I più se lo ricordano come Re Artù Di Napoli, ma in molti hanno perso le sue tracce dopo che in Serie A era stato protagonista per tre stagioni con la maglia del Messina. Dopo tanta Serie D Arturo ha iniziato una carriera da allenatore guidando nell’ordine Rieti, Riccione, Savona e Vittoriosa Stars. Anche lui è finito nella nuova bufera che ha avvolto il mondo del calcio, indagato per lo scandalo calcioscommesse. E’ finito negli indagati dell’inchiesta diretta dall’antimafia di Catanzaro che vede coinvolti molti club e professionisti di Lega Pro e Serie D. Ricordiamo ovviamente che essere indagati non vuol dire essere colpevoli e che per accusare una persona andranno fornite delle prove, ma sicuramente ci sarebbe piaciuto risentire il nome di Re Artù per altre vicende.
Da quando si è scatenato nuovamente il fenomeno calcioscommesse sono continue le analisi sulle partite che sono sotto inchiesta. Ed è così che La Stampa tramite il proprio sito parla della sfida Brindisi-San Severo dove a essere corrotto fu il portiere degli ospiti William Carotenuto. A capo del gruppo criminale ci sono Antonio Ciccarone, ds del Neapolis, e Mario Moxedano, suo presidente, come riporta la legge nell’ordinanza. Scambio di telefonate tra Vinicio Ciccarone e suo fratello Antonio che raccontano le prodezze all’incontrario del portiere Carotenuto. Un gol preso davvero in maniera ingenua e un calcio di rigore tanto clamoroso quanto evitabile. Continuano le indagini, ma di certo aumenta soprattutto lo stupore per i particolari che ora dopo ora stanno venendo fuori.
Tra le gare che sono al centro del nuovo scandalo calcioscommesse c’è quel Juve Stabia-Lupa Roma del primo novembre scorso terminata col risultato di 1-0. Si parla nel decreto di fermo di Ercole Di Nicola, direttore sportivo de L’Aquila Calcio, di offerta a partecipanti della Lupa Roma, non ancora identificati, denaro o altro vantaggio per perdere la partita. Per vendere la gara e passare il giro di informazioni agli scommettitori serbi vicini ai calabresi Innazzo il direttore Di Nicola, sottolinea IlMessaggero.it, avrebbe ricevuto 8mila euro. Gli investigatori hanno registrato le conversazioni durante la partita proprio tra Di Nicola e il serbo Milan Jovicic detto da tutti Michele. Intercettazioni che lasciano fuori davvero pochi dubbi.
Iniziano a uscire i primi nomi illustri delle persone coinvolte nella maxi-operazione condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che ha portato al fermo di 50 persone nell’ambito della presunta combine di partite di Lega Pro e Serie D. Tra le persone arrestate dagli inquirenti rientra anche Ninni Corda, allenatore del Barletta, e tecnico emergente del calcio italiano. L’ex allenatore del Savona, avrebbe accordato con i suoi giocatori il risultato di 3 partite: Aversa Normanna-Barletta, Barletta-Catanzaro e Barletta-Vigor Lamezia. Lo scandalo calcistico in Puglia non si ferma però alla formazione guidata da Corda: sono stati infatti fermati per ordine del pm Antimafia Elio Romano, anche Antonio e Giorgio Flora, rispettivamente Presidente e Vicepresidente del Brindisi, nonché Vito Morisco e Savino Dalena, d.g e consulente di mercato dei biancoazzurri. La Procura di Brindisi intanto, ha aperto un’inchiesta parallela a quella originata a Catanzaro, al fine di appurare il coinvolgimento di alcuni elementi della tifoseria brindisina nella combine delle partite sotto esame.
Nuovo scandalo nel mondo del calcio. Nelle scorse ore la polizia ha arrestato ben 50 persone, fra cui dirigenti, presidenti e calciatori. Il “malaffare” riguarda i campionati della Lega Pro e della Serie D, e fra le varie persone coinvolte vi sono diversi insospettabili. Linchiesta è stata portata avanti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, diretto da Antonino Lombardi, il Procuratore, e dagli uomini del Servizio Centrale Operativo della Polizia coordinati da Renato Cortese. Nel dettagli, come sottolineato dal quotidiano La Repubblica, sono finiti in manette 15 calciatori, 6 presidenti, 8 fra dirigenti sportivi, dg e allenatori, e infine 10 malavitosi, scommettitori sia italiani quanto stranieri, tutti coinvolti in un giro di scommesse illecite su diversi match, con movimenti di svariati milioni di euro. Il “marcio” sarebbe venuto a galla grazie ad unindagine su Pietro Iannazzo, capo ndrangheta, che aveva degli interessi personali sul Neapolis, squadra di calcio. In totale sarebbero una trentina le squadre coinvolte, fra cui Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Monza, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor Lamezia, Sant’Arcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas, San Severo.