Una delle gare più belle, intense e ricche di emozioni che fanno tenere col fiato sospeso gli amanti del ciclismo: tutto questo si può dire sulla Parigi Roubaix, che rappresenta uno dei monumenti del ciclismo mondiale. E quest’anno le grandi emozioni non sono di certo venute a mancare, così come un momento in cui si è provata anche paura. Durante il percorso infatti, che attraversa un particolare tratto di strada dove è presente un passaggio a livello, le sbarre si sono abbassate ed un mix di emozioni ha colpito sia il pubblico che i ciclisti.
Alcuni di loro, pur di non perdere troppo distacco dal gruppo di testa, hanno deciso di attraversare i binari anche se il treno poteva passare da un momento all’altro, il che ha fatto provare brividi freddi lungo la schiena degli appassionati. Altri ciclisti invece hanno deciso di fermarsi di fronte alla sbarra, permettendo ai loro inseguitori di poterli raggiungere. La parte comica dell’accaduto consiste invece nel fatto che qualche ciclista ha ricevuto una botta in testa della sbarra del passaggio a livello Preoccupazione maggiore per le condizioni di Geraint Thomas, protagonista di una brutta caduta che oltre ad impedirgli di poter proseguire nella gara, ha decimato il team Sky. Sembra che comunque il ciclista non si sia ferito gravemente, almeno fisicamente, visto che il doversi ritirare ha sicuramente ferito il suo orgoglio. Una gara che nei primi venti chilometri ha visto diversi cambi di fronte, e nessun gruppo dominare in maniera determinante, visto che coloro che hanno tentato la fuga sono stati prontamente raggiunti dal gruppo inseguitore. Dopo alcune cadute meno gravi, che hanno visto diversi ciclisti ritirarsi sia per problemi tecnici che per problemi fisici, il gruppo si è completamente diviso e a dominare per gran parte della gara sono stati Van Avermaet, Sybar e Lampaert, che hanno tentato di staccarsi in diverse occasioni.
La sfortuna invece non sorride al francese Demare, che dopo aver forato la ruota delle bici si è trovato costretto a doversi ritirare dalla competizione. Marco Marcato invece, uno degli italiani presenti nella Parigi-Roubaix, si è dovuto arrendere ed è rimasto per tutta la gara nel gruppo degli inseguitori, senza mai riuscire ad essere incisivo. Il vero protagonista della corsa ciclistica invece è stato il tedesco John Degenkolb, il quale è riuscito, nell’ultima parte della corsa, a recuperare i minuti di svantaggio dal gruppo di testa, che piano piano ha rallentato il ritmo. Il tedesco, vincitore anche della Milano Sanremo di quest’anno, è riuscito ad ottenere la vittoria anche nella Parigi Roubaix, visto che nel tratto nel velodromo ha iniziato a a recuperare il gruppetto di testa. Per tre chilometri circa Degenkolb ha imposto il suo ritmo, riuscendo ad entrare di diritto nella storia del ciclismo, visto che è il primo atleta di origini tedesche a vincere la competizione, spesso dominata dai belgi. Lacrime amare per il terzo classificato ovvero Greg Van Avermaet, che si è visto sfumare la vittoria a pochi chilometri dal traguardo, mentre invece il ceco Stybar riesce a classificarsi in seconda posizione, dopo una prova convincente che lo ha visto dominare per gran parte del tracciato.
John Degenkolb (TGA) vince la Parigi-Roubaix 20125. Per la seconda volta nella storia delle classiche va a vincere un tedesco, non succedeva dal 1996. Dietro di lui si posizionano Zdenek Sybar (EQS) e Greg Van Avermaet (BMC). Lacrime per Greg Van Avermaet che deve accontentarsi di un piazzamento dopo essere andato vicinissimo alla vittoria.
Dopo 215 chilometri percorsi e poco più di 37 rimanenti abbiamo visto Lars Bak cadere e travolgere tre spettatori nel settore 8. Problemi meccanici alla bicicletta di Arnaud Demare. Al comando continuano a esserci 5 uomini e al loro inseguimento c’è Vanderbergh. Intanto si è staccato un altro gruppetto di quattro uomini che insegue Vanderbergh: Quinziato, Debusschere, Wynants e Sinkeldam. A 32 km dal traguardo parte l’attacco di Bradley Wiggins a Vandenbergh: Winnings lo raggiunge e lo supera. I quattro che inseguono i cinque uomini al comando sono, quando mancano 28 km alla fine, sono: Debusschere, Vandenbergh, Dtybar e Wiggins. Quando mancano 26 km il gruppo di Wiggings viene raggiunto dal peloton. Si riduce il gap tra il gruppo di testa e il peloton: a 24 km dal traguardo è solo di 19 secondi. Gougeard prova ad andare da solo e ad a lasciarsi indietro Vanmarcke, Terstra e Sagan ma rientra poi nei ranghi quando mancano 21 km al traguardo. Vanmarcke accelera e si porta in terza posizione ma poi viene raggiunto dal gruppo. Quando mancano 18 chilometri Roelandts si porta al comando staccando Bozic e con trenta secondi di vantaggio sul gruppo dei migliori.
Dopo 205 chilometri percorsi e poco più di 48 rimanenti abbiamo visto Johan Van Summeren e Matti Breschel cadere. Nel gruppo di testa troviamo Rowe, Stannard e Wiggings mentre ci troviamo nel settore del Mons-en-Pévèle. La velocità media è di 43.7 km/h e al momento a guidare il gruppo sono in 5: Stijn Vandenbergh è andato all’attacco guadagnando qualche metro sugli avversari. Al momento il gruppo di testa ha un vantaggio di 1.17 rispetto agli inseguitori.
La corsa ha preso il via alle ore 10.20 dando così vita a uno dei momenti più attesi dagli appassionati di ciclismo. Sulle sconnesse pietre francesi ci sarà da correre una gara molto emozionante. Il primo tratto è il più insidioso dove qualcuno potrebbe essere già costretto ad alzare bandiera bianca. Si passa per la foresta di Arenberg, Carrefour de l’Arbre e Mons-En-Pevel. Mentre nella seconda parte c’è da attendere ed essere tattici per preparare un eventuale allungo. Nel terzo invece ci sarà come uno sprint finale che deciderà chi alla fine sarà in testa.
Saranno addirittura 17 gli italiani che gareggieranno alla Parigi-Roubaix. Il percorso prevede 253 chilometri conl’arrivo al velodromo Stablinski, 52 di questi in pavè e il tutto diviso in ben 27 settori. Saranno 200 i partecipanti, con 25 squadre e 8 atleti per ognuna di esse. Il favorito per la vittoria finale è senza dubbio Alexander Kristoff che ha vinto Fiandre, Scheldeprijs e La Panne. Ha 27 anni ed è norvegese, ma attenzione anche a Paolini vistoche mancheranno altri due nomi pesanti come Boonen e Cancellara. Emozione per Wiggins che sarà all’ultima importante prova della sua carriera. L’ultimo azzurro a vincere la gara è stato Tafi nel lontano 1999 e sembra difficile pensare che oggi a trionfare sia proprio un itliano. Quelli presenti saranno Paolini per Katusha, Puccio per Sky, Tosatto 41enne con la palma di più maturo per Tinkoff Saxo, Trentin per Etixx, Bonifazio, Cimolai, Mori e Pozzato per Lampre-Meride, Marangoni per Cannondale, Oss e Quinzano per Bmc, Antonini e Marcato per Wanti oltre a Bazzana, Frattini e Zurlo con Unidethelthcare.
Oggi domenica 12 aprile è il giorno dell’Inferno del Nord, l’edizione numero 113 della Parigi-Roubaix, una delle classiche ‘monumento’ del ciclismo, forse la più caratteristica di tutte per le sue particolarità uniche. Nemmeno una salita sui 253,3 km del percorso, eppure è una corsa durissima a causa dei 27 tratti in pavé (anzi, 28: uno è diviso in due tronconi), per un totale di 52,7 km lastricati, che diventano un vero e proprio Inferno – da cui il soprannome della Roubaix – in caso di maltempo, ma sono molto difficili da affrontare anche in caso di tempo asciutto.
La partenza, come ormai da molti anni, non ha più luogo dalla capitale francese bensì da Compiègne: ritrovo a partire dalle ore 9.00, mentre il via alla corsa avrà luogo alle ore 10.20. Bisogna attendere quasi 100 km per il primo tratto di pavé, ma da quel momento in poi non ci sarà respiro: ogni attimo può essere decisivo, soprattutto per perdere la corsa, perché cadute e forature sono sempre in agguato e poi recuperare non è facile, neanche per i più forti. Comunque, vanno citati almeno tre luoghi, i tre tratti più celebri ed impegnativi, quelli identificati con le cinque stelle di difficoltà assegnate dagli organizzatori. il primo e più leggendario è la Foresta di Arenberg: il simbolo della Roubaix e uno dei luoghi più significativi della storia del ciclismo. Siamo al km 158, ancora molto lontani dal traguardo, ma chi resta indietro qui è già perduto… Poi Mons en Pévèle (km 204,5) che è il secondo dei tratti a cinque stelle: circa 50 km all’arrivo, qui si può davvero cominciare a fare sul serio per la vittoria, ma poi il tratto decisivo sarà il Carrefour de l’Arbre (km 236,5): 2100 metri, circa tre minuti e 20 secondi che possono risultare decisivi in vista del velodromo di Roubaix dove è posto l’arrivo agognato da tutti, dal primo all’ultimo, perché portare a termine una Roubaix è impresa non da poco e raggiungere il velodromo ha un valore speciale per chiunque si presenti ai nastri di partenza. L’appuntamento sarà tra le ore 16.30 e le 17.10.
La prima edizione della Parigi-Roubaix risale al lontanissimo 1896, altro elemento che dà prestigio alla corsa. Nell’albo d’oro spiccano le 55 vittorie del Belgio, a partire dalle quattro vittorie a testa per Roger De Vlaeminck e Tom Boonen, che sono i più vincenti nella storia della Roubaix. L’ultimo decennio dunque è vissuto nel segno di Boonen e di Fabian Cancellara (tre successi per lo svizzero): quest’anno sono entrambi assenti dunque tutto può succedere. In primo piano naturalmente c’è Niki Terpstra, l’olandese vincitore l’anno scorso e secondo settimana scorsa al Giro delle Fiandre. Poi il vincitore del Fiandre, cioè il norvegese Alexander Kristoff, e il vincitore della Milano-Sanremo, il tedesco John Degenkolb – che l’anno scorso arrivò secondo alle spalle di Terpstra. L’elenco è lungo: bisogna citare come minimo i belgi Sep Vanmarcke (secondo nel 2013) e Greg Van Avermaet e l’olandese Lars Boom, vincitore l’anno scorso della tappa del Tour con arrivo ad Arenberg e numerosi tratti in pavé della Roubaix. Ma in primo piano fra i protagonisti c’è soprattutto Bradley Wiggins: il britannico vivrà oggi la sua ultima grande gara su strada prima di tornare in pista con due grandi obiettivi, il record dell’ora e Rio 2016. Non sarà però una passerella (non avrebbe scelto la Roubaix in quel caso…): Sir Bradley tiene tantissimo a questa gara che l’anno scorso chiuse al nono posto, se la vincese sarebbe un’impresa davvero straordinaria.
Per seguire la Parigi-Roubaix 2015 ci sarà una lunga diretta tv, che avrà inizio già alle ore 13.00 su Rai Sport 1 (canale 57 del telecomando, disponibile anche al numero 5057 della piattaforma satellitare Sky) per seguire la corsa praticamente per intero, poi dalle ore 15.00 la linea passerà a Rai Tre, sempre con la telecronaca di Francesco Pancani e il commento tecnico di Silvio Martinello. Dopo l’arrivo si tornerà su Rai Sport 1 per premiazioni, interviste e commenti. Diretta molto lunga, disponibile a partire dalle ore 12.45 anche su Eurosport, il canale tematico visibile sia agli abbonati Sky sia sul digitale terrestre di Mediaset Premium. Per chi invece non potesse mettersi davanti a un televisore oggi pomeriggio, ricordiamo anche la possibilità di seguire la Parigi-Roubaix in diretta streaming video sul sito Internet ufficiale della Rai (www.rai.tv) oppure – per gli abbonati – tramite i servizi offerti da Eurosport Player, Sky Go e Premium Play. Infine i social network, dove segnaliamo in particolare la pagina Facebook ufficiale Paris-Roubaix e il profilo Twitter ufficiale @Paris_Roubaix. E adesso, che lo spettacolo cominci: la parola va alla strada. (Mauro Mantegazza)