Il traguardo della settima tappa del Giro d’Italia, posto a Fiuggi, ha premiato Diego Ulissi della Lampre-Merida. Si tratta del primo successo annuale per Ulissi, professionista dal 2010 e già capace di vincere tre tappe in precedenza nella corsa rosa. Un successo arrivato al termine di un periodo difficile per il grintoso corridore italiano, appena tornato alle gare dopo una lunga squalifica che lo ha fermato in un momento topico della carriera.
Diego Ulissi è nato a Cecina il quindici luglio del 1989 ed è figlio di Mauro, in passato campione nazionale di mountain bike. Proprio sull’esempio del genitore ha iniziato a correre prestissimo, a soli sette anni, tesserandosi con l’Unione Ciclistica Donoratico. Si è subito messo in grande evidenza, vincendo tra gli allievi un titolo italiano a cronometro e mettendo in mostra progressi che ne hanno immediatamente fatto presagire un futuro importante. Passato juniores ha confermato tutto il suo valore vincendo un campionato Mondiale in linea, trionfando nel 2006 a Spa-Francorchamps, per poi ripetersi l’anno successivo in Messico, ad Aguascalientes. Successi che hanno spinto la Lampre ad ingaggiarlo a soli vent’anni, una età abbastanza precoce per il professionismo. Già nella prima annata, però, il corridore toscano ha saputo mettersi in grande evidenza anche nella categoria maggiore, vincendo a settembre il Gran Premio Industria e Commercio corso a Prato, una gara tradizionale del calendario tricolore. Nell’anno successivo (2011) ha quindi colto il suo primo trionfo al Giro d’Italia, nella tappa conclusasi a Tirano, approfittando della squalifica di Visconti che lo aveva preceduto sul traguardo con una serie di evidenti scorrettezze che hanno costretto la giuria a retrocederlo. Un successo replicato nel Giro di Slovenia, ove ha anche trionfato nella classifica finale. Il 2012 lo ha invece visto aggiudicarsi due frazioni nel corso della Settimana Internazionale Coppi e Bartali, gara in cui è riuscito anche a vincere la classifica a punti e quella riservata agli juniores.
La corsa che ricorda i due grandi campioni del passato lo ha visto di nuovo protagonista nella stagione successiva, quando Ulissi si è aggiudicato la tappa che terminava a Sogliano a Rubicone, dopo un impegnativo strappo, oltre alla classifica generale. Nuova vittoria poi a Madonna di Campiglio, nel corso di una tappa italiana del Giro di Polonia, mentre il finale dell’anno lo ha visto in grande spolvero. Ad ottobre, infatti, nel giro di appena dieci giorni, ha vinto prima la Milano-Torino, poi la Coppa Sabatini e infine il Giro dell’Emilia con una fuga che ne ha confermato ancora una volta il talento e il grande coraggio. Un finale imperioso, una tripletta di classiche vinte che ha fatto capire come Ulissi stesse ormai diventando uno dei protagonisti del nostro movimento ciclistico.
Il 2014 lo ha visto iniziare con una vittoria al Tour Down Under, la principale gara che si svolge in Australia, per poi aggiudicarsi il Gran Premio Città di Camaiore. Un prologo che lo ha introdotto nel modo migliore al Giro d’Italia, in cui ha trionfato nella tappa da Taranto a Viggiano, ove ha saputo sorprendere i velocisti confermando la sua attitudine di passista. Una vittoria che è stata replicata solo tre giorni dopo, stavolta in salita, nella tappa che congiungeva Foligno e Montecopiolo. Il suo stato di forma straordinario è stato poi confermato dal secondo posto riportato nella cronometro di Barolo. Proprio a questo punto, però, è arrivato lo stop dell’Unione Ciclistica Internazionale, decretato a causa della positività riscontrata durante uno dei controlli che caratterizzano la corsa rosa. La sostanza incriminata era il salbutamolo e la condanna inflittagli dalla federazione internazionale lo ha tenuto fermo per nove mesi. Va però precisato che la Camera disciplinare elvetica, l’organismo cui fa riferimento Ulissi avendo tessera elvetica, ha riconosciuto che la sostanza era stata ingerita non al fine di migliorare le proprie prestazioni, bensì per semplice negligenza. Una circostanza messa in rilievo dalla stesso corridore nel corso delle interviste rilasciate durante la vicenda. Dopo la sospensione cautelare da parte della sua squadra, Ulissi è così potuto tornare all’agonismo a partire dal 26 marzo, tornando immediatamente ad una discreta condizione. Ora la vittoria di Fiuggi, che sembra restituire al nostro movimento un protagonista che potrebbe dire la sua a lungo e che sembra segnare la vera e propria rinascita di Ulissi. Proprio per questo la sua esultanza al termine della tappa di Fiuggi è stata particolarmente pronunciata. Una vittoria arrivata alla fine di una lunga volata di potenza che ha ancora una volta confermato le grandi doti di passista del corridore toscano. Doti che unite a quelle di discreto scalatore, potrebbero portarlo nei prossimi anni ad una maturazione in grado di farne un protagonista di rilievo anche nelle grandi gare a tappe. Considerata la giovane età, Ulissio ha grandi margini di miglioramento e sono in molti ad attenderlo ad ulteriori imprese sulle strade di un Giro d’Italia che sembra disegnato per corridori provvisti di coraggio e gamba. Doti che nel caso del corridore della Lampre Merida non sembrano assolutamente difettare.