La Freccia Vallone è la seconda classica del trittico delle Ardenne, dopo l’Amstel Gold Race e prima della Liegi-Bastogne-Liegi. Partenza sarà da Waremme questa mattina, la gara si concluderà dopo 205,5 chilometri sul traguardo posto come sempre sul Muro di Huy. Nella scorsa edizione trionfò lo spagnolo Alejandro Valverde davanti all’irlandese Daniel Martin e al polacco Michal Kwiatkowski, trionfatore all’Amstel. Dovrebbero essere i favoriti di questa corsa dominata negli ultimi anni dagli spagnoli, con i successi anche di Joaquin Rodriguez e Dani Moreno. Altri protagonisti il belga Philippe Gilbert, che ha già vinto da queste parti, e il nostro Vincenzo Nibali. Le salite saranno undici, tra cui spiccano la grande novità di questa edizione che è la Cote de Cherave ma soprattutto i tre passaggi sul Muro di Huy, in particolare l’ultimo sul quale sarà posto il traguardo. Per presentare la Freccia Vallone 2015 abbiamo sentito uno dei grandi ciclisti di tutti i tempi, Roger De Vlaeminck. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Come vede questa Freccia Vallone? Sarà una bella gara come al solito, molto interessante, spettacolare, una delle classiche storiche del calendario internazionale.
Favoriti i corridori spagnoli, dominatori nelle scorse edizioni? Direi di sì, hanno davvero dominato le ultime edizioni della Freccia Vallone. Io come favorito vedo Rodriguez, mi sembra il più indicato per vincere.
Cosa potrà fare Gilbert? Non lo so, è un buon corridore ma di certo lontano parente di quello che era tre anni fa. Non vince più come prima, non è più al livello di allora…
E Kwiatkowski, vincitore all’Amsteld Gold Race? Potrebbe far bene certamente. Avrà più possibilità di successo se arriveranno circa una cinquantina di corridori a giocarsi la vittoria sul Muro di Huy.
Ci sarà qualche sorpresa? Non credo, anzi ribadisco che i corridori spagnoli dovrebbero essere i favoriti della Freccia Vallone. Gli italiani potranno fare una buona gara, magari arrivare anche tra i primi ma non sono fra i grandi favoriti.
In Belgio come mai non c’è più un De Vlaeminck o un Merckx? In effetti è così, non nascono più grandi corridori, ma è difficile capire perché.
Il Muro di Huy sarà decisivo? Sì sarà come al solito il punto più difficile di questa classica. La Freccia Vallone si decide quasi sempre lì.
Lei vinse nel 1971, cosa ricorda di quel successo? Vinsi davanti a Verbeeck, fu un bel successo, uno dei tanti della mia carriera. Ho corso 1500 gare, ne ho vinte circa una su tre, cosa certamente non da poco…
Tanti successi importanti, ancora adesso è considerato il re delle classiche…
Sì, ho vinto tutte le classiche più importanti, ma ho fatto anche un quarto posto al Giro d’Italia del 1975. Ai miei tempi i corridori erano completi, dovevano andare forte dappertutto…
Che differenza c’è col ciclismo di oggi? Allora c’erano campioni come Merckx, Hinault e Moser, capaci di andare forti su ogni tipo di percorso. Bisognava veramente essere dei corridori completi su qualsiasi distanza e su qualsiasi percorso… (Franco Vittadini)