Negli ultimi giorni a Parma è spuntato a sorpresa un nuovo volenteroso acquirente, Alfredo Scaccia. Nonostatnte il fallimento annunciato oggi questi conferma l’interesse ai microfoni di ParmaLive: “Ho dato mandato a un collaboratore di contattare chi sarà nominato a curare il fallimento del club. A questo punto l’iter fallimentare è obbligato, in seguito all’arresto di Manenti anzi viene il dubbio che volesse usare il club per le sue operazioni poco chiare. A breve sarò a Parma per rendermi conto della situazione e conoscere il sindaco. Le mie garanzie? Ho dodici studi legali, più una compagnia immobiliare londinese. Non sarei solo nell’operazione, ma avrei dei soci. Vogliamo fare le cose per bene”.



Si è caricato molte pressioni sulle spalle in questi giorni, dimostrando un vero capitano per il Parma. Oggi però, dopo la notizia del fallimento, ha deciso di non rilasciare dichiarazioni ai giornalisti presenti a Collecchio. E’ andato via da un’uscita secondaria e non ha voluto incontrare i giornalisti come molte volte aveva fatto negli scorsi giorni. Il calciatore è stato nominato da parte del tribunale nel Comitato dei Creditori.



Le ultime notizie sul Parma minano la sicurezza anche di molte altre piazze che costrette a stare al passo con delle spese davvero ingenti. Ha fatto chiarezza Maurizio Zamparini a Il Giornale di Sicilia: “Il Palermo è solido anche se la crisi c’è per tutti, i nostri bilanci però parlano chiaro. Sono preoccupato per il Catania. Un conto è finire in Serie B altro è lottare per la Lega Pro con tutti gli investimenti fatti da Pulvirenti. Questo è un campanello di allarme. Dobbiamo prendere sempio dall’Inghilterra. Lì le retrocessioni non sono bagni di sangue e ci sono delle tutele e una distribuzione più equa delle risorse“.



Quello che era stato annunciato ormai da settimane, nonostante vani tentativi, è avvenuto: il Parma calcio è fallito. Poco fa il Tribunale di Parma ha emesso la sentenza, non potendo far altro che dichiarare il fallimento della società di calcio emiliana. Ecco il testo ufficiale della decisione: «Il Tribunale di Parma, in data odierna, ha dichiarato il fallimento di Parma FC S.p.A., disponendo contestualmente l’esercizio provvisorio dell’impresa». Già designati i due curatori fallimentari e precisamente Angelo Anedda, presidente dell’ordine dei Dottori Commercialisti di Parma, e Alberto Guiotto, dottore Commercialista in Parma e Presidente della Commissione crisi d’impresa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Entrambi avranno il compito di gestire l’azienda nei prossimi giorni anche se bisognerà capire, ed è qui il nocciolo della questione, se tramite l’esercizio provvisorio il club gialloblu potrà proseguire a disputare il campionato di Serie A, o se lo stesso verrà escluso con conseguente retrocessione. La cosa certa è che contro il Torino, sfida in programma nel weekend e valevole per il 28esimo turno, dovrebbe comunque giocarsi, come ha fatto sapere Osvaldo Riccobene, rappresentante del Collegio sindacale del Parma: «Abbiamo parlato con i dipendenti e nel pomeriggio incontrerò la squadra. Cerchiamo di mantenere i veri valori della società, ovvero alcuni dipendenti, i giocatori, e cerchiamo di mantenere anche il valore patrimoniale di questa società, per gli stessi dipendenti e per il curatore fallimentare. Siamo un caso unico, precedenti non ce ne sono. Domenica col Torino si giocherà».

Si è conclusa da poco l’udienza pre-fallimentare, su richiesta avanzata dalla Procura per il fallimento del Parma Football Club. Dieci minuti ai quali il presidente Giampietro Manenti, accusato ieri con l’accusa di riciclaggio di capitali illeciti, non ha presenziato; quello che è successo è che la Procura di Parma ha richiesto il fallimento della società e “noi non ci siamo opposti” ha spiegato il sindaco del collegio sindacale Osvaldo Riccobene, che ha rappresentato il Parma in tribunale, ai cronisti presenti sul posto. E Marco Preti, direttore finanziario, ha confermato quello che si sapeva da tempo: “Il nostro destino è il fallimento: non è stato presentato alcun piano per il salvataggio. L’unica cosa che possiamo fare è finire il campionato, se verremo messi nelle condizioni giuste”. Già: il problema è proprio questo. Tecnicamente la partita di domenica sera contro il Torino si dovrebbe giocare: ci sono i 5 milioni di euro che la Lega Calcio aveva messo a disposizione il 6 marzo, e potrebbero intervenire gli sponsor come già accaduto contro l’Atalanta. Il Parma non ha più soldi per l’energia elettrica, gli steward e le pulizie: senza aiuti esterni non è nelle condizioni di giocare. Dipende da quanto deciderà il Comune, che potrebbe concedere comunque l’utilizzo del Tardini (il sindaco Pizzarotti, si legge su calciomercato.com, si sarebbe detto favorevole); ma dipende soprattutto dall’accettazione o meno di un esercizio provvisorio, che permetta alla società ducale di scendere in campo per concludere questo campionato. Intanto, come ha scritto Aligi Pontani in un editoriale su Repubblica, Carlo Tavecchio sarebbe stato al corrente di una relazione che la Covisoc gli aveva presentato lo scorso 18 dicembre, nella quale presentava la situazione debitoria del Parma come fuori controllo. Ma il presidente federale avrebbe ignorato i dati, intervenendo soltanto a cose compromesse per provare a concludere la stagione di Serie A.