E sempre difficile stabilire in tempo reale quale sia il momento esatto in cui il futuro campione fa il suo ingresso nella storia; lo si può dire magari a posteriori, ricordando quel giorno in cui vinse un incontro che tutti si aspettavano perdesse, oppure ci fu quel famoso match nel quale ci andò a tanto così. Ma dirlo dopo fa perdere un po di gusto, inevitabilmente; e allora proviamo a farlo prima – con la possibilità di esserci sbagliati – raccontando dellincontro di terzo turno femminile al torneo di Miami 2015. In campo due americane: da una parte Serena Williams, numero 1 al mondo, 65 titoli in carriera di cui 19 Slam. Dallaltra Catherine Bellis, da tutti conosciuta come Cici, ranking WTA 211. In una giornata piuttosto ventosa è finita : la Williams ha spazzato via dal campo la sua avversaria concedendole un solo vincente, costringendola a 21 errori gratuiti e dando limpressione di giocare come se fosse in spiaggia durante le sue vacanze. Ma a fine partita, quando si è concessa alla rituale intervista, ha detto una cosa interessante. Sono contenta e orgogliosa di aver giocato contro di lei. Vedere una giovane americana crescere è molto bello. Ma come? Parole così ce le saremmo aspettate dallaltra. E invece no: Serena, che è sempre signorile nel distruggere le avversarie, ha lasciato intendere molto nella sua dichiarazione. Senza esplicitamente affermarlo, è come se avesse detto a tutto il mondo: guardate che tra qualche anno la troveremo lassù, e io ero qui quando ci siamo passati le consegne. Più o meno, certo; è una libera interpretazione. Ma ci piace pensare che sia così: Catherine Bellis, forse vale la pena ricordarlo, è nata l8 aprile 1999. Sta per compiere 16 anni: il mondo del tennis è cambiato, e fenomeni di precocità alla Martina Hingis o alla Monica Seles (per non parlare di Jennifer Capriati, che però ha avuto una carriera travagliata) se ne incontrano sempre meno. E se allora fosse Cici? Gli appassionati di tennis, forse, avranno ricordato al pari di chi scrive un altro terzo turno di un torneo prestigioso: il più prestigioso, perchè eravamo a Wimbledon nel 1977. Allora Chris Evert, che era già Chris Evert, aveva spazzolato dal campo – curioso: con un identico 6-1 6-1 – una Tracy Austin in grembiulino bianco-azzurro e codini. Ma tutti avevano avuto la netta percezione che quella ragazzina di 14 anni e mezzo avrebbe presto fatto parlare di sè. Lo avrebbe presto scoperto anche Miss America (intesa come la Evert), sconquassata da una serie di sconfitte consecutive fino a meditare un clamoroso ritiro dalle scene. Certo non è il caso di Serena Williams: 



Là c’erano otto anni di differenza e Chris aveva appena iniziato a dominare il mondo, qui la forbice è di 18 anni (sì: 18). Ma forse proprio per questo la sensazione di un incrocio sul campo tra la vecchia campionessa prossima al ritiro e la ragazzina che sta per prendersi tutto è ancora più suggestiva. Cici Bellis in realtà si era già rivelata al mondo: agli Us Open della scorsa estate aveva battuto al primo turno Dominika Cibulkova, testa di serie numero 12. Quando a Flushing Meadows si era sparsa la voce che c’era una juniores americana che stava per fare l’impresa della vita il piccolo campo sul quale giocava si era improvvisamente riempito di gente; per il suo incontro successivo (perso contro Zarina Diyas, che ha battuto qui a Miami) avevano dovuto spostarla su un campo dotato di telecamere e tribune più capienti, pena la rivolta popolare. Un po’ quello che succedeva alla Evert, ancora a Forest Hills: la folla correva ad acclamare lei quasi snobbando le campionesse dell’epoca. I confronti con il passato, la Bellis è meglio comunque che li consideri il giusto. Vero che la Austin è stata numero 1 del mondo e ha vinto due volte gli Us Open, ma a 21 anni la sua carriera era già finita; e l’ultimo record di precocità agli Us Open apparteneva ad Anna Kournikova, e sappiamo tutti come sono andate le cose. Catherine Cartan Bellis può realmente diventare la più forte di tutte e dominare il circuito; se così sarà, molti ricorderanno forse quel giorno in cui a Key Biscaine incrociò Serena Williams e fu sconfitta in appena 41 minuti. Sarebbe anche l’inizio perfetto per un’eventuale biografia; che però è ancora tutta da scrivere. A oggi va bene anche solo sperare che si arrivi a questo. 

(Claudio Franceschini)

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