luca Brivio)



Non può fare altro che travolgere Niang e concedere il rigore, con tanto di rosso, agli avversari. La colpa è della linea difensiva e non sua. Evitabile lo scatto di nervi successivo

In grande sofferenza nel fermare Niang, che mette in croce sia lui che Radu, a fasi alterne. E anche quando gli capita a tiro Falque il risultato non è molto migliore

Ha sulla coscienza assieme a Basta l’imbucata di Niang per l’episodio che stravolge la partita. Perotti che agisce come “falso 9” gli complica parecchio la vita

Si vede solo quando sottoscrive l’abbuffata di cartellini gialli generale. Poi match quasi anonimo e di sofferenza



Impreciso negli appoggi in uscita e non puntuale, come invece d’abitudine, nelle chiusure. Niang fa passare una brutta serata anche a lui

Non demerita fin quando resta in campo. E’ il sacrificato per far spazio a Berisha dopo l’espulsione di Marchetti

Randella ai limiti del regolamentare eppure è uno dei pochi a finire la partita senza giallo. Una sua punizione in avvio, respinta da Perin dal palo, si rivela l’occasione più pericolosa per i suoi

Tanto movimento, non si ferma mai. Ne risente stavolta la lucidità ma – a maggior ragione dopo l’inferiorità numerica – è comprensibile

Pioli la pensa esattamente come noi, che a fine tempo lo avevamo indicato come peggiore dei suoi ed indiziato a lasciare spazio a Felipe Anderson. Detto-fatto

Partita di lotta e non da centravanti d’area di rigore, la sua 100a in Serie A. Gli mancano cross e palloni da “avvelenare” ma non è tra i peggiori

Nullo nel primo tempo, al livello di Candreva. Con il passare dei minuti cresce e timbra anche un palo prima di lasciare il campo nel finale

( Un paio di parate importanti, niente di trascendentale – e Falque lo grazia – ma fa il suo)

( Entra per spaccare il mondo e dà come al solito l’impressione di averne tutte le possibilità. Roncaglia però lo respinge con vigore)

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All. PIOLI 5: Non riesce a ravvivare i suoi e riorganizzarli in maniera utile dopo l’espulsione del suo portiere. Ma il 5 è più per il nervosismo e per l’essere caduto nella “trappola” di Gasperini che altro

Chiude la porta nel primo tempo, risultando decisivo per la seconda parte di match, che parte in realtà al minuto 30 e vede il Genoa spuntarla

Partita di sostanza e ricca di interventi rocciosi, in particolare su Felipe Anderson. C’è anche una manata su Klose nel finale che rischia di costargli cara ma tecnicamente, nelle chiusure, è tempestivo

Classico duello stopper-centravanti con Klose, che spesso riesce ad allontanare dall’area piccola, perimetro preferito dal tedesco. Solido

Molto bene nella ripresa, dopo i brividi iniziali. Si permette anche qualche uscita palla al piede che avrà soddisfatto il ct Conte, sugli spalti

Per una ventina di minuti non si capisce quale sia il suo ruolo, quarto di difesa o fluidificante (per dirla all’antica) a centrocampo. Trova conferme più incoraggianti, in particolare con la superiorità numerica

Raccoglie legna a centrocampo ed il dinamismo, assieme alla tenuta atletica ed alla grinta, sono di buon livello

Poche le incursioni palla al piede e le volte in cui riesce ad azionare il mancino. Poteva risultare decisivo nelle transizioni offensive e nei contropiedi, nella ripresa

Sta bene fisicamente e macina km e avversari con una verve da applausi. Impressionante un’azione a 5 minuti dal 90° che porta al gol annullato di Lestienne

Croce e delizia, si potrebbe dire. Tecnica e pericolosità, con ottimi movimenti, ma anche tanta imprecisione ed almeno un gol mangiato con voracità

Lavoro tattico ed intelligente da regista offensivo, centravanti di manovra ad aprire gli spazi per i due compagni d’attacco. Il rigore è delizioso

Quando parte è incontenibile, anche per demeriti degli avversari. Trova una difesa predisposta a farsi del male e la punisce. Migliore in campo

( Avrebbe il tempo per farsi notare ed andare a caccia del primo sigillo con la nuova maglia ma viene inghiottito dalla frenesia della partita)

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All. GASPERINI 6,5: Indovina in pieno l’interpretazione del match in chiave offensiva e vince con quest’arma la partita. E anche le polemiche sugli arbitraggi, che innervosiscono gli avversari più che Gervasoni, hanno fatto la loro parte…

(Luca Brivio)