Era una delle grandi favorite di questa edizione e alla fine i pronostici si sono rivelati esatti: Maria Sharapova ha riassaporato la gioia della vittoria agli Internazionali d’Italia 2015 e ha così messo in bacheca il terzo titolo dopo quelli conquistati per due anni di fila nel 2011 e nel 2012. Ripercorriamo assieme il percorso che ha portato la campionessa russa, che grazie a questo successo da lunedì sarà di nuovo numero 2 del mondo, a trionfare al Foro Italico.
La campionessa russa ha esordito in questa edizione nel secondo turno (avendo il bye come tutte le prime 8 teste di serie), dove si è trovata di fronte la numero 52 del mondo, la tennista australiana Jarmila Gajdosova. Quest’ultima si è guadagnata la possibilità di sfidare la campionessa russa grazie alla vittoria nel primo turno contro un’altra russa, la Vesnina, battuta dopo tre set e un tie-break infinito. Contro la Sharapova però non c’è stata storia, visto che Maria ha impiegato meno di un’ora per passare il turno. Dopo aver vinto agevolmente il primo set con un netto 6-2, la campionessa siberiana si è issata sul 2 a 1 nel secondo set: a questo punto l’australiana si è dovuta fermare per un infortunio patito dopo un tentativo di smash e il match si è quindi concluso anzitempo. Da questa partita, durata pochissimo, si è però avuta subito la netta sensazione che la Sharapova avrebbe potuto, come ha poi effettivamente fatto, vincere il torneo: e anche le sue dichiarazioni nel post-match, dove ha affermato di sentirsi in forma e di voler puntare alla finale, hanno fatto capire che la vittoria del terzo titolo era qualcosa di possibile.
Al terzo turno le è arrivata in dote Bojana Jovanovski. Questo match, a differenza di quello del turno precedente, non si è protratto oltre il secondo set e la Sharapova, a parte un passaggio a vuoto all’inizio, dove si è trovata sotto per 3 a 1 nel primo set, non ha mai dato la sensazione di essere in difficoltà e ha portato a casa una vittoria abbastanza facile come testimoniato dal doppio 6-3 con qui si è involata ai quarti. Ma al di là della vittoria, arrivata in un’ora e mezza di gioco, la strada verso la vittoria del torneo si è fatta ancora più in discesa visto il ritiro dell’avversaria più pericolosa: Serena Williams si è infatti ritirata al terzo turno e così la Sharapova ha evitato il rischio di doverla incontrare nell’atto precedente alla finale, con un bilancio di 2-17, una vittoria che le manca da 11 e una serie di 16 sconfitte consecutive.
Nei quarti di finale è arrivato il primo match contro un’avversaria di livello: tuttavia anche la Azarenka non ha potuto nulla e si è dovuta arrendere per 6-3 6-2, incassando così la quarta sconfitta di fila nei match contro la russa. Per la bielorussa c’è stata la (magra) consolazione della consapevolezza di aver giocato contro una Sharapova in forma smagliante e che prima di questo match aveva lasciato più o meno lo stesso numero di game alle avversarie dei turni precedenti. La semifinale che le ha poi spianato la strada verso la finale è stata di quelle impensabili alla vigilia, visto che a contenderle l’accesso all’atto finale di questa edizione è stata la connazionale Gavrilova, che arrivando dalle qualificazioni è riuscita a spingersi fin quasi alle soglie della finale. Il match vedeva ovviamente favorita la campionessa siberiana, ma l’unico precedente, giocato un paio di mesi fa, faceva ben sperare chi auspicava una outsider in finale: nel torneo giocato a Miami infatti vi era stata la sorprendente affermazione della Gavrilova.
Alla fine però in finale ci è andata la Sharapova e il pronostico è stato quindi rispettato. Tuttavia il match contro la sua connazionale è stato tutt’altro che semplice, come testimoniato dal 7-5, 6-3 con cui si è guadagnata l’accesso alla finalissima. Per capire la fatica fatta dalla Sharapova basti pensare che la Gavrilova si è trovata avanti 6-5 nel primo parziale e 3 a 1 nel secondo, riuscendo in alcuni momenti del match a far stizzire la Sharapova, la quale ha commesso errori non da lei. Tuttavia la maggior classe ed esperienza hanno alla fine aiutato l’atleta siberiana, la quale è riuscita a portare a casa una finale meritata.
L’atto conclusivo è stato contro l’iberica Carlos Suarez Navarro, che nell’altra semifinale è stata capace di battere la romena Simona Halep, che a causa della sconfitta e della contemporanea vittoria in finale della russa si è vista togliere da quest’ultima il numero 2 del ranking WTA. La finale è stata molto tirata e la Sharapova ci ha messo un intero set per capire che per mettere in bacheca l’undicesimo trionfo sulla terra rossa, nonchè trentacinquesimo complessivo, avrebbe dovuto lottare su ogni palla. La Sanchez Navarro ha infatti vinto per 6-4 il primo parziale: ma più del risultato del set in se a far capire che la russa rischiava la sconfitta è stato il fatto che la sua avversaria è riuscita a non concederle nemmeno una palla break. Perso il primo parziale la russa è entrata in campo con un altro spirito nel secondo set e ha cominciato a dare battaglia: alla fine, dopo più di un’ora di gioco è riuscita a portare a casa il parziale per 7-5 e a riequilibrare il match. Il terzo set è però partito malissimo, con la Sanchez Navarro capace di sottrarle il servizio. Tuttavia chi pensava alla possibilità di un crollo della Sharapova dopo le fatiche del secondo set si è dovuto ricredere: la russa infatti ha poi messo in fila sei giochi consecutivi e ha chiuso la finale alla prima palla-match utile. Era venuta a Roma con l’intenzione di vincere e vi è riuscita.