Novak Djokovic ha conquistato per la quarta volta in carriera gli Internazionali d’Italia di tennis, torneo su terra rossa di categoria Masters 1000 che si è giocato come da tradizione a Roma nell’affascinante scenario del Foro Italico, dopo aver battuto in finale lo svizzero Roger Federer. Eppure il numero uno della classifica ATP ha dovuto faticare più del previsto durante la settimana per approdare all’atto conclusivo del torneo.



Dopo un bye ricevuto al primo turno – come tutte le prime otto teste di serie – il tennista serbo ha infatti impiegato tre set già all’esordio al secondo per avere ragione di Nicolás Almagro. Lo spagnolo, ex numero 9 del mondo ora precipitato fino alla posizione 174 a causa di un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi di gioco per alcuni mesi, ha impegnato seriamente Djokovic, strappandogli il secondo set al tie-break prima di cedere 6-3 al terzo. Al turno successivo, il serbo ha trovato il brasiliano Thomaz Bellucci, specialista della terra rossa proveniente dalle qualificazioni e giustiziere della testa di serie numero 14 del torneo, lo spagnolo Roberto Batista Agust, al turno precedente. Bellucci è riuscito a strappare il primo set a Djokovic, prima di essere rimontato e sconfitto per 5-7, 6-2, 6-3 in un match divertente e giocato ad alti ritmi.



Nei quarti di finale l’avversario è stato invece Kei Nishikori, numero 6 del mondo e 5 del seeding, autore fino a quel momento di un percorso netto, avendo sconfitto Jirí Veselý al secondo turno e Viktor Troicki al terzo senza perdere nemmeno un set. Dopo un primo set conquistato da Djokovic per 6-3, il giapponese è riuscito a imporsi nel secondo con identico punteggio, prima di cedere nettamente il terzo al serbo per 6-1. Pur avendo faticato nei primi turni, facendo credere a esperti e giornalisti di essersi presentato a Roma in una condizione di forma non particolarmente brillante, dopo aver oltretutto rinunciato al tornero Masters 1000 di Madrid della scorsa settimana, Djokovic ha tirato invece fuori il meglio del proprio repertorio in semifinale, in previsione del match sulla carta più difficile, sconfiggendo nettamente in due set un altro spagnolo, David Ferrer, testa di serie numero 7 ed ex numero 3 del mondo, reduce dalla battaglia con David Goffin nei quarti di finale. 6-4, 6-4 il risultato finale a favore di Nole, con un solo break vinto per ognuno dei due set (rispettivamente al terzo e al nono gioco). Lo spagnolo ha servito con delle ottime percentuali e ha concesso molto poco all’avversario, bravo a sfruttare al massimo le poche occasioni ricevute. Dopo la vittoria, Djokovic ha anche avuto modo di polemizzare con l’organizzazione sulle condizioni del campo di gioco, non adeguate a un torneo Masters 1000 come quello di Roma, a dire del campione serbo, e rischiose per tutti i tennisti, che avrebbero potuto facilmente procurarsi un qualche infortunio.



Nonostante questo, domenica Nole si è presentato in campo per la finale, la seconda consecutiva da lui conquistata a Roma dopo quella vinta in tre set su Rafael Nadal lo scorso anno. Il suo avversario è stato Roger Federer, ex numero uno del mondo, vincitore di diciassette tornei del Grande Slam (record assoluto) e alla quarta finale a Roma senza aver però mai vinto il titolo. Prima della finale, lo svizzero ha dimostrato una forma ottima, dichiarandosi contento del proprio gioco e in particolare del rovescio nelle vittorie nei turni precedenti contro Pablo Cuevas, Kevin Anderson, Tomá Berdych e il connazionale Stan Wawrinka, tutte ottenute senza perdere neppure un set. Eppure nemmeno questo Federer è riuscito a impensierire un Djokovic inarrestabile. Il serbo non ha sbagliato nulla e ha comandato il gioco fin dal primo set, in cui ha concesso allo svizzero un unico break point annullato oltretutto con scioltezza nel nono gioco, prima di sfruttarne lui stesso uno nel game successivo che gli ha garantito la vittoria per 6-4 della prima frazione, caratterizzata da una solida regolarità da fondo campo e impreziosita da due palle corte spettacolari del numero uno del mondo. Nel secondo set, Federer è sembrato fin da subito più stanco e ha concesso il break già al secondo game, permettendo a Djokovic di involarsi con facilità (e una prima di servizio infallibile) sul 3-0, mentre una buona parte di Foro Italico invocava il nome “Roger” nella speranza di una ripresa dello svizzero che potesse portare al terzo set e quindi a un allungamento dello spettacolo. E invece Djokovic ha chiuso facilmente sul 6-3 in un’ora e 15 minuti, vincendo il quarto titolo a Roma dopo le affermazioni nel 2008, nel 2011 e nel 2015 e conquistando il quarto Masters 1000 di fila in stagione, dopo Indian Wells, Miami e Montecarlo. A vittoria conquistata, Nole ci ha tenuto a ribadire il proprio feeling con la città italiana, scrivendo sulla telecamera un sentito “grazie ancora Roma” all’interno di un cuore.

La prestigiosa vittoria nel torneo romano costituisce di certo per Djokovic il modo più adatto di approcciarsi al Roland Garros, unico tra i tornei del Grande Slam a mancare nel suo palmares, a cui quest’anno (a partire dall’ormai prossimo 24 maggio) si presenterà da principale favorito nel tentativo di riuscire a strappare il titolo allo spagnolo Rafael Nadal, vincitore di nove delle ultime dieci edizioni.