La 33^giornata del campionato di Serie B vedrà tre anticipi sabato 28 marzo 2015, con sei delle prime otto squadre in campo: alle ore 15:00 Bologhna-Livorno e Spezia-Pescara, alle 18:00 Vicenza-Carpi. Domenica 29 le altre otto partite, con il lunch-match Perugia-Crotone alle ore 12:30 e Brescia-Traapani a chiudere il programma alle 20:30. In classifica comanda sempre il Carpi con 62 punti, seguito dal Bologna a quota 53; terzo il Vicenza a 52 punti, quarto il Frosinone con 51, a 49 Avellino e Spezia e a 47 la coppia Pescara-Livorno. Tra le partite di domenica pomeriggio (ore 15:00) spicca il derby laziale tra Frosinone e Latina mentre il Catania farà visita all’Avellino nella sfida del Sud. Per presentare la 33^giornata di Serie B ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Massimo Rastelli, allenatore dell’Avellino e uno dei tecnici emergenti nel panorama nazionale.
Rispetto all’anno scorso avete perso giocatori chiave come Izzo, Zappacosta e Galabinov: come siete cambiati? Tatticamente siamo rimasti più o meno gli stessi, mantenendo la difesa a tre o a cinque. E’ vero abbiamo perso elementi di grande valore ma ora ci sono giovani molto interessanti come Rodrigo Ely, Marco Chiosa e Jherson Vergara che sono in grado di sostituire Izzo o Zappacosta nel modo migliore.
Ely, Chiosa, Vergara: non solo loro… In generale l’Avellino è una squadra costruita sui giocatori giovani, come altre formazioni in questa Serie B abbiamo un’età media di circa venticinque anni, in ogni turno di campionato giocano quattro giocatori del 1993 e due del ’92. Ci sono alcuni tra i giocatori più promettenti del torneo cadetto.
Per esempio? Oltre ai giocatori che ho nominato prima anche Bittante, Regoli, Trotta, tanto per nominare solo alcuni che stanno facendo bene con l’Avellino.
Secondo lei ci sono giocatori che potranno andare in qualche grande squadra nel prossimo futuro? Se devo nominarne due con queste potenzialità penso a Ely e a Marcello (Trotta, ndr), potrebbero avere davanti una carriera molto promettente.
Parlando delle vostre partite subite più della metà dei gol negli ultimi quindici minuti dei due tempi: c’è un motivo particolare? Non credo, penso sia più una casualità di quelle che possono verificarsi nel calcio.
Siete quinti in classifica: in linea con gli obiettivi estivi? La scorsa stagione facemmo 59 punti e perdemmo i playoff per due lunghezze. Volevamo migliorare, ora siamo quinti, ci piacerebbe quindi arrivare nei playoff e giocarci la promozione fino in fondo. Non abbiamo le possibilità economiche di altre squadre e questa cosa ci riempie ancora di più d’orgoglio.
Il prossimo avversario è il Catania, reduce da un periodo poco felice: quali sono le insidie di questa trasferta? Sono un club importante ma stanno facendo fatica, erano partiti per fare un campionato di vertice sulla scia dell’ultimo Palermo ed ora si trovano ad affrontare una situazione imprevista. Resta vero che in una partita secca il Catania può metterci in difficoltà, dovremo affrontare questa trasferta con la concentrazione giusta.
Carpi e Bologna hanno la promozione in tasca o si aspetta sorprese? L’Avellino pensa concretamente alle prime due posizioni?
Il Carpi ha molti punti di vantaggio sulle altre squadre e ha poi sempre dimostrato di saper ripartire nei suoi momenti di difficoltà. Penso che per la seconda posizione saranno a lottare tante squadre, dal Bologna a quelle che hanno 46 punti come il Perugia, quindi ci proveremo anche noi.
Parlando della Serie B in generale: crede che la formula a 22 squadre vada rivista, riportando magari il campionato a 18 o 20 squadre? Diciamo che ventidue squadre sono veramente tante con tre turni infrasettimanali. Fino alla stagione 2002-2003 la Serie B era composta da 20 club e forse sarebbe la cosa migliore anche adesso, ci sarebbe più tempo per lavorare tra una partita e l’altra e la qualità del prodotto potrebbe aumentare.
Come allenatore ha fatto crescere giovani interessanti: prima Izzo e Zappacosta, poi Bittante, Comi e altri. Che differenza c’è tra allenare un veterano come Castaldo e giovani ventenni? Diciamo che con un giocatore come Castaldo bisogna lavorare sulla testa, in questi tre anni che l’ho avuto ho dovuto fargli capire che anche alla sua età (32 anni, ndr) si può migliorare ancora. Coi giovani bisogna fare più da maestro, trovare il modo migliore per fargli acquisire esperienza.
Massimo Rastelli sogna la Serie A come allenatore? Ha già ricevuto qualche offerta? E’ normale che in questo lavoro si sogna sempre il meglio, non sarei sincero se non lo dicessi. Anch’io lo spero ovviamente. Spero di poter allenare in serie A naturalmente, magari proprio con l’Avellino o con qualche altro club.
Sogna una squadra in particolare? Sono campano a riuscire ad arrivare sulla panchina del Napoli sarebbe una gran cosa per me. La squadra è tornata ad alto livello, la piazza è eccezionale, ci ho giocato nel 2001-2002. Però nella mia carriera ho conosciuto società diverse, non farei differenza dovessi scegliere dove andare ad allenare. In ogni caso penso che prima di andare ad allenare ad alti livelli dovrò seguire un percorso di crescita come tecnico.
Ad Avellino ha già fatto molto bene… Sono qui da tre anni e abbiamo ottenuto una promozione in Serie B, i playoff la scorsa stagione e un’ottimo campionato quest’anno. Oggi è più difficile che un allenatore rimanga nella stessa squadra per tre stagioni, devo dire che ad Avellino ho trovato una società stupenda, attorniata da una città e dei tifosi meravigliosi. Basti pensare a quanti ci hanno seguito nella recente trasferta di Lanciano: sto vivendo un’esperienza stupenda, sarebbe veramente bello portare questa squadra in Serie A.
Sente qualche volta i suoi ex giocatori? Qualche volta sì, via telefono, nelle occasioni di auguri. Ho avuto il piacere di ritrovare Zappacosta in occasione della partita di Coppa Italia contro l’Atalanta. E’ stato molto bello.
(Franco Vittadini)